«Erano anime pure e ardimentose, pronte al sacrificio senza nulla chiedere e anticipavano nello spirito e nel carattere la nuova Italia fascista – Io so quanto la rivoluzione del 1922 deve alla grande riscossa toscana del 1921 – Le giovani camicie nere cadute hanno fatto della Toscana una regione dove il fascismo è sempre vigile – Noi ricordiamo i nostri morti e marciamo più rapidamente innanzi – Questo è il loro ordine». Questo messaggio di Mussolini, inviato alla Federazione fiorentina il 2 marzo del 1931, in occasione della commemorazione degli squadristi della città, insieme ad una pietà cinquecentesca di Baccio Bandinelli e alla formula del giuramento fascista, «Nel nome di Dio e dell’Italia, giuro di consacrarmi tutto e per sempre al bene d’Italia», incisa su una lapide, accoglie il 27 ottobre del 1934 nella cripta di Santa Croce i corpi di trentasette «martiri» di Firenze, caduti per la causa fascista prima della marcia su Roma o in seguito alle ferite riportate negli scontri.


domenica


STATUTO DEL P.N.F.

Art. 10 : Dipendono direttamente dal Partito Nazionale Fascista:

l’associazione fascista famiglie Caduti - mutilati e feriti per la Rivoluzione; l’Opera nazionale dopolavoro; l’Unione nazionale ufficiali in congedo d’Italia; il Comitato olimpionico nazionale italiano; la Lega navale italiana; l’Unione nazionale fascista del Senato; l’Istituto nazionale di cultura fascista; l’associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra; l’associazione nazionale combattenti; l’associazione nazionale famiglie Caduti in guerra; il Gruppo delle Medaglie d’oro al valor militare d’Italia; l’Istituto del Nastro azzurro fra combattenti decorati al valor militare; la Legione volontari d’Italia; la Legione garibaldina; i Reparti arditi d’Italia; i Reparti d’arma; l’associazione mussulmana del Littorio; il Comitato nazionale forestale.

                           ASSOCIAZIONE FASCISTA FAMIGLIE CADUTI-MUTILATI-INVALIDI 

E FERITI PER LA RIVOLUZIONE

L’Associazione fascista fra le Famiglie dei Caduti, mutilati e feriti per la causa della Rivoluzione Fascista fu fondata nel giugno 1924 e approvata dal Gran Consiglio del Fascismo nella seduta del 13 Novembre 1924. Presieduta dal Segretario del P.N.F. ha fra i suoi compiti quelli di tener vivo ed alto il ricordo dei Caduti Fascisti e del sacrificio dei mutilati e feriti per la causa nazionale, assistere moralmente e materialmente le famiglie dei Caduti, con particolare riguardo agli orfani e alle necessità di lavoro degli iscritti. Dal 1939 l’Associazione si divise in due distinte organizzazioni :Associazione Fascista famiglie Caduti per la Rivoluzione.
L’uniforme per gli iscritti all’ Associazione è quella degli iscritti al Partito e subì i cambiamenti attraverso gli anni e i relativi regolamenti. Tutti  i familiari dei caduti, i mutilati e i feriti erano membri di diritto dell’Associazione fascista delle famiglie dei caduti, dei mutilati e dei feriti per la Rivoluzione. L'Opera Nazionale Balilla ricordava tutti i morti nel primo articolo del Catechismo del Balilla nel Giuramento del Balilla: «Nel nome di Dio e dell'Italia giuro di eseguire gli ordini del DUCE e di servire con tutte le mie forze e, se è necessario, col mio sangue, la Causa della Rivoluzione fascista. Il Fascista che giura non appartiene più a se stesso ma al DUCE e alla causa della Rivoluzione fascista, così come per il DUCE e per la Rivoluzione morirono i tremila Martiri Fascisti.»

Cartolina Associazione Nazionale Caduti Fascisti 



Labaro dell' Ass. Naz. Fam. Caduti e Mutilati per la Causa Nazionale

DISTINTIVO D'ONORE PER I MUTILATI IN AZIONI FASCISTE "DOLORANDO ARDO" 
(LORIOLI & CASTELLI MILANO)
 che si vede al centro del Labaro nella foto soprastante

NUOVO DISTINTIVO UFFICIALE DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE FAMIGLIE
CADUTI MUTILATI E FERITI DELLA RIVOLUZIONE FASCISTA
ADOTTATO DAL P.F.R. DURANTE LA R.S.I.
(questo modello con la scritta e il colore di fondo riservato ai "congiunti", il colore blu era riservato agli "invalidi" , il colore rosso ai "feriti", il celeste ai "mutilati")

BANDIERA NERA
“Cercammo un simbolo. Il tricolore era stato troppo profanato dalla retorica patriottarda dei partiti costituzionali, e rappresentava ancora la viltà miserabile miserevole e miseranda dei governi demo-liberali che si nutrivano di miscele d’oppio e di cantaride, lasciando imbordellare l’Italia e prostituire il suo destino…..
Allora scegliemmo il nero vessillo degli Arditi, che aveva preceduto gli assalti oltre le trincee di carne umana del Grappa e sull’altra riva del Piave gonfia di sangue
Aveva il colore “della morte che infutura la vita”, e per questo l’abbiamo prediletto; era il simbolo della nostra disperazione e della nostra ferocia, e ci pareva che in esso risplendesse tenebrosa e tremenda la “voluttà di morie” che arroventava i nostri sensi di giovani gagliardi pronti a tutto
Erano i tempi in cui nelle nostre canzoni non ricorrevano i temi dell’amore, del piacere e della gioia, ma risuonavano cupe parole apocalittiche: “pugnale”, “bomba a mano” trovavam rime che facevam rabbrividire le timorate nonché vigliacchissime anime dei conservatori pronti a ceder tutto pur di conservare le ghirbe flaccide e graveolenti
Il ritornello spavaldo echeggiava risolutivo ammonitore e terribile come la cannonata, e volgeva in fuga le mandrie imbestialite del socialismo gaglioffo e vigliacco”
(Luigi Freddi, “Bandiere nere, contributo alla storia del fascismo”, Roma 1929)

INNO DEDICATO AGLI EROI DELLA RIVOLUZIONE FASCISTA

















INNO AI MARTIRI FASCISTI - musica di A. VECELLI
Non più serva Italia,
il suo giogo ha infranto!
Il sangue dei Fascisti
cancellò il suo lungo pianto!
Ora ascende al soglio di Regina Eterna,
circonfusa della Gloria
che la nostra vittoria ci diè.
Gagliardetti attenti!
Passa il Tricolore!
La voce d’Aldo Sette
non ha suon che non sia d’amore!
Passa in mezzo a mille decorati petti,
orgogliosa della forza
che la nostra vittoria ci diè.
No! Non voglion lagrime
tutti i nostri morti
il sangue che versarono
generò altri eroi più forti!
A l’appello tutti tutti son risorti
per difendere la Patria
che la nostra vittoria salvò!

ROMA 1933 - ANNO XI - E. F. 
MOSTRA DELLA RIVOLUZIONE FASCISTA

Sacrari e monumenti
A Bologna il 28 ottobre 1932 venne inaugurato il Monumento ai Martiri del Fascismo alla Certosa di Bologna con 53 salme di caduti per la causa della Rivoluzione fascista progettato dall'architetto Giulio Ulisse Arata con le statue dello scultore Ercole Drei.
A Firenze nel 1934 nel Famedio di Santa Croce venne realizzato il Sacrario dei Martiri Fascisti che venne ampliato nel 1938 per accogliere i caduti "per l'Impero e per la Spagna" e nel 1939 venne visitato da Hitler e Mussolini.
A Milano nel Cimitero Monumentale di Milano nel 1925 venne costruito il Sacrario dei Martiri fascisti, che è ancora oggi raduno di nostalgici.
A Novara nel 1934 venne inaugurato il Sacrario dei Fascisti Novaresi nel Parco delle Rimembranze.
A Novi Ligure (AL) venne costruita la Fontana ai Martiri fascisti.
A Pavia venne costruito il Sacrario dei caduti fascisti all'interno del monastero di Santa Maria delle Cacce.
A Roma venne costruita Cappella dei caduti per la rivoluzione al Cimitero del Verano fortemente voluta dalla direzione del Partito Nazionale Fascista con dodici salme di romani caduti per la causa fascista tra il 1920 e il 1922, ma dato che le salme erano solo quattro venne aggiunti quelli morti nel 1924 o anni dopo o anche all'estero; la Cappella venne inaugurata nel 1933, anche a Palazzo del Littorio (sede del PNF) venne  costruita una cappella dei Martiri Fascisti con i marmi delle Alpi Giulie e venne inaugurata il 28 ottobre 1932. Inoltre venne inaugurata il 28 ottobre 1926 l'Ara dei Martiri fascisti nella piazza del Campidoglio.
Nel quartiere Pinciano a Roma c'erano viale dei Martiri Fascisti e Piazzale dei Martiri Fascisti.
A Siena nel 1938 venne inaugurato il Sacrario dei Martiri fascisti con dieci salme all'interno della Basilica di San Domenico, alla cerimonia presenziò anche Achille Starace inviato dal Duce.
A Torino il 28 ottobre 1934 venne consacrata in piazza Castello la Campana dei Caduti Fascisti che venne messa nella Torre Littoria.
A Gaeta (LT) c'era piazza dei Martiri Fascisti.
Nel quartiere genovese di Sampierdarena il 19 agosto 1935 via Milite Ignoto cambiò nome in via dei Martiri Fascisti.

Littoriali dell’Arte - 2 aprile 1935
interno cappella votiva ai caduti fascisti


“Una rassegna degli squadristi caduti, pubblicata dal PNF nel 1925, elenca circa 400 nomi, un quarto dei quali con l’indicazione dell’età: ebbene, questo centinaio di persone aveva in media 21,2 anni, e il 49% era al di sotto dei 20. Alcuni “martiri” erano addirittura ragazzi di 14, 15, 16 e 17 anni; i più avevano 18 o 19 anni. Solo più tardi, infatti, e principalmente a partire dalla seconda metà del ’21, venne generalizzandosi la pratica di non accogliere nelle squadre fasciste giovani al di sotto dei 18 anni”
(Paolo Nello, “L’avanguardismo giovanile alle origini del fascismo”, Bari 1978)


FIRENZE  1921
 il manifesto che annuncia l'apertura della prima sede di Fascio Rionale,
 in una topaia di via dei Pepi, nel popolare rione di Santa Croce.

FIRENZE 27 OTTOBRE  1934
traslazione delle salme dei caduti della Rivoluzione in Santa Croce
Il 27 ottobre del 1934 per volontà di Mussolini nella cripta della Chiesa di Santa Croce vennero messi i corpi di trentasette «martiri» di Firenze, caduti per la causa fascista prima della marcia su Roma o in seguito alle ferite riportate negli scontri. Per questo motivo il luogo sacro assunse il nome di “cripta dei caduti fascisti”. Il 23 marzo del 1944 i gappisti fecero esplodere una bomba all’ingresso della cripta dei caduti fascisti, durante un ricorrenza fascista. Oggi nella cripta di Santa Croce si trova una lapide a ricordo dei trentasette caduti fascisti.



il 27 ottobre del 1934, con una solenne cerimonia, le 37 salme dei Caduti fiorentini della Rivoluzione saranno traslate a Santa Croce. Con l’occasione, “Il Bargello” (settimanale curato dalla Federazione provinciale fascista di Firenze) pubblicherà un numero speciale, che conterrà anche un articolo (intitolato "Le bare alleggerite") di Pavolini giovanissimo squadrista egli stesso, che da poco ha lascato la guida della città, con la singolare creazione dell’immagine -drammatica e poetica insieme- appunto delle “bare alleggerite”: Mentre le nostre spalle, vestite della vecchia camicia di satin nero stanno per sentire ancora una volta il peso dei camerati stesi nelle bare, il pensiero torna ai funerali di allora......Rilevarlo ci esalterà, sotto il peso delle loro bare sacre. Ma da esse ci verrà soprattutto –nel paragone inevitabile coi tempi primi, richiamati alla mente dalle vecchie divise che indosseremo, e più dal ricordo di quando i morti ci combatterono accanto, fanciulli- un altro motivo di meditazione. Beato chi dopo dodici anni si è fatto più leggero. Chi non ha o è sempre pronto a deporre in letizia lo zaino provvisorio delle cariche e degli onori. Beato chi non si è appesantito. Chi sogna ogni mattina lo squillo semplice, perentorio ed elementare di una tromba di ottone, e di partire, come nelle albe di “allora”, quando non si aveva al mondo che una piccola rivoltella a tamburo, e si correva, lievi e sconosciuti nelle strade vuote all’appuntamento dei camion.

IL Bargello del 27 ottobre 1934




In piazza Santa Croce a Firenze sono esposti gli striscioni 
con i nomi di tutti i caduti della squadriglia Disperata


Squadristi fiorentini alla cerimonia della traslazione delle salme dei caduti fascisti nella cripta di Santa Croce a Firenze, il 27 ottobre del ’34, la cosiddetta “Marcia dei Martiri”. La cerimonia si svolse con un corteo (37 le bare portate a spalla, sei squadristi escono dai ranghi delle loro squadre e prendono sulle spalle le bare, in un corteo che è preceduto da tre colonne di sessanta membri ognuna, comprendenti ex combattenti, mutilati e Arditi, che “con le vecchie, logore uniformi, simboleggeranno il travaglio, il sacrificio e la passione che fecondarono poi i primi morti della vittoriosa riscossa fascista” (con un doppio cambio dei portatori lungo il percorso) da Santa Maria del Fiore a piazza Santa Croce, nel silenzio generale della cittadinanza assiepata sui marciapiedi, mentre le torri civiche suonavano le campane e salve di artiglieria e colpi di moschetto scandivano i diversi passaggi”. Dopo un breve discorso di Mussolini, da un palco preparato vicino all’entrata della cripta, ci fu lo sfilamento delle bare, una ad una, davanti a Starace, mentre i presenti rispondevano con il “Presente !” alla scansione di ciascun nome, simboleggeranno il travaglio, il sacrificio e la passione che fecondarono poi i primi morti della vittoriosa riscossa fascista”  Avanti a tutti i membri delle squadre d’azione, con in testa la “Disperata” al completo con la fiamma nera e il labaro con i nomi dei Caduti. Per i partecipanti al corteo è prevista l’uniforme estiva, mentre per il pubblico è prevista quella invernale. I componenti le vecchie squadre, infine, indossano le vecchie divise, le mostrine e i distintivi, ma senza fez. Il numero degli squadristi coinvolti è di 1.100, che vengono “presentati” al Duce, frattanto sopraggiunto, dal più noto fra loro, il “Mago” Umberto Banchelli













 I nomi dei 37 caduti fascisti in occasione del trasporto delle salme
 da Santa Maria del Fiore al sacrario dei  caduti in Santa Croce






















FIRENZE 1938
LABARO DEI FERITI E CADUTI PER LA RIVOLUZIONE FASCISTA


17 APRILE 1921
uno dei più gravi fatti di sangue, l’imboscata di 
 Renzino di Foiano della Chiana (Arezzo).
Una ventina di fascisti – tra cui anche Ufficiali del Regio Esercito in servizio – erano impegnati in un “giro di propaganda” nella zona, il cui fine primario era quello di ristabilire il tricolore sugli edifici dei Municipi socialisti e contestualmente far dimettere le Amministrazioni. Per l’occasione alcune ragazze aretine avevano cucito delle bandiere, unendo alla meglio i tre colori del vessillo nazionale, visto che in tutta la regione era praticamente impossibile trovare bandiere tricolori, odiato simbolo della “Patria borghese reazionaria”. Durante il giro si erano registrati degli scontri a Pozzo e Marciano.  Uno squadrista, Ettore Guidi di Poppi, era stato ferito piuttosto seriamente ed era stato portato all’ospedale di Foiano della Chiana. Qui era stata lasciata una “guardia”, in quanto i socialisti del paese minacciavano di assaltare il nosocomio per linciare il ferito. Ai fascisti di guardia vennero lasciate anche le armi per difendere se stessi e il camerata ricoverato. Dopo una puntata su Foiano, gli squadristi si apprestarono a rientrare ad Arezzo al canto di Giovinezza quando, da una casa colonica radente la strada, la Cascina Sarri, partì un colpo di fucile che ferì l’autista dell’autocarro sul quale viaggiavano. Si narra che l’arrivo del mezzo fu segnalato agli aggressori dal suono di una campana di una chiesetta lì vicino.
L’autocarro dei fascisti sbandò e si ribaltò in un piccolo fosso. Dalle fratte uscirono allora una cinquantina di militanti di sinistra guidati dal comunista Galliano Gervasi e dall’anarchico Bernardo Melacci. Scrisse Giorgio Alberto Chiurco: "La gente grida attorno infierendo su Figino che è a terra ferito: «Tagliategli le mani», e si odono le grida del fascista Quadri Gabriele al quale un colpo di ascia fa saltare le dita. La malvagità dei carnefici è ripugnante. Il volto di Guido Ciofini è trasfigurato dai colpi. Un ragazzo di 14 anni, avvistosi che i feriti respirano ancora chiama: «Babbo, vieni qua, sono ancora vivi!», e il padre si scaglia sui corpi torturati". I morti sono straziati anche dopo che i corpi son già gelidi. Roselli ha il cranio fracassato da un colpo di fucile tirato a bruciapelo, a Rossi è staccata la testa, sopra Cinini, colpito in pieno, si accaniscono con furia mostruosa i comunisti. Tre le vittime: Aldo Roselli di 17 anni, cadde gridando «Viva l’Italia! Viva il Duce!»; Dante Rossi di 21 anni, interventista, Mutilato di guerra; e Tolemaide Cinini di 20 anni, portabanidiera. Una dozzina furono i feriti che riuscirono ad evitare il linciaggio fuggendo nei campi o fingendosi morti. Determinante fu l’arrivo di un gruppo di ciclisti che partecipava ad una gara. Gli anarco-comunisti, temendo di essere riconosciuti, interruppero il massacro e fuggirono anche loro tra i campi. I responsabili dell’agguato vennero arrestati e condanni, nel 1924: Melacci a 30 anni e Gervasi a 22 anni. Nessuno dei condannati sconterà per intero la pena. Entrambi usciranno dal carcere grazie all’atto di clemenza generalizzato del Duce in occasione del Decennale della Marcia su Roma. Melacci, che riprenderà immediatamente la sua attività antifascista, sarà nuovamente arrestato e morirà nel Dicembre 1943; Gervasi, invece, riprese l’attività politica nel 1944 come esponente del PCI nel locale Comitato di Liberazione Nazionale, sarà Costituente e Senatore della Repubblica Italiana per lunghi anni. I tre martiri fascisti di Renzino verranno ricordati dal Regime, nel ventennio successivo, con solenni manifestazioni: ad Arezzo verrà costruita un’“Arca” in ricordo di Roselli (tumulato nel cimitero cittadino); mentre Cinini e Rossi, fiorentini, vennero traslati nel Sacrario dei Martiri Fascisti di Santa Croce, a Firenze. Sulla facciata della Cascina Sarri verrà affissa una lapide in ricordo del tragico evento. Sul finire del 1944, dopo l’occupazione della regione da parte delle truppe anglo-americane, i comunisti “assaltarono” i simboli fascisti, primi fra tutti quelli dei martiri di Renzino: l’“Arca” di Roselli venne distrutta a picconate e la tomba del caduto fu sfregiata; i corpi di Cinini e Rossi (e di tutti gli altri squadristi del Sacrario di Santa Croce) vennero dispersi. Nel 1945, Gervasi, divenuto Sindaco di Foiano della Chiana, provvide celermente anche ad eliminare la lapide ricordo sulla Cascina Sarri e dei “fatti di Renzino” si perse per sempre memoria.
Rielaborato da D. Gobbi, tratto da FONDAZIONE DELLA RSI – ISTITUTO STORICO, scritto da Pietro Cappellari

lettera del 17-4-1921


I TRE MARTIRI NELLE BARE

RENZINO 17 APRILE 1921

LE TRE VITTIME CININI TOLEMAIDE- ROSSI DANTE- ROSSELLI ALDO

Ecco come, nel libretto commemorativo a lui dedicato, il compagno di squadra Ricciardo Ricciardi Pollini ricorda Dante Rossi, prima muratore, poi, a causa dell’invalidità contratta in guerra,  chauffeur di autolinee fiorentine, caduto nell’imboscata di Foiano della Chiana. Rossi guidava il camion squadrista, e a lui, a processo, gli assassini confessarono di aver mirato per primo, per poi finirlo a colpi di accetta. “Nel semplice, sereno volto dei Caduto ravvisiamo quello di tanti altri che, come lui, popolani, operai, contadini, artigiani, ci furono compagni nelle ore della vigilia e della lotta. Cari, indimenticabili compagni: la loro pacata fermezza, esercitata nella dura fatica dei campi e delle officine, faceva riscontro alla scapigliata baldanza di noi giovani studenti, e con essa mirabilmente si armonizzava. Per questi semplici, umili camerati, noi nutrivamo già un sentimento ancor più profondo del cameratismo che nasce dal pericolo affrontato insieme, gomito a gomito; intuivamo forse, sin da allora, il valore della presenza nelle nostre formazioni di combattimento, di questi figli del popolo, che con noi marciavano sul cammino della Rivoluzione”.

(in: Riccaro Melani, Dante Rossi, Firenze 1938)


i funerali ad Arezzo dei morti fascisti della strage del Renzino 
(17 aprile del '21) fanno ala al corteo autentici popolani


MEDAGLIA A RICORDO DEI TRE MARTIRI












Progetto dell'architetto Alfredo Lensi 
per il Sacrario dei Caduti per la Rivoluzione Fascista



"IL BARGELLO” anno VI, n° 42 del 27 Ottobre 1924
settimanale della Federazione fiorentina  dei fasci di combattimento
edizione speciale dedicata ai Caduti per la Rivoluzione fascista
“Il Bargello” fu un settimanale curato dalla Federazione provinciale fascista di Firenze. Il primo numero uscì nel capoluogo toscano il 9 giugno 1929. Il direttore era il giovane ventiseienne livornese Alessandro Pavolini che nel 1920 aveva aderito ai Fasci italiani di combattimento. La casa editrice era la Vallecchi, dirigeva la redazione il giornalista Gioacchino Contri. Nel 1934 la direzione fu assunta da Contri che la mantenne sino all'ultimo numero edito nel 1943. Il Bargello ospitava anche una sezione letteraria che cautamente si aprì a tematiche di respiro europeo, a scrittori non completamente politicizzati e a collaboratori di altre riviste tra cui Solaria. Tra i  collaboratori e redattori vi furono Fernando Agnoletti, Piero Bargellini, Romano Bilenchi, Alessandro Bonsanti, Giansiro Ferrata, Alfonso Gatto, Vasco Pratolini, Berto Ricci. Collaborò al settimanale, con alcuni suoi disegni d'ispirazione popolare e vigorosa, anche il pittore Ottone Rosai.
PERCHE’ IL NOME BARGELLO
“Il nome ha un significato politico: nel Duecento il suono a martello della campana del Bargello chiamava a raccolta il popolo di Firenze per la difesa della città; proprio come, nel dopoguerra arroventato di passioni civili, negli anni diciannove, venti, ventuno e ventidue, il campanone del Fascio fiorentino adunava le squadre d’azione, perché scendessero in strada, con il gagliardetto e il manganello”.
(Bruno Gatta, Intellighentia fiorentina, Roma 1997)

 MUTI, PAVOLINI E RICCI 
ALLA CRIPTA DEI MARTIRI FASCISTI DI FIRENZE

GUSTAVO MARIANI - anni 22 – Fiorentino
Il 4 marzo del 1921, i fascisti fiorentini che si sono recati ad Empoli per rendere omaggio ai 9 tra Carabinieri e Marinai uccisi, tra crudeltà indicibili, dai sovversivi tre giorni prima, ed imporre funerali pubblici, contro la viltà del Governo che vuole quasi occultare le salme, vengono fatti segno, a Fucecchio, di fuoco di fucileria che fa un’altra vittima, il ventiduenne Gustavo Mariani. La madre del caduto rivolgerà ai camerati del figlio nobili parole, testimonianza di uno stato d’animo che è comune a tante di quelle madri alle quali penserà Piazzesi nella dedica del suo libro, con la quale ho intitolato questo pezzo. "Figlioli cari, lasciate che vi chiami tutti figlioli, perché del mio diletto foste fratelli nella fede, in uno stesso ideale e in un reciproco amore, come fratello lo raccoglieste e lo vegliaste, confondendo le vostre alle mie lacrime. Per voi lo strazio ed il mio dolore conobbe la dolcezza del conforto. Siano le vostre giovani vite, che con tanto slancio offrite alla Patria, rese immuni dalla santità della causa che difendete e conservate alla tenerezza delle vostre mamme per il raggiungimento dell’ideale vostro, che è quello di tutti i buoni e i giusti. Sia il mio l’ultimo pianto di mamma italiana sul figlio ucciso da ferro italiano nella lotta contro chi nega la patria. Vi benedico con riconoscente tenerezza".

Fucecchio, Corso Matteotti 59 -la  lapide in memoria

FUCECCHIO CORSO VITTORIO EMANUELE
A destra è visibile l' inferiata dove era vicino il Mariani al monte della morte

Firenze 27 Novembre 1934 la bara di Mariani esce dal Duomo per la traslazione in S. Croce 

1930
COLONIA FLUVIALE ALL' ARNO INTESTATA AL MARTIRE

DISTINTIVO DEL G.R.F. "G. MARIANI" DI FIRENZE

10 Maggio 1938 visita dei gerarchi a Santa Croce. Sullo sfondo la tomba di Mariani

FIRENZE MAGGIO 1938 
MUSSOLINI AL SACRARIO DEI MARTIRI FASCISTI

Ragazze della GIL escono dal Sacrario dei Caduti a Firenze

IL DUCE RENDE OMAGGIO AL SACRARIO DEI MARTIRI FASCISTI


 “La storia italiana non ha episodi così atroci come quello di piazzale Loreto. Nemmeno le tribù antropofaghe infieriscono sui morti. Bisogna dire che quei linciatori non rappresentano l’avvenire, ma il ritorno dell’uomo ancestrale (che, forse, era moralmente più sano dell’uomo civilizzato). Né giova ributtare sulla guerra l’origine unica di questa ferocia. I linciatori di piazzale Loreto non videro mai una trincea: si tratta di imboscati o di minorenni che non hanno fatto la guerra. I reduci di guerra sono, in genere, alieni dalle violenze. D’altra parte, ci si domanda se la dottrina socialista abbia un qualche potere di redenzione o non abbia, invece, un potere gravissimo di imbestiamento”
(Popolo d’Italia del 26 giugno 1920)
L’articolo, di Mussolini, fa riferimento alla barbara uccisione, in piazzale Loreto appunto, il 23 giugno del 1920, del Vicebrigadiere dei Carabinieri Giuseppe Ugolini, tirato giù dal tram sul quale si trovava, fuori servizio, dai partecipanti ad una manifestazione anarco-socialista, e finito a coltellate
                                                                 

Lettera inviata ad il camerata Marchese Ferdinando Pietramellara, in occasione della traslazione delle salme degli Eroici Caduti per la causa della Rivoluzione Fascista in S. Croce, concordante con la venuta del Duce a Firenze. Per l'occasione si organizza una squadra di 20 volontari in montura

IL MANIFESTO CON IL QUALE IL FASCIO DI FIRENZE 
ANNUNCIA LA MORTE DI BARTOLINI GASTONE E MONTEMAGGI GIUSEPPE 
CADUTI NELL’ ECCIDIO DI SARZANA

Associazione Nazionale Volontari di Guerra Firenze
 Traslazione Salme Eroi per arrivo del Duce

GAZZETTA DEL POPOLO  
NEL XII ANNUALE DELLA MARCIA SU ROMA - 1934

Più di 800 I Fascisti 
che - tra il 1919 ed il 1932 - 
furono trucidati o uccisi dagli antifascisti
Fascisti assassinati o uccisi (1919-1920-1921)

13.11.1919 - Comandulli Gaetano – nato a Sesto Cremonese (Cremona) 28.10.1893 – assassinato da un gruppo di Antifascisti, a Sesto Cremonese (Cremona); in linea di massima, dovrebbe essere il primo martire della «Rivoluzione Fascista».
03.12.1919 - Delpiano Pierino – nato a Torino 23.6.1900 – aggredito per il suo patriottismo da una folla inferocita, venne ucciso con un colpo di pistola a Torino, davanti alla scuola che frequentava, l’Istituto «Sommeiler».
07.11.1919 - Fiorini Guido - nato a Massa Marittima (Grosseto) 15.5.1892 – alla testa di un corteo patriottico, cadde colpito in pieno petto da un proiettile sparato da alcuni antifascisti, in via Roma, a Firenze.
04.08.1919 - Polla Carlo - nato a Trieste 30.1.1901 – ucciso in una colluttazione con un sovversivo, a Trieste con un colpo di moschetto al basso ventre.
11.04.1920 - Nobile Vincenzo – nato a Minervino Murge (Bari) 28.10.1882 - intervenuto in difesa di uno studente assalito da alcuni Comunisti all’interno di un caffè, fu a sua volta aggredito e pugnalato alla schiena da questi ultimi che gli schiacciarono la testa con un grosso sasso, dopo averlo derubato del portafoglio e dell’orologio.
13.04.1920 - Barletta Ferruccio - nato a Minervino Murge (Bari) 10.1.1901 - insultato e minacciato da un gruppo di «Guardie rosse» e raggiunto all’interno di un caffè, venne ripetutamente pugnalato, derubato dell’orologio e della catena d’oro. Morì due giorni dopo fra le braccia della madre.
18.04.1920 - Piccioli Francesco – nato a Navelli (L’Aquila) 31.1.1892 - trucidato da una folla di sovversivi nel Comune di Raiano (l’Aquila).
21.04.1920 - Scazzariello Carlo Rocco - nato a Pisticci (Matera) 21.7.1879 - odiato per le sue idee nazionalistiche, venne assalito da alcuni antifascisti e colpito alla testa, a Pisticci (Matera). Morì all’istante, lasciando la moglie con cinque figli.
12.06.1920 - Nini Giovanni - nato a Premosello (Novara) 13.1.1903 - noto per il suo patriottismo, venne mortalmente colpito da tre pugnalate.
26.06.1920 - Marchiani Ubaldo - nato a Firenze 22.6.1900 – ucciso da alcuni Anarchici ad Ancona, mentre tentava di fare scudo con il suo corpo ad un ufficiale del suo reggimento.
26.06.1920 - Ramella Giovanni - nato a Ostiano (Cremona) 17.7.1898 – gravemente ferito nel corso della rivolta anarchica di Ancona, spirò alcune ore dopo all’ospedale.
04.07.1920 - Roncagli Antonio - nato a Poggio Renatico (Ferrara) 7.2.1859 - aggredito da una ventina di sovversivi e ridotto in fin di vita a colpi di bastone. Dopo tre giorni di sofferenze decedette all’Arcispedale S.Anna di Ferrara.
12.07.1920 - Gori Demetrio - nato a Bottegone (Pistoia) 18.3.1859 - mentre si recava alla posta, venne circondato da una ventina di sovversivi che - dopo averlo insultato e minacciato - lo travolsero ed infierirono su di lui. Morì il giorno seguente all’ospedale.
20.07.1920 - Casciana Luigi - nato a Gela (Caltanissetta) 3.10.1897 – rimase ucciso, a Trieste, con il corpo straziato da schegge di bombe a mano, lanciate da alcuni Comunisti in agguato.
21.07.1920 - Trombetta Manfredi – nato a Atri (Teramo) 20.9.1880 – ucciso a bastonate da tre Comunisti, a Roma.
23.07.1920 - Schirò Giacomo - nato a Piana degli Albanesi (Palermo) 23.11.1901 - circondato e insultato da una folla i sovversivi, fu ucciso con una cinquantina di colpi.
09.08.1920 - Poletti Roberto - nato a Ostellato (Ferrara) 16.1.1877 - venne ucciso a pugnalate in un agguato tesogli da alcuni Comunisti, a Medicina (Bologna).
10.08.1920 - Ghedini Gesù – nato a Molinella (Bologna) 25.12.1882 – massacrato a coltellate e colpi di vanghe, forche e badili, da una folla di antifascisti, a Portonovo (Bologna).
16.08.1920 - Galassi Angelico - nato a Abbadia S. Salvatore (Siena) 4.6.1882 – ucciso a colpi di rivoltella da un sovversivo, sulla soglia della Chiesa dove aveva appena finito di officiare una Messa.
06.09.1920 - Podestà Vittorio – nato a Lavagna (Genova) 8.6.1870 – cadde ucciso, con altri camerati, in un agguato organizzato da all’incirca trecento sovversivi.
06.09.1920 - Priori Luciano - nato a Cremona 7.4.1899 – caduto in un agguato, a Cremona, organizzato dai sovversivi contro i fascisti di quella città.
22.09.1920 - Simula Costantino – nato a Pozzomaggiore (Sassari) 11.9.1900 – aggredito da un gruppo di antifascisti, fu ucciso a colpi di rivoltella. Il suo cadavere venne ritrovato la mattina dopo in un sentiero di Corso Regio Parco, a Torino, a centro metri dal corpo esanime di un altro giovane ugualmente assassinato dai sovversivi.
22.09.1920 - Sonzini Mario – nato a Oleggio (Novara) 5.4.1897 - ucciso a colpi di pistola a Torino.
10.10.1920 - Magni Luigi – nato a Trecate (Novara) 8.3.1871 – aggredito e gravemente ferito da un gruppo di sovversivi, insieme ai suoi due figli, morì il giorno seguente nonostante le cure dei sanitari.
14.10.1920 - Morganti Armando di Castelviero - nato a Roma 5.9.1888 - ucciso da un colpo di arma da fuoco sparato da alcuni socialisti, in Piazza Duomo, a Milano.
30.10.1920 - Guizzardi Gaetano – nato a S. Agata Bolognese (Bologna) 12.12.1881 – trucidato in casa da un gruppo di antifascisti. 
07.11.1920 - Bolaffi Gino – nato a Firenze 31.3.1897 – dilaniato dallo scoppio di una bomba lanciatagli da alcuni sovversivi, a Firenze.
21.11.1920 - Giordani Giulio – nato a Bologna 31.3.1878 – gravemente ferito a colpi d’arma da fuoco in pieno Consiglio Comunale a Bologna, insieme ai consiglieri Biagi e Colliva, decedette dopo atroci sofferenze all’ospedale di Bologna.
20.12.1920 - Gozzi Franco – nato a Gualdo (Ferrara) 25.1.1899 – caduto in un agguato, a Ferrara, con altri tre camerati.
20.12.1920 - Pagnoni Angelo – nato a Gaibanella (Ferrara) 5.3.1895 - caduto in un agguato, a Ferrara, con altri tre camerati.
20.12.1920 - Magnani Natalino – nato a Lavezzola (Ravenna) 1.3.1904 – caduto in un agguato, a Ferrara, con altri tre camerati.
31.12.1920 - Pallotti Guido – nato a Teramo 1.1.1894 – caduto in un agguato sovversivo, fu ucciso con una pugnalata al basso ventre.
01.01.1921 - Gianesini Giuseppe – nato a Mossano (Vicenza) 30.10.1903 - riconosciuto da un gruppo di Comunisti al grido di: «E’ fratello di un fascista; pagherà per lui !». Trascinato fuori dal locale venne bastonato, preso a calci e coperto di fanghiglia. Trasportato all’ospedale di Adria, morì poche ore dopo.
08.01.1921 - Milano Aldo – nato a S. Bonifacio (Verona) 12.10.1896 – ucciso con un colpo di fucile, in uno scontro con i sovversivi del Municipio di Albano Vercellese (Vercelli).
21.01.1921 - Ruini Mario – nato a Modena 2.9.1902 - aggredito a colpi di rivoltella da alcuni sovversivi nascosti nell’ombra e gravemente ferito, fu ucciso con un nuovo colpo di rivoltella che gli fracassò la nuca, a Modena.
23.01.1921 - Antonini Orlando – nato a Sarsina (Forlì) 8.2.1903 –. recatosi a Modena, in occasione dei funerali di Mario Ruini, venne ucciso da un gruppo di Comunisti che aprirono il fuoco, dai tetti e dalle case, sulla bara e sul corteo funebre.
23.01.1921 - Baccolini Augusto – nato a Castel d’Aiano (Bologna) 1.2.1899 – venne ucciso a Modena, mentre con altri fascisti partecipava ai funerali di Mario Ruini.
07.02.1921 - Bergamaschi Vittorio – nato a Besenzone (Piacenza) 9.1.1895 – uscendo da un caffè di Busseto nel quale si era svolto un veglione fascista, venne ferito mortalmente alle spalle da un Comunista nascosto dietro una porta, a Busseto (Parma).
19.02.1921 - Leoni Dino – nato a Livorno 19.6.1895 - colpito da una scarica di proiettili, sparati dalle finestre del Municipio di Cecina (Livorno), mentre cercava di rimettere al suo posto una lapide commemorativa con su inciso il bollettino della Vittoria del 1918. Ferito gravemente alla spina dorsale decedette, dopo lunghe sofferenze, all’ospedale di Livorno.
22.02.1921 - Lorusso Domenico – nato a Minervino Murge (Bari) 10.1.1854 – ucciso a colpi di fucile, sulla porta di casa, a Minervino Murge (Bari).
23.02.1921 - Barbera Riccardo - nato a Minervino Murge (Bari) 6.10.1879 – aggredito da un gruppo di antifascisti e gravemente ferito, fu ucciso da questi ultimi a colpi di pugnale, a Montemilone (Potenza).
25.02.1921 - Squarzanti Edmo – nato a Bondeno (Ferrara) 14.8.1905 - di ritorno da una spedizione, l’autocarro su cui si trovava con altri squadristi fu fatto segno a colpi di rivoltella nell’abitato di Pincara (Rovigo). Arrestato l’automezzo, gli squadristi si lanciarono all’assalto della casa da cui erano partiti i colpi. Lo Squarzanti venne mortalmente colpito da un proiettile mentre stava per entrare nell’edificio.
26.02.1921 - Leone Salvatore – nato a Cerignola (Foggia) 31.12.1867 – rimasto mortalmente ferito negli scontri con i sovversivi intorno al palazzo comunale di Cerignola (Foggia).
27.02.1921 - Lenzi Napoleone – nato a Buonacompra (Ferrara) 10.10.1877 - assalito sulla strada di casa da una cinquantina di sovversivi che dopo averlo bastonato lo uccisero con un coltello, a Buonacompra (Ferrara).
28.02.1921 - Berta Giovanni – nato a Firenze 24.8.1894 – mentre si recava in bicicletta a San Frediano, venne fermato su un ponte da un gruppo di Comunisti; questi ultimi, dopo averlo malmenato e tramortito con calci, pugni e colpi di bastone tentarono di scaraventarlo giù dal ponte; e nonostante il Berta fosse riuscito Berta ad aggrapparsi ai tiranti di ferro del ponte, i suoi assalitori gli pestarono rabbiosamente le mani, fino a farlo cadere nel vuoto, ove fu travolto dalle acque dell’Arno. Da quel “glorioso” episodio, i Comunisti ne trassero addirittura una spavalda ballata che cosî recitava: «Hanno ammazzato Giovanni Berta, figlio di pescicani, evviva il Comunista che gli tagliò le mani!».
28.02.1921 - Beuzzar Floriano – nato ad Abbazia (Fiume) 22.4.1903 – caduto in un agguato con altri camerati e colpito alla schiena da una scarica di fucilate sparate da un gruppo di antifascisti appostati lungo la strada, morì alcune ore dopo, a Trieste.
01.03.1921 - Postiglioni Armando – nato a Portolongone (Livorno) 19.12.1893 – ucciso con una pallottola al viso, nel corso di uno scontro con i sovversivi, a Trieste.
02.03.1921 - Schiavon Valentino – nato a Badia Polesine (Rovigo) 4.4.1900 - caduto nel corso di un’azione condotta contro i sovversivi di Masi (Padova).
04.03.1921 - Mariani Gustavo – nato a Pescia (Pistoia) 18.8.1898 - ucciso in un’imboscata, a Fucecchio (Firenze), mentre ritornava dai funerali delle vittime dell’eccidio di Empoli.
06.03.1921 - Brioglio Costantino – nato a Torino 20.3.1852 – assassinato a colpi di fucile e di rivoltella, a Casale Monferrato (Alessandria).
06.03.1921 - Grinzato Galileo – nato a Arzergrande (Padova) 9.5.1878 – ucciso con il fratello Silvio Lodovico, a Correzzola (Padova), da un gruppo di antifascisti.
06.03.1921 - Scaraglio Luigi – nato a Torino 17.10.1904 – caduto in un agguato teso dai Comunisti di Casale Monferrato (Alessandria) agli squadristi torinesi guidati da Cesare Maria De Vecchi.
06.03.1921 - Strucchi Antonio – nato a Torino 5.7.1847 - ucciso dai comunisti di Casale Monferrato (Alessandria) che avevano teso un agguato ai fascisti torinesi allo scopo di sopprimere Cesare Maria De Vecchi.
11.03.1921 - Grinzato Silvio Lodovico – nato a Correzzola (Padova) 15.2.1889 – gravemente ferito nello stesso attacco, con i fratello Galileo, morì qualche giorno dopo all’ospedale.
13.03.1921 - Tognoli Alberto – nato a Castelnovo Bariano (Rovigo) 27.5.1888 – ucciso nel corso di una spedizione, a Coronella (Ferrara).
14.03.1921 - Menabuoni Carlo – nato ad Ancona 23.3.1897 – ferito gravemente dalle schegge di una bomba lanciata da un Anarchico, si spense circa due settimane dopo a Firenze.
16.03.1921 - Botti Ugo – nato ad Ivrea (Torino) 26.7.1902 – oggetto, insieme ad altri camerati, di numerosi colpi di armi da fuoco, fu mortalmente ferito a Livorno.
20.03.1921 - Sette Aldo – nato a Torino 8.2.1904 – caduto, con altri camerati, in un’imboscata sovversiva, a viale Monza, a Milano, decedette per un colpo di fucile sparatogli da una finestra.
21.03.1921 - Peretto Antonio – nato a Villamarzana (Rovigo) 4.9.1895 - vittima di un agguato e gravemente ferito, decedette il giorno successivo all’ospedale di Rovigo.
21.03.1921 - Periccioli Sisto – nato a S. Quirico d’Orcia (Siena) 12.6.1885 – aggredito ed ucciso dai sovversivi, all’interno della Casa del Fascio di Firenze.
23.03.1921 - Longhi Agostino – nato a Ponte agli Stolli (Firenze) 29.1.1880 - mentre si trovava nella direzione della miniera di Castelnuovo dei Sabbioni (Grosseto), venne colpito da due fucilate, sparate dagli operai scioperanti e indirizzate ad ingegneri ed impiegati. Caduto a terra per le ferite. venne poi finito a colpi di bastone e di pietra.
25.03.1921 - Menichetti Tito – nato a Pisa 9.12.1898 - colpito ad una tempia da un colpo di rivoltella sparato da alcuni sovversivi, precipitò in un canale vicino, da cui venne tratto agonizzante, spirando poco dopo a Ponte a Moriano (Lucca).
26.03.1921 - Specchio Giuseppe – nato a Cerignola (Foggia) 16.3.1909 – colpito spalle da numerosi proiettili sparati da un gruppo di scioperanti, a Cerignola (Foggia).
28.03.1921 - Moretti Rino – nato a S. Biagio (Ferrara) 7.10.1894 - aggredito e ucciso da un gruppo di Comunisti, a Portomaggiore (Ferrara).
29.03.1921 - Cecchi Ettore – nato a Poggio a Caiano (Prato) 23.10.1895 – colpito a morte per strada, Poggio a Caiano (Prato), da un colpo di rivoltella sparato da un’auto in corsa che trasportava un gruppo di sovversivi di Prato.
04.04.1921 - Gambetti Umberto – nato a Quistello (Mantova) 5.3.1903 – in uno scontro con alcuni Comunisti di Quistello (Mantova), venne travolto ed ucciso da un’autocarro.
07.04.1921 - De Caro Mariano - nato a Misilmeri (Palermo) nel 1896 - ucciso per il suo coraggio nel combattere la mafia.
12.04.1921 - Breviglieri Arturo – nato a Ferrara 17.6.1896 – transitando da Pontelagoscuro (Ferrara) in autocorriera con i suoi camerati, rimase vittima di un’imboscata organizzata da alcuni anfifascisti.
13.04.1921 - La Serpe Raffaele – nato a Cerignola (Foggia) 3.8.1895 - conducente degli autocarri della “Disperata” di Cerignola. A San Severo (Foggia) venne colpito mortalmente alle spalle da un colpo di pistola.
17.04.1921 - Cinini Tolemaide – nato a Tresigallo (Ferrara) 5.8.1901 – colpito a morte, insieme a due suoi camerati, in un agguato tesogli da alcuni Comunisti, a Forano della Chiana (Arezzo).
17.04.1921 - Roselli Aldo – nato a Arezzo 21.2.1903 – oggetto di un primo agguato nella località di Renzino, venne raggiunto dagli aggressori nei campi e trucidato con un colpo di fucile, a Foiano della Chiana (Arezzo).
19.04.1921 - Fabbri Giuseppe – nato a Civitella di Romagna (Forlì) 21.3.1867 – aggredito e
ripetutamente pugnalato da alcuni sovversivi, a S.Sofia (Forlì), morì due giorni dopo all’ospedale.
24.04.1921 - Gattuso Gigino – nato a Caltanissetta 2.4.1903 – ucciso con un colpo di rivoltella da un gruppo di ferrovieri sovversivi.
24.04.1921 - Marzano Giuseppe – nato a Bagnara Calabra (Reggio Calabria) 15.7.1875 - circondato da un gruppo di sovversivi che gli intimò di rinnegare il fascismo. Avendo egli invece gridato: “Viva l’Italia !” fu ucciso a colpi di mazza ferrata alla testa.
25.04.1921 - Maramotti Amos – nato a Reggio Emilia 12.6.1902 - colpito mortalmente, da fucilate e schegge di bomba, mentre si lanciava all’assalto della Camera del Lavoro di Torino.
25.04.1921 - Odone Cesare – nato a Torino 11.9.1888 – ucciso, per strada, da un sovversivo, a Torino.
26.04.1921 - Leone Pasquale – nato ad Alliste (Lecce) 6.1.1894 – ferito a morte da una Guardia di Finanza, a Lecce.
27.04.1921 - Rossi Dante – nato a Bagno di Romagna (Forlì) 22.11.1893 - mentre stava trasportando degli squadristi venne ucciso a colpi d’arma da fuoco e di scure da parte di sovversivi in agguato, a Foiano della Chiana (Arezzo).
01.05.1921 - Comisso Remo – nato a Grisignana (Pola) 3.9.1891 – cadde ucciso in un agguato Comunista, a Trieste.
02.05.1921 - Pacini Pacino – nato a Piteccio (Pistoia) 30.6.1903 - cadde vittima di uno dei tanti agguati sovversivi, a Tombolo (Pisa).
04.05.1921 - Fantini Pierino – nato a Rieti 24.10. 1897 - transitando con altri camerati per una via della città, venne aggredito alle spalle da alcuni sovversivi e pugnalato al ventre. Decedette qualche giorno dopo, in seguito alle ferite riportate.
06.05.1921 - Boscolo Bragadin Angelo – nato a Brentelle (Padova) 3.1.1897 – colpito a morte dalla forza pubblica, mentre si recava a Cittadella (Padova) con altri squadristi, per chiedere la liberazione di alcuni fascisti arrestati.
06.05.1921 - Fumei Giovan Battista – nato ad Agordo (Belluno) 15.1.1903 - colpito a morte dalla forza pubblica, mentre si recava a Cittadella (Padova) con altri squadristi, per chiedere la liberazione di alcuni fascisti arrestati.
06.05.1921 - Mezzomo Gian Vittore – nato a Feltre (Belluno) 3.12.1901 – caduto durante l’attacco al carcere di Cittadella (Padova). 
08.05.1921 - Forte Giuseppe – nato a Castelvetrano (Trapani) 11.11.1906 – caduto in un scontro di piazza con gruppi antifascisti, a Castelvetrano (Trapani).
08.05.1921 - Lunardini Faustino – nato a Brescia 21.7.1902 - colpito a morte da una raffica di moschetteria partita dalle siepi fiancheggianti la strada provinciale.
08.05.1921 - Malanca Paolo – nato a Castelvetrano (Trapani) 10.12.1890 – ucciso a colpi di bombe a mano dai sovversivi, nel corso di scontro di piazza, a Castelvetrano (Trapani).
08.05.1921 - Mastronuzzi Domenico – nato a Taranto 14.9.1903 - colpito da un colpo di rivoltella sparatogli da alcuni sovversivi. Caricato su una carrozza venne nuovamente fatto oggetto del fuoco nemico e ancora colpito. Spirò prima di giungere all’ospedale di Taranto.
10.05.1921 - Pischiutta Pio – nato a Venzone (Udine) 15.9.1904 - Fu ucciso a diciassette anni, a Pordenone, mentre, sporgendosi da un autocarro, sventolava il gagliardetto della squadra “Disperata” davanti ai sovversivi che in gran numero avevano circondato e assalito il camion dei fascisti.
11.05.1921 - Napolitano Pasquale – nato a Barletta (Bari) 9.5.1903 – aggredito ed ucciso a Trieste da un gruppo di Comunisti, mentre stava rientrando a casa dal lavoro.
13.05.1921 - Bosi Carlo – nato a Bologna 13.11.1866 – caduto in un’imboscata tesagli da alcuni fuoriusciti antifascisti rifugiatisi nella Repubblica di S. Marino, fu colpito alla testa e decedette due giorni dopo all’ospedale di Rimini.
13.05.1921 - Caragnano Giuseppe - nato a Marina di Massa (Mc) - ucciso da alcuni Comunisti, a Marina di Carrara (Massa Carrara), mentre cercava di impedire una loro contestazione ad un comizio del Blocco Nazionale, in occasione delle elezioni del 1921.
14.05.1921 - Musi Alfredo – nato a Castelnuovo Val di Cecina (Pisa) 5.12.1891 - aggredito da cinque Comunisti che, dopo avergli sputato in viso, gli vibrarono alla testa un colpo di scure e, quindi, presero il corpo del giovane agonizzante scaraventandolo, ancora vivo, dentro una vasca di borace incandescente, a Sasso Pisano (Pisa).
15.05.1921 - Celoria Riccardo – nato a Vercelli 26.7.1905 – caduto in combattimento contro alcuni sovversivi, a Borgo Vercelli (Vercelli).
15.05.1921 - Basadonna Giuseppe - nato a Primiero (Trento) 21.5.1906 – aggredito insieme ad otto camerati da circa 300 antifascisti, fu sopraffatto e massacrato, ed il suo corpo, insieme a quelli di Francesco Giachin e Giuliano Rizzato, fu ritrovato, orribilmente mutilato e sfracellato sotto un mucchio di pietre, a Maresego (Pola).
15.05.1921 - Caleffi Arrigo – nato a Marmirolo (Mantova) 7.3.1903 – aggredito da alcuni antifascisti e colpito da una pugnalata alla schiena, a Soave Mantovano (Mantova), si abbatté al suolo dove fu ancora colpito con bastoni e pugnali. Morì dopo mezz’ora di agonia, durante la quale venne insultato e sputacchiato.
15.05.1921 - Benetazzo Vittorio - nato a Padova 3.10.1903 - ucciso in un conflitto coi sovversivi a Treviso.
15.05.1921 - Amici Enrico – nato a Cesena (Forlì) 18.9.1896 – colpito a morte da una raffica di fucilate, sparate da alcuni Comunisti in agguato, mentre transitava in automobile con altri camerati nei pressi di Rontagnano (Forlì).
15.05.1921 - Giachin Francesco – nato a Buie d’Istria (Pola) 1.11.1901 - caduto nelle mani dei sovversivi, venne massacrato con altri due camerati a Maresego (Pola).
15.05.1921 - Loperfido Oronzo – nato a Noci (Bari) 21.9.1876 – aggredito in un vicolo da un gruppo di Comunisti che lo uccisero a pugnalate, a Noci (Bari).
15.05.1921 - Morandini Eugenio – nato a Breonio (Verona) 23.2.1904 - circondato da numerosi sovversivi e ripetutamente pugnalato, venne finito da una donna che gli spaccò il cranio con un randello, a Soave Mantovano (Mantova).
15.05.1921 - Rizzato Giuliano – nato ad Este (Padova) 9.1.1898 – aggredito ed ucciso a Maresego (Pola), da una folla di sovversivi.
15.05.1921 - Suigo Raimondo – nato a Castelnuovo Scrivia (Alessandria) 24.10.1896 – ucciso, insieme ad un suo camerata, da un Anarchico con due colpi di rivoltella, a Castelnuovo Scrivia (Alessandria).
15.05.1921 - Torti Giuseppe – nato a Castelnuovo Scrivia (Alessandria) 13.6.1898 - ucciso da un colpo di rivoltella sparatogli da un Anarchico, mentre era di guardia al comitato elettorale di Castelnuovo Scrivia (Alessandria).
16.05.1921 - Bini Angelo Augusto – nato a Solarolo Rainerio (Cremona) 9.3.1853 – assassinato a S. Martino del Lago (Cremona), in un agguato tesogli da alcuni comunisti.
16.05.1921 - De Giorgi Angelo – nato a Scaldasole (Pavia) 27.7.1885 – caduto in un agguato Comunista e gravemente ferito da colpi di rivoltella e di falcetto morì sette giorni dopo.
16.05.1921 - Fenini Giuseppe – nato a Sozzago (Novara) 25.3.1896 - ucciso dai sovversivi sotto gli occhi della madre, a Sozzago (Novara).
16.05.1921 - Ferrari Giuseppe – nato a Milano 8.2.1895 – caduto con i suoi camerati in un’imboscata a Castelbelforte (Mantova), rimase dapprima ferito, in seguito, fu circondato e ucciso a colpi di bastone. Il suo cadavere venne raccolto più tardi, con il viso sfigurato e il cranio in pezzi, più volte colpito da una lima a triangolo.
16.05.1921 - Rizza Angelo – nato a Siracusa 22.9.1903 - assassinato dai sovversivi, a Siracusa.
16.05.1921 - Salvini Primo – nato a Pomarance (Pisa) 18.6.1889 – ucciso con un colpo di fucile sparato da una finestra, a Pomarance (Pisa).
16.05.1921 - Scapin Ernesto Vittorio – nato a Bagnoli di Sopra (Padova) 11.12.1882 – caduto a Padova, mentre accorreva in soccorso di ancuni camerati in lotta con i sovversivi.
16.05.1921 - Torrisi Antonio – nato a Crema (Cremona) 22.11.1905 – mentre con altri camerati accorreva a difendere un fascista, aggredito dai sovversivi, cadde ucciso da colpi di moschetto, a Crema (Cremona).
17.05.1921 - Burelli Francesco – nato a Pietrasecca (L’Aquila) 26.11.1882 – fu ucciso dai Social-Comunisti del suo paese, mentre si festeggiava la vittoria riportata dai candidati fascisti nelle elezioni politiche.
17.05.1921 - Lucantoni Luigi – nato a Pietrasecca (L’Aquila) 9.5.1883 - ucciso, con un altro camerata, dai Social-Comunisti di Pietrasecca, durante i festeggiamenti per la vittoria della Lista Nazionale.
17.05.1921 - Gioia Nando – nato a Borgonovo (Piacenza) 8.3.1897 - colpito al petto da una scarica di colpi, esplosi da alcuni Anarchici, mentre con tre camerati si dirigeva da Borgonovo a Bilegna (Piacenza).
18.05.1921 - Monari Sebastiano – nato a Sala Bolognese (Bologna) 12.4.1893 – caduto in  agguato tesogli dai Socil-Comunisti, a Sala Bolognese (Bologna).
18.05.1921 - Moriani Giorgio – nato a Marina di Pisa (Pisa) 8.4.1904 - colpito da una scarica di colpi partiti dalle finestre di un rione di Livorno dominato dai sovversivi, venne gravemente ferito e decedette all’ospedale il giorno seguente.
19.05.1921 - Platania Luigi – nato a Rimini 17.9.1890 – mentre lavorava di notte, come impiegato alla stazione di Rimini, venne assassinato da un Anarchico.
19.05.1921 - Rusciano Vincenzo – nato a Napoli 22.7.1891 – gravemente ferito in un scontro con alcuni antifascisti, e trasportato all’ospedale di Monfalcone (Gorizia), decedette in seguito alle gravi ferite riportate.
20.05.1921 - Tinti Giorgio – nato ad Ozzano dell’Emilia (Bologna) 3.9.1893 – ucciso in un agguato tesogli dai Social-Couinisti di Ozzano dell’Emilia (Bologna).
21.05.1921 - Cavagnaro Manlio – nato a Genova-Sestri 24.6.1883 – mentre rientrava a casa, s’imbatté in una ventina di socialisti, appena usciti dalla Camera del Lavoro di Sestri, che, senza rivolgergli parola, gli furono addosso. Percosso da corpi contundenti, il Cavagnaro venne lasciato a terra moribondo. Trasportato all’ospedale di Genova Sestri, vi giunse cadavere. 
22.05.1921 - Degl’Innocenti Nello – nato a Lucca 19.9.1899 – morto maciullato da alcuni massi fatti precipitare di proposito da alcuni antifascisti su un camion di fascisti che transitava nella zona di Valdottavo (Lucca).
22.05.1921 - Giannini Gino – nato a Pontetetto (Lucca) 12.3.1898 - morto maciullato da alcuni massi fatti precipitare di proposito da alcuni antifascisti su un camion di fascisti che transitavano nella zona di Valdottavo (Lucca).
22.05.1921 - Santi Agostino – nato a Migliana (Firenze) 26.7.1894 – catturato da un gruppo di sovversivi e trascinato sulla piazza di Santa Giustina (Forlì), fu gravemente ferito con alcune rivoltellate e finito a colpi di tallone alla testa.
23.05.1921 - Meggiolaro Teodoro – nato a Mira (Venezia) 9.9.1891 – caduto in un agguato tesogli da alcuni Comunisti che lo uccisero con un colpo di rivoltella a Dolo (Venezia).
25.06.1921 - Giberti Gilberto – nato ad Apuania 18.11.1902 – aggredito ed ucciso da una squadra di sovversivi, mentre prestava servizio di guardia ad un monumento a Garibaldi, ad Apuania.
29.05.1921 - Gallinella Eutimio – nato a Palazzone (Siena) 11.3.1898 - ucciso con un colpo di pistola alla testa, nel corso di un tafferuglio con alcuni Comunisti, a Trevinano (Viterbo).
29.05.1921 - Martinotti Benedetto – nato a Trino (Vercelli) 7.11.1896 - mentre tornava a piedi, con alcuni compagni, dal paese di Palazzolo Vercellese (Vercelli), venne sorpreso e circondato da numerosi sovversivi, rimanendo ucciso nello scontro che seguì.
30.05.1921 - Ingravalle Emilio – nato a Capurso (Bari) 2.9.1904 – rimasto ucciso a Conversano (Bari), nel corso di gravi incidenti con i Socialisti, in cui rimasero coinvolti altri numerosi squadristi.
01.06.1921 - Stefani Cosimo – nato a Melissano (Lecce) 11.8.1901 - ferito gravemente da colpi di pistola, nel corso di uno scontro con alcuni Comunisti, decedette dopo molti giorni di sofferenze, a Melissano (Lecce).
05.06.1921 - Galluzzo Giuseppe – nato a Gerace (Reggio Calabria) 6.6.1897 – ucciso con due colpi di pistola, all’interno di un’osteria, da alcuni sovversivi.
05.06.1921 - Repetto Lorenzo – nato a Lerma (Alessandria) 18.9.1869 – rimasto ucciso in uno scontro con i sovversivi, a Lerma (Alessandria).
08.06.1921 - Alferano Vincenzo – nato a Frugarolo (Alessandria) 16.4.1899 – caduto in un’imboscata tesagli dai sovversivi a Valenza (Alessandria).
12.06.1921 - Galli Pietro – nato a Motta Baluffi (Cremona) 29.11.1899 – ucciso in un agguato tesogli da alcuni antifascisti, a Gussola (Verona).
13.06.1921 - Bello Spartaco - nato a Venezia 1.11.1894 – preso d’assalto assalito da un nutrito gruppo di «Guardie rosse», si difese accanitamente, ma alla fine cadde privo di sensi in seguito ai colpi infertigli con delle seggiole. Trasportato all’ospedale, morì la sera dello stesso giorno, a Venezia.
18.06.1921 - Salvato Arturo – nato a Padova 1.10.1895 – gravemente ferito da un Comunista che aveva fatto fuoco su di lui, morì qualche ora dopo all’ospedale di Pordenone.
19.06.1921 - Scardovelli Tullo – nato a S. Benedetto Po (Mantova) 8.2.1903 –ucciso con un colpo di fucile che gli fracassò il cranio, mentre, in piena notte, montava la guardia al centro di S. Benedetto Po (Mantova).
20.06.1921 - Varani Ezio – nato a Stellata (Ferrara) 12.3.1899 – ucciso con diversi colpi di rivoltella, in uno scontro con alcuni antifascisti, a Sermide (Mantova).
26.06.1921 - Filippi Mario – nato a Montaione (Firenze) 29.11.1874 - ucciso a Iano S.Vivaldo (Firenze) dalla “banda dello zoppo” che, allora, spargeva il terrore nelle province toscane.
27.06.1921 - Forcato Ercole – nato a Fiume 22.1.1906 – colpito a morte, con altri quattro camerati, in uno scontro a fuoco con i sovversivi, a Fiume. 
27.06.1921 - Mondolfo Bruno – nato a Fiume 14.5.1896 – ucciso, mentre sventolava il tricolore alla testa di una folla di patrioti, a Fiume.
27.06.1921 - Nascimbeni Glauco – nato a Fiume 4.6.1881 - ucciso durante una manifestazione di protesta contro la cessione di Porto Sauro alla Iugoslavia.
28.06.1921 - Stupazzini Andrea – nato a S. Giovanni in Persiceto (Bologna) 1.3.1897 - dopo aver con alcuni camerati disperso un gruppo di Comunisti, venne aggredito nella propria abitazione ed impiccato alla finestra, a Bologna.
28.06.1921 - Tamberi Jolando – nato a Cascina (Pisa) 17.7.1901 – nel corso di uno scontro con i sovversivi, fu ripetutamente colpito col calcio di un moschetto, per cui riportò gravi lesioni interne che lo condussero alla tomba qualche giorno dopo, a Como.
28.06.1921 - Zambon Alberto – nato a La Spezia 6.5.1897 - ucciso durante una manifestazione di protesta contro la cessione di Porto Sauro alla Iugoslavia.
29.06.1921 - Bargagli Alfredo - nato a Firenze 30.5.1887 - ucciso da una banda di comunisti mentre tornava a casa, a Troghi (Firenze).
29.06.1921 - Daus Rino – nato a Perugia 11.11.1900 – abbattuto in un agguato tesogli da alcuni antifascisti, a Grosseto.
05.07.1921 - Cesati Pacifico – nato a Trecate (Novara) 5.6.1884 – aggredito e ferito gravemente alla schiena e al polmone sinistro da un gruppo di antifascisti, dopo due mesi di degenza morì all’ospedale di Vigevano (Pavia).
07.07.1921 - Apollonio Arrigo – nato a Pirano (Pola) 21.7.1902 – colpito a morte da un sovversivo, a Buie d’Istria (Pola).
07.07.1921 - Campiglio Aldo – nato a Torino 1.11.1901 – una sera, mentre si recava a pescare, venne seguito da alcuni Comunisti che in una località deserta - Settimo (Torino) - lo assalirono con una roncola, uccidendolo e buttando il cadavere denudato in un canale.
10.07.1921 - Gardi Edgardo – nato a Imola (Bologna) 8.6.1882 – cadde colpito da alcune rivoltellate sparategli dai comunisti, nel corso di uno scontro con questi ultimi, ad Imola (Bologna).
12.07.1921 - Pini Dario – nato a Castiglione Felletto (Cuneo) 15.8.1904 – avvicinato, per strada, a Torino, da due individui apparentemente non sospetti, fu ucciso freddamente dall’uno dei due, con un colpo di rivoltella alla fronte.
15.07.1921 - Procuranti Pietro – nato a Monzone (Massa Carrara) 28.1.1861 – caduto, in piena notte, in un agguato tesogli da alcuni sovversivi, fu ucciso con un colpo di rivoltella, a Tendola (Massa Carrara).
15.07.1921 - Toschi Giulio Onorato – nato a Minerbio (Bologna) 15.5.1861 - mentre ritornava a casa in attesa di una trebbiatrice, venne assalito a colpi di rivoltella e finito con i calci delle armi stesse. Il mattino dopo il corpo fu trovato in un fosso, orribilmente sfigurato, a Minerbio (Bologna).
17.07.1921 - Dell’Amico Venanzio – nato a Codena (Massa Carrara) 3.10.1899 – trucidato dagli «Arditi del popolo» tra i canneti del fiume Magra, nei pressi di Sarzana (La Spezia).
17.07.1921 - Foscari Annibale – nato a Venezia 8.2.1903 – ucciso da alcuni antifascisti con un colpo di trincetto a Firenze, decedette alcuni giorni dopo per le ferite riportate.
18.07.1921 - Casale Giovanni – nato a Robbio (Pavia) 19.10.1901 – aggredito da un gruppo di sovversivi, i quali lo colpirono prima ad una gamba con una roncola e quindi al capo con una mazza ferrata. Caduto a terra tramortito, venne colpito da trentadue pugnalate. La lama di un pugnale, trapassandogli il cuore, andò a conficcarsi fra le costole spezzandosi. Il cadavere venne quindi buttato dagli assassini in una vicina roggia.
18.07.1921 - Argilli Ugo – nato ad Imola (Bologna) 25.7.1889 – ucciso in un’imboscata tesagli da alcuni Comunisti, a Imola (Bologna).
19.07.1921 - Boscaro Giulio – nato ad Este (Padova) 14.3.1896 – gravemente ferito da colpi di rivoltella sparatigli da alcuni Comunisti, morì se giorni dopo, a Treviso. 
20.07.1921 - Bisagno Augusto – nato a La Spezia 24.1.1903 – catturato dagli «Arditi del popolo» venne condannato a morte da un tribunale rosso e trucidato durante la notte, dopo essere stato orribilmente straziato, in località Gigliolo di Sarzana (La Spezia).
20.07.1921 - Maiani Amedeo – nato a La Spezia 1.8.1904 - catturato dagli «Arditi del popolo» venne portato davanti ad un loro tribunale, che lo condannò a morte. Venne trucidato durante la notte, dopo essere stato orribilmente straziato, in località Gigliolo di Sarzana.
21.07.1921 - Bertozzi Dante – nato a Pietrasanta (Lucca) 1.12.1877 – travolto dalla furia omicida dei Comunisti che fecero scempio del suo corpo, riducendo il viso ad un informe ammasso sanguinolento, durante le sanguinose giornate di Sarzana.
21.07.1921 - Borghini Alcide – nato a Avenza (Massa Carrara) 9.3.1904 – ucciso durante le sanguinose giornate di Sarzana (La Spezia).
21.07.1921 - Lombardini Rizieri – nato ad Apuania 21.2.1892 - ucciso durante le sanguinose giornate di Sarzana (La Spezia).
21.07.1921 - Bellotto Michele - Sarzana (La Spezia) 20.11.1900 - ucciso dalla forza pubblica, che aprì il fuoco sui fascisti, a Sarzana (La Spezia).
21.07.1921 - Bartolini Gastone - nato a Firenze 8.8.1905 – caduto in uno scontro a fuoco con i Comunisti ed i Carabinieri, a Sarzana (La Spezia).
21.07.1921 - Gattini Pierino – nato a Carrara 23.1.1901 - ucciso durante le sanguinose giornate di Sarzana (La Spezia).
21.07.1921 - Montemaggi Giuseppe – nato a Romano di Lombardia (Bergamo) 21.12.1903 – cadde colpito a morte, nel Piazzale della Stazione, durante le sanguinose giornate di Sarzana (La Spezia).
21.07.1921 - Parducci Vezio – nato a Viareggio (Lucca) 6.11.1903 – ucciso durante le sanguinose giornate di Sarzana (La Spezia).
21.07.1921 - Puggelli Arnaldo – nato a Quarrata (Pistoia) 9.5.1903 – dopo i fatti di Sarzana, si diresse da solo a Romito (La Spezia). Qui incontrò un uomo armato di fucile, in attesa dietro una siepe. Nel tentativo di disarmarlo venne mortalmente colpito all’addome.
21.07.1921 - Taddeucci Lorenzo – nato a Massa (Massa Carrara) 3.7.1902 – dopo gli scontri di Sarzana, si trovò isolato in campagna. Pensò di chiedere aiuto ai contadini del posto, ma questi invece di soccorrerlo, lo massacrarono.
22.07.1921 - Pelù Paolo – nato a Massa 22.5.1900 - dopo gli scontri di Sarzana, si trascinò, ferito, a chiedere un po’ d’acqua presso un casello ferroviario, ma sorpreso da alcuni Comunisti, venne da loro trucidato a colpi di forca e di accetta.
22.07.1921 - Zoccoli Giovanni – nato a Cagliari 16.5.1898 - dopo i fatti di Sarzana, fece un giro nel pisano, con un camerata, per fare esporre la bandiere abbrunata in tutti i Municipi. A S. Frediano a Settimo i due giovani vennero uccisi da un numeroso gruppo di Comunisti.
24.07.1921 - Nanni Francesco – nato a Castelfiumanese (Bologna) 24.3.1874 – aggredito ed ucciso a colpi di rivoltella da un gruppo di sovversivi nascosti all’interni di un portone, a Imola (Bologna).
24.07.1921 - Saletti Ivo – nato a Grosseto 3.9.1898 – rimasto ucciso in un agguato teso ad un gruppo di Camicie Nere, da alcuni sovversivi, ad un chilometro dalla località di Roccastrada (Grosseto).
25.07.1921 - Burba Fortunato Nino – nato a Castelnuovo di Garfagnana (Lucca) 20.3.1901 – mentre era rinchiuso in casa, con il padre ed altri due fascisti, e si preparava a difendersi da un attacco di un gruppo di Comunisti che avevano circondato l’edificio, venne ferito, con Giovanni Bellosi, dallo scoppio di una bomba. Decedette il giorno seguente, a Piombino (Livorno).
25.07.1921 - Toniolo Mario – nato a Berra (Ferrara) 15.8.1904 - ucciso con un colpo di pistola da un Comunista, nascosto dietro la porta della sua stessa abitazione, a Bassano del Grappa (Vicenza). 
29.07.1921 - Ilari Nazzareno – nato a Greccio (Rieti) 20.2.1877 – ucciso da un colpo di rivoltella, durante un diverbio politico con un cugino sovversivo, a Limiti di Greccio (Rieti).
29.07.1921 - Serlupi Domenico – nato a Sestri Levante (Genova) 1.1.1889 – gravemente ferito a S. Frediano a Settimo da un Comunista che lo aveva colpito con un trincetto alle spalle, decedette all’ospedale di Pisa, qualche ora dopo.
30.07.1921 - Squarzoni Romildo – nato a Ripapersico (Ferrara) 28.4.1897 – ucciso con due colpi di rivoltella all’addome, di notte, in piena campagna, nei pressi di Migliarino (Ferrara), mentre tornava a casa in bicicletta.
03.08.1921 - Accorsi Paolo – nato a Sant’Agostino (Ferrara) 2.7.1897 – aggredito da un gruppo di antifascisti appostati dietro una siepe, fu gravemente ferito da un colpo di rivoltella e spirò due giorni dopo all’ospedale di Ferrara.
03.08.1921 - Tedeschi Italo – nato a Cadelbosco di Sopra (Reggio Emilia) 10.5.1897 – ucciso con numerosi colpi di pistola da un gruppo di Comunisti, mentre prestava servizio ad un crocevia, a Praticello di Gattatico (Reggio Emilia).
04.08.1921 - Lottini Guido – nato a Prato 3.4.1904 - ferito da un colpo di moschetto sul piazzale della Stazione di riuscì, dopo una serie di vicissitudini , ad arrivare all’ospedale di Sarzana e quindi a quello di Prato, ove si spense il 4 agosto.
08.08.1921 - Aliboni Francesco – nato a Massa 12.5.1900 – mentre stava cenando sull’aia davanti a casa, a Massa, venne colpito a morte da un colpo di fucile sparato da dietro una siepe poco distante.
08.08.1921 - Chiara Pier Paolo – nato a Acqui (Alessandria) 7.7.1904 – morto per una grave emottisi causata dai colpi ricevuti da alcuni Antifascisti. Decedette quattro mesi dopo.
10.08.1921 - Bartolotti Giovanni - nato a Lugo (Ravenna) 6.3.1904 - mentre passava in bicicletta per Via Cento, a Lugo (Ravenna), insieme a un suo camerata, venne aggredito da un gruppo di Comunisti, gettato a terra ed ucciso da un colpo di rivoltella.
10.08.1921 - Figna Paolo – nato a Parma 14.4.1899 – fu ucciso, con un altro camerata, da un gruppo di Comunisti, a Lugo (Ravenna).
15.08.1921 - Borsano Filippo – nato a Fresonara (Alessandria) 10.11.1897 – caduto in una sparatoria con alcuni Comunisti, Castelferro (Alessandria).
15.08.1921 - Chiappino Marziano – nato a Basaluzzo (Alessandria) 6.3.1900 – ucciso a Castelferro (Alessandria), nel corso di un conflitto a fuoco con i sovversivi.
16.08.1921 - Giandotti Ido – nato a Roma 18.2.1881 – ucciso al ritorno di una spedizione contro i sovversivi di Marcialla (Firenze).
24.08.1921 - Ghelardi Ettore – nato a Livorno 27.2.1881 – freddato con un colpo di pistola sparato da un sovversivo nascosto dietro ad una colonna.
28.08.1921 - Mellini Romolo – nato a Castel di Casio (Bologna) 9.4.1903 – ucciso con un colpo di pistola sparatogli da alcuni sovversivi, a Castelletto (Bologna).
28.08.1921 - Vaccari Luigi – nato a Cento (Ferrara) 30.3.1904 – vittima di un agguato sovversivo, insieme ad alcuni suoi coetanei, nei pressi del cimitero del Poggetto, a S. Pietro in Casale (Bologna).
29.08.1921 - Gherardi Emma – nata a S. Giorgio in Piano (Bologna) 4.3.1873 - colpita da una bastonata sulla porta di casa ed uccisa dalla furia di alcuni sovversivi che stavano inseguendo il marito ed il figlio fascisti, a Baragazza (Bologna).
01.09.1921 - Viggiani Eugenio – nato a Strada (Firenze) 26.7.1895 - mentre rincasava, venne aggredito da sei sovversivi, che lo ferirono a colpi di rivoltella e coltello. Ricoverato all’ospedale di Firenze, vi morì quattro giorni dopo.
05.09.1921 - Brazzi Ferdinando – nato a Mezzolara (Bologna) 1.9.1904 – rimasto gravemente ferito da un colpo di pistola tiratogli da alcuni sovversivi, decedette in seguito a tale ferita, dopo breve agonia, a Mezzolara (Bologna).
06.09.1921 - Priori Sigifredo – nato a S. Daniele Po (Cremona) 25.3.1877 – caduto in un’imboscata tesagli da alcuni Comunisti, a Pieve d’Olmi (Cremona). 
07.09.1921 - Amorosi Melito – nato a Marta (Viterbo) 15.7.1888 – dopo essere stato aggredito e colpito con quattordici pugnalate da alcuni antifascisti, decedette in ospedale alcuni giorni dopo, a Viterbo.
07.09.1921 - Mazzei Aldo – nato a Cecina (Livorno) 26.12.1903 – gravemente ferito da un colpo di pistola sparatogli da un Comunista, morì due giorni dopo all’ospedale di Pontedera (Pisa).
08.09.1921 - Fasoli Agostino – nato a Todi (Perugia) 21.4.1896 - ucciso da mano sovversiva a Fratta Todina (Perugia).
09.09.1921 - Gianstefani Medardo – nato a Massalombarda (Ravenna) 16.2.1902 - durante un conflitto con i sovversivi, venne gravemente ferito. Morì il giorno seguente all’ospedale di Lugo (Ravenna).
09.09.1921 - Somensi Piero – nato a Genova 10.7.1898 - la notte fra il 29 e 30 agosto 1921, sulla strada che da Montectini porta a Pescia (Pistoia), venne ferito da arma da fuoco, percosso, calpestato e lasciato su un mucchio di ghiaia. Solo dopo due ore poté essere raccolto dai fascisti di Montecatini e trasportato all’ospedale dove mor`, qualche giorno dopo.
11.09.1921 - Andreani Alcide – nato a Colonnata (Massa Carrara) 2.9.1903 – aggredito e ucciso da un guppo di facinorosi, a Colonnata (Massa Carrara).
11.09.1921 - Frigeri Secondo – nato a Sorgà (Verona) 14.4.1894 – caduto nel corso di uno scontro armato con alcuni Social-Comunisti, a Bonferraro (Verona).
15.09.1921 - Cappellozza Evaristo – nato a Vighizzolo d’Este (Padova) 14.7.1891 – ucciso con quattro colpi di rivoltella, a Crosara (Padova), da alcuni antifascisti.
15.09.1921 - Sassek Alfredo – nato a Pola 26.5.1903 – caduto in un’imboscata tesa ad un gruppo di Fascisti da alcuni Comunisti, a Pola. Gravemente ferito al viso e ad una coscia, venne trasportato all’ospedale e vi decedette alcuni giorni dopo.
22.09.1921 - Cattaneo Mario – nato a Olevano (Pavia) 7.9.1902 – cadde ucciso a tradimento mentre di notte transitava per una strada del paese, a Borgolavezzaro (Novara).
26.09.1921 - Carpigiani Umberto – nato a Mirandola (Modena) 12.6.1904 – caduto sotto i colpi delle Guardie Regie a Modena.
26.09.1921 - Bosi Ezio – nato a S. Cesario sul Panaro (Modena) 10.4.1898 – caduto sotto i colpi delle Guardie Regie a Modena.
26.09.1921 - Gallini Gioacchino – nato a Finale Emilia (Modena) 16.7.1897 - caduto sotto i colpi delle Guardie Regie.
26.09.1921 - Micheli Giovanni – nato a Bologna 6.1.1888 - cadde a Modena, con altri camerati, sotto i colpi delle Guardie Regie.
26.09.1921 - Sanlej Aurelio – nato a Vignola (Modena) 9.11.1900 – ucciso dal piombo delle Guardie Regie, a Modena.
26.09.1921 - Sinigaglia Duilio – nato a Modena 14.10.1898 - cadde a Modena, con altri camerati, sotto i colpi delle Guardie Regie.
26.09.1921 - Zulato Alfredo – Rovigo 10.9.1902 - cadde a Modena, con altri camerati, sotto i colpi delle Guardie Regie.
30.09.1921 - Maranta Battista – nato a Pisogne (Brescia) 4.10.1895 – gravemente ferito con arma da fuoco in un agguato tesogli da alcuni sovversivi presso la stazione di Pisogne. Morì di lì a qualche giorno nell’ospedale di Brescia.
02.10.1921 - Arbizzi Enea – nato a Campogalliano (Modena) 14.2.1898 – caduto crivellato da venti ferite, dopo essere stato aggredito a Fossoli (Modena) da ben dieci avversari armati di pugnali.
03.10.1921 - Cristiani Ferruccio – nato a Staffoli (Pisa) 19.2.1902 – venne ucciso in un conflitto a fuoco con elementi antinazionali.
04.10.1921 - Berutti Gabriele – nato a Torino 3.7.1902 – caduto in un’imboscata tesagli da un gruppo di Comunisti che lo falciarono con una scarica di rivoltellate.
07.10.1921 - Scalvenzi Giacomo – nato a Corticelle Pieve (Brescia) 6.6.1874 – crrivellato di pugnalate a Brescia da un gruppo di sovversivi che volevano impadronirsi del tricolore che stava sventolando. 
08.10.1921 - Garuti Tullio – nato a Modena 12.6.1902 – gravemente ferito nel corso di una dimostrazione a Modena, il 26 settembre 1921, morì qualche tempo dopo.
12.10.1921 - Leoni Settimo – nato a Mantova 10.3.1903 – aggredito da alcuni sovversivi in agguato, fu colpito da questi ultimi con dei bastoni e gli spararono un colpo di rivoltella alla testa. Morì all’ospedale di Mantova dopo due mesi di sofferenze.
15.10.1921 - Ponti Battista – nato a Clarnago (Varese) 18.10.1901 – ucciso in un agguato Comunista, mentre assisteva ad un comizio del Blocco Nazionale, a Gallarate (Varese).
15.10.1921 - Rossini Livio – nato a Bargone (Parma) 17.9.1903 – ucciso da un Comunista con cinque colpi di pistola, a Fidenza (Parma).
16.10.1921 - Pacini Gino – nato a Cerreto Guidi (Firenze) 29.12.1899 - aggredito e mortalmente ferito, dcedette il giorno successivo all’ospedale di Fucecchio (Firenze).
17.10.1921 - Bellani Angelo - nato a Villanterio (Pavia) 3.1.1895 - mortalmente ferito dalle fucilate sparategli da un gruppo di antifascisti, ad Albuzzano (Pavia).
17.10.1921 - Spinelli Giuseppe – nato a Marzabotto (Bologna) 1.10.1896 - morì in seguito a ferite riportate in un agguato, tesogli da alcuni Social-Comunisti in località Sperticano (Bologna).
17.10.1921 - Gambacciani Italo – nato a Montelupo (Firenze) 31.10.1905 – caduto in un’imboscata, fu assassinato a colpi di pistola, poiché si era rifiutato di consegnare ai sovversivi il suo distintivo fascista e di gridare “Viva la Russia”.
21.10.1921 - Petronio Antonio – nato a Visinada (Pola) 18.5.1887 – rapito, seviziato e trucidato dal un gruppo di sovversivi che fecero ritrovare il cadavere nel fondo di un burrone, orrendamente mutilato.
30.10.1921 - Montefiori Pietro – nato a Vezzano Ligure (La Spezia) 28.4.1878 – aggredito, insieme ad altri camerati, da un gruppo di Comunisti, fu ucciso da un colpo di rivoltella, a Ortonovo (La Spezia).
30.10.1921 - Saccardi Roberto – nato a Montelupo (Firenze) 29.11.1896 – rimasto ucciso a Signa (Firenze), in uno scontro con un gruppo di «Arditi del popolo».
02.11.1921 - Boselli Romolo – nato a Porto Mantovano (Mantova) 15.9.1898 – fermato da due individui che finsero di chiedergli informazioni, fu colpito alla schiena da vari colpi di rivoltella. Trascinatosi a casa venne poi trasferito all’ospedale dove spirò fra atroci dolori, a Castiglione delle Stiviere (Mantova).
09.11.1921 - Baldini Franco – nato a San Rocco al Porto (Milano) 27.3.1873 – caduto sotto i colpi di scariche di colpi di arma da fuoco, esplosi da alcuni sovversivi appostati dietro gli alberi di piazzale Tiburtino, a Roma.
11.11.1921 - Tabaroni Gino – nato a Bastiglia (Modena) 1.11.1905 - mentre con altri stava facendo una breve passeggiata, venne ucciso, a colpi di rivoltella, da due sovversivi, a Modena.
12.11.1921 - Vercesi Andrea – nato a Montù Beccaria (Pavia) 28.8.1898 - mentre stava rientrando alla propria abitazione, venne ucciso con colpi di rivoltella da sovversivi appostati nell’ombra, a Torre Sacchetti (Pavia).
14.11.1921 - Stabilini Giuseppe – nato a Spino d’Adda (Cremona) 1.6.1905 - con altri camerati venne fatto segno al fuoco dei sovversivi, che sparavano dalle strade e dalle finestre, riportò gravi ferite, in seguito alle quali decedette all’ospedale di Lodi.
16.11.1921 - Mutti Pierino – nato a Corcagnano (Parma) 9.5.1894 – di ritorno dal Congresso Fascista di Roma, venne colpito alla spina dorsale da una fucilata, mentre si stava recando al bar della stazione durante una fermata del treno ad Orvieto. Trasportato a Firenze, sotto il fuoco dei sovversivi che sparavano sulla barella e sul treno, si spense all’ospedale di Santa Maria Novella, a Firenze.
20.11.1921 - Mainardi Ercole – nato a Castel San Giovanni (Piacenza) 28.5.1899 – ucciso da un sovversivo con due colpi di pistola, a Castel San Giovanni (Piacenza). 
23.11.1921 - Derin Giuseppe – nato a Monte di Capodistria (Pola) 21.10.1886 – colpito a morte da una revolverata sparatagli da alcuni slavo-comunisti, mentre rientrava a casa con alcuni camerati.
23.11.1921 - Ravaglia Remo – nato a Sassoleone (Bologna) 10.4.1901 – caduto in un agguato tesogli da numerosi Comunisti che, dopo averlo ferito alla fronte, lo finirono con ripetuti colpi di pietra alla testa, a Castel San Pietro (Bologna).
24.11.1921 - Zanni Alessandro – nato a Montecatini Val di Nievole (Pistoia) 10.8.1904 - provocato ed ucciso con un colpo di pstola all’addome da alcuni sovversivi, a Pescia (Pistoia).
25.11.1921 - Moretti Erminio – nato a S. Martino in Strada (Milano) 27.4.1891 – aggredito e ferito alla nuca con un colpo di scure da un gruppo di Comunisti, morì cinque giorni dopo, a S. Martino in Strada (Milano).
27.11.1921 - Barnabà Giuseppe - nato a Casalfiumanese (Bologna) 19.12.1886 – caduto in un agguato tesogli dai sovversivi, a Castel San Pietro (Bologna), rimase gravemente ferito e spirò alcuni giorni dopo.
04.12.1921 - Rossi Pierino – nato in Brasile 16.9.1902 - aggredito e bastonato da un centinaio di Comunisti. Soccorso dai Carabinieri e trasportato alla sua abitazione, Bottrighe (Rovigo), vi morì un mese dopo.
08.12.1921 - Zanella Vincenzo – nato a Bergantino (Rovigo) 7.6.1889 – caduto in un’imboscata tesa a lui e ai suoi camerati da alcuni Comunisti, a Bergantino (Rovigo).
13.12.1921 - Ghizzi Umberto – nato a S. Paolo (Brasile) 25.1.1899 - colpito all’addome dai Carabinieri, nel corso di controllo. Dopo un mese si spense all’ospedale di Viadana (Mantova).
20.12.1921 - Tinazzi Italo – nato a Montorio (Verona) 30.11.1898 - durante una spedizione a Pozzonovo (Padova), si scontrò con il Sindaco comunista e venne da questi ferito gravemente, morendo tra atroci sofferenze
24.12.1921 - Cesari Ernesto – nato a Calderara di Reno (Bologna) 24.12.1894 – gravemente ferito in un conflitto a fuoco con alcuni Antifascisti, si spense circa un mese dopo all’ospedale di Bologna.
26.12.1921 - Cini Remo – nato a Correggioverde (Mantova) 24.5.1903 – colpito a morte a Dosolo (Mantova), da un gruppo di aggressori che poi fuggirono nei campi col favore della nebbia e delle tenebre.
29.12.1921 - Cannavale Alfredo – nato a Napoli 4.12.1894 – caduto nel corso di un conflitto a fuoco con alcuni antifascisti, a Napoli.

Fascisti assassinati o uccisi (1922 - fino al 28 Ottobre)
04.01.1922 - Urh Giuseppe – nato a Postumia Grotte (Trieste) 20.4.1899 – ucciso in un agguato tesogli da alcuni Slavi, con vari colpi d’arma da fuoco, a Postumia (Trieste).
08.01.1922 - Arata Lorenzo – nato a S. Pietro in Cerro (Piacenza) 18.8.1898 – ucciso, senza nessuna provocazione, con tre colpi di pistola, da un gruppo di giovani appartenenti a delle organizzazioni bianche, a Cò Trebbia Nuova (Piacenza).
08.01.1922 - Morelli Giulio – nato a Bergiola (Massa Carrara) 28.3.1898 – ucciso da fucilate tirategli da alcuni Antifascisti, mentre con altri due camerati stava cercando di correre in aiuto al comandante delle squadre d’azione bergiolesi.
08.01.1922 - Picciati Eugenio – nato a Carrara 8.7.1900 – la sera dell’8 gennaio 1922 rimase mortalmente ferito a causa di un’aggressione nella quale caddero anche il fratello e un altro fascista, a Bergiola (Massa Carrara).
08.01.1922 - Picciati Renato – nato a Carrara 30.4.1899 – caduto insieme al fratello e ad un altro fascista, per un’aggressione da parte di alcuni sovversivi, a Bergiola (Massa Carrara).
09.01.1922 - Montini Ambrogio – nato a Suna di Pallanza (VCO) 18.8.1900 - minacciato ripetutamente perché non si voleva iscrivere ai partiti sovversivi. Quando si seppe che aveva aderito al Partito Nazionale Fascista fu ucciso a tradimento, a Suna di Pallanza (VCO).
17.01.1922 - Florio Federico Guglielmo – nato a Gaeta (Littoria) 14.1.1899 – ucciso a tradimento da alcuni sovversivi, a Prato.
22.01.1922 - Pagani Antonio – nato a Gadesco (Cremona) 17.1.1897 - aggredito la sera del 21 dicembre 1921, mentre rincasava. Morì circa un mese dopo per le ferite riportate, a Cremona.
31.01.1922 - Folsani Lorenzo – nato a S. Bernardino (Ravenna) 29.5.1898 - mentre ritornava a casa, fu vittima di un’aggressione da parte di due Comunisti che gli spararono, uccidendolo, a Voltana (Ravenna).
13.02.1922 - Calamai Ischiras – nato a Coiano (Prato) 18.2.1900 – ucciso da due sovversivi, a Cartaia Vecchia (Prato).
14.02.1922 - Costa Pio – nato a Pilastro (Parma) 5.5.1905 – ferito mortalmente con un colpo di moschetto, da un «Ardito del popolo», spirò il giorno dopo all’ospedale di S. Michele di Tiorre (Parma).
16.02.1922 - Marazzina Giovanni – nato a Lodi 20.10.1896 - mentre si trovava vicino alla chiesa di Agnadello (Cremona), venne assalito da alcuni Comunisti, che lo uccisero con un colpo alla nuca.
18.02.1922 - Paltrinieri Eugenio – nato a Carpi (Modena) 5.11.1902 - ucciso a colpi d’arma da fuoco in uno scontro coi sovversivi, a Carpi (Modena).
19.02.1922 - Podestà Francesco – nato a Nizza Marittima (Francia) 7.3.1872 - assassinato a colpi di pistola da un numeroso gruppo di «Arditi del popolo», a La Spezia.
20.02.1922 - Landini Alberto – nato a La Spezia 19.11.1900 – gravemente ferito nel corso di un’imboscata, decedette quattro giorni dopo, a Lerici (La Spezia).
01.03.1922 - Fontana Alfredo – nato a Pisa 10.6.1899 - assalito da un gran numero di sovversivi, ebbe il cervello perforato da un colpo di fucile, a Fiume.
01.03.1922 - Martelli Gino – nato a Roma 22.1.1904 – nel corso di uno scontro con alcuni sovversivi, venne circondato ed ucciso a colpi di roncole, coltelli ed accette, a Massalombarda (Ravenna).
03.03.1922 - Meazzi Edoardo – nato a Montieri (Grosseto) 9.12.1897 – rimasto ucciso durante la presa d’assalto del Municipio di Fiume.
03.03.1922 - Stojan Spiridione – nato a Traù (Spalato) 11.12.1898 - nei giorni dell’insurrezione contro il governo autonomo di Riccardo Zanella, si recò a Fiume. Cadde nel primo assalto contro il Palazzo del governo.
03.03.1922 - Zanfrognini Pio – nato a Cavezzo (Modena) 7.7.1902 - ucciso da un colpo d’arma da fuoco, nel corso di una spedizione contro i sovversivi di S. Martino Secchia (Modena).
07.03.1922 - Trevisan Mario – nato a Lancenigo (Treviso) 2.4.1903 – una sera si imbatté in quattro «Arditi del popolo» che gli imposero di togliersi il distintivo fascista. Avendo egli opposto un deciso rifiuto, venne da loro ucciso, a Trieste.
19.03.1922 - Tovaglioli Natale – nato a Cozzo (Pavia) 25.12.1899 – attirato da alcuni sovversivi in un circolo di Casalvolone (Novara), venne assalito e ucciso.
24.03.1922 - Ferrari Umberto – nato a Pieve di Coriano (Mantova) 13.7.1881 – aggredito a più riprese dai sovversivi durante lo stesso giorno, fu alla fine ucciso, colpito selvaggiamente al cranio con il calcio di una pistola. Decedette due mesi dopo all’ospedale di Ostiglia (Mantova).
29.03.1922 - Branchi Walter – nato a Felino (Parma) 5.8.1905 – ferito mortalmente al petto da un colpo di rivoltella, nel corso di un tafferuglio con alcuni Antifascisti, a Parma.
02.04.1922 - Zeni Carlo – nato a Pieve Delmona (Cremona) 3.4.1896 - audace e coraggioso, era particolarmente stimato per il suo passato militare. I Comunisti, vedendo in lui un ostacolo alla loro propaganda, lo assassinarono a tradimento, a Pozzaglio ed Uniti (Cremona).
10.04.1922 - Migliori Giovanni – nato a S. Lucido (Cosenza) 13.3.1903 - atteso in un posto isolato e colpito in pieno con una fucilata, gli assassini sfogarono sul cadavere la loro ferocia e gli fracassarono la testa a sassate, fino a fare uscire la materia cerebrale, a Giuncarico (Grosseto).
16.04.1922 - Buriani Ettore – nato a Baricella (Bologna) 15.8.1903 – circondato da un gruppo di Comunisti, ed avendo rifiutato di togliersi il distintivo fascista, venne assalito e gravemente ferito da colpi di pistola sparatigli a bruciapelo. Benché a terra morente, fu finito a bastonate sul capo, a Boschi di Baricella (Bologna).
19.04.1922 - Olivares Alfredo – nato a Sparanise (Napoli) 21.9.1902 – mortalmente ferito da alcuni Comunisti in agguato, mentre rincasava, a Trieste.
23.04.1922 - Ivancich Aldo – nato a Lussinpiccolo (Pola) 2.4.1907 – ucciso in un agguato da parte di alcuni Comunisti, a Trieste.
23.04.1922 - Veroli Guglielmo – nato a Tivoli (Roma) 1899 – ucciso mentre stava discutendo con un avversario politico, a Tivoli (Roma).
24.04.1922 - Pepe Ugo – nato a Gaeta (Littoria) 29.5.1901 - aggredito da un numeroso gruppo di «Arditi del popolo» e, nonostante si fosse difeso con il suo piccolo bastone, fu ferito da cinque colpi di rivoltella all’addome. Morì all’ospedale due giorni dopo, a Milano.
26.04.1922 - Rocca Francesco – nato a Solarolo (Mantova) 12.9.1888 – ferito da un Carabiniere all’addome e al braccio destro. Trasportato all’ospedale di Mantova, morì alcuni giorni dopo.
01.05.1922 - Barbetta Augusto - nato a Vighizzolo (Padova) 20.7.1895 – preso sotto il fuoco di un’imboscata sovversiva, fu ucciso con tre suoi camerati, a Megliadino S.Vitale (Padova).
01.05.1922 - Bardiani Tancredi - nato a Basilicanova (Parma) 12.3.1903 - mentre procedeva in bicicletta con altri squadristi in direzione di Tortiano (Parma), venne fermato dai Carabinieri. I fascisti vennero inviati a disperdersi, onde evitare possibili incidenti. Bardiani ottemperò all’ordine e si staccò dagli altri, ma, rimasto isolato, venne circondato da un gruppo di sovversivi. Si difese strenuamente con l’unica arma che aveva, un grosso chiodo, ma venne sopraffatto e ucciso. Gli assalitori continuarono ad infierire sul giovane anche dopo la sua morte, riconducendolo in uno stato irriconoscibile.
01.05.1922 - Barolo Luigi - nato a Medigliano S.Vitale (Padova) 21.3.1902 - ucciso a fucilate da alcuni sovversivi in agguato, mentre si recava a Megliadino S.Vitale.
01.05.1922 - Prefumo Andrea – nato a Quiliano (Savona) 11.1.1880 – colpito al petto da un proiettile nel corso di uno scontro con alcuni Antifascisti, spirò tra le braccia del fratello, a Quiliano (Savona).
01.05.1922 - Zogno Pietro – nato a Ponso (Padova) 27.12.1903 - ucciso a fucilate dai sovversivi, mentre si recava con la sua squadra in aiuto dei camerati di Megliadino S.Vitale (Padova).
08.05.1922 - Giaroli Alfeo – nato a Vezzano sul Crostolo (Reggio Emilia) 24.5.1900 – ferito gravemente nel corso di un’imboscata, decedette il giorno dopo all’ospedale di Reggio Emilia.
17.05.1922 - Dessy Giovanni – nato a Nuoro 5.9.1892 – mentre con una squadra armata, cercava di fermare un’auto sospetta, venne colpito mortalmente da una pallottola, a Orbetello (Grosseto).
21.05.1922 - Poggi Oliviero – nato a S. Giorgio di Piano (Bologna) 6.11.1904 - la sera del 21 maggio, avendo avuto notizia che qualcosa di grave stava accadendo alla caserma dei carabinieri di Corticella, si recò colà con alcuni camerati, ma in quell’azione cadde colpito da una revolverata al petto.
22.05.1922 - Mucciarelli Antonio – nato a Tatti (Grosseto) 7.5.1861 – caduto in un’imboscata tesagli da alcuni Antifascisti, coadiuvati da alcuni disertori, a Tatti (Grosseto).
22.05.1922 - Stefani Enrico – nato a Vetulonia (Grosseto) 16.7.1894 – mentre si recava in barroccio a Massa Marittima, rimase vittima di un agguato da parte di sovversivi appostati dietro una siepe, a Tatti (Grosseto). 
25.05.1922 - Mortarotti Camillo – nato a Vignale (Alessandria) 6.4.1904 - assalito da quattro Comunisti, protetti dall’oscurità, e ucciso con il fratello Felice, a Vignale (Alessandria).
25.05.1922 - Mortarotti Felice – nato a Vignale (Alessandria) 29.1.1899 - ucciso, unitamente al fratello Camillo, da quattro Comunisti, a Vignale (Alessandria).
26.05.1922 - Cavedoni Celestino – nato a Mestre (Venezia) 23.1.1890 – ucciso con una bomba a mano lanciatagli addosso in un agguato sovversivo, a Santa Viola (Bologna).
26.05.1922 - Poma Domenico – nato a Antegnate (Bergamo) 11.11.1898 – la sera del 17 maggio 1922, mentre tornava a casa, rimase vittima di un agguato. Colpito con pietre e ciottoli decedette dopo nove giorni di agonia, a Antegnate (Bergamo).
30.05.1922 - Cremona Linneo – nato a Calvatone (Cremona) 13.6.1875 – caduto vittima di un agguato notturno, tesogli da alcuni Comunisti, a Calvatone (Cremona).
11.06.1922 - Maserati Antonio – nato a Gazzola (Piacenza) 11.6.1899 – nel corso di un’azione contro gli «Arditi del popolo», un gruppo di fascisti caddero in un agguato. Cercando scampo verso il Po, il Maserati fu raggiunto nella boscaglia e assassinato a pugnalate, in località Piattello (Piacenza).
11.06.1922 - Salvestrini Giuseppe – nato a S. Casciano Val di Pesa (Firenze) 5.1.1905 - ucciso in un agguato, mentre transitava con i suoi camerati in una via di Piombino.
15.06.1922 - Boscarolli Giovanni – nato a Trieste 12.12.1903 – mentre rincasava, in compagnia del camerata Emilio Rovatti, venne aggredito, per strada, a Trieste, da quattro sovversivi che spararono vari colpi di pistola sui due fascisti. Il Boscaioli fu ucciso sul colpo, mentre il Rovatti riportò una grave ferita, che qualche anno dopo l’avrebbe condotto alla morte.
15.06.1922 - Pellizzoni Luigi – nato a Fino Mornasco (Como) 16.2.1891 - aggredito da due Comunisti che lo pugnalarono alle spalle, a Vitorchiano (Viterbo), decedette all’ospedale quattro giorni dopo.
18.06.1922 - Piacentini Lorenzo – nato a Offanengo (Cremona) 24.6.1900 - ucciso da una fucilata sparata da alcuni sovversivi che avevano teso un’imboscata a lui e ad altri tre camerati, a Madignano (Cremona).
19.06.1922 - Mainetti Carlo – nato a Vidigulfo (Pavia) 8.2.1869 - ucciso a colpi di randello da parte di un gruppo di sovversivi, a Bereguardo (Pavia).
22.06.1922 - Haynau Willy – nato a Trieste 13.6.1902 – ucciso in un agguato sovversivo, a Trieste, dopo essere scampato a numerose altre aggressioni.
02.07.1922 - Petruzzelli Nicola – nato ad Andria (Bari) 24.7.1901 – caduto in un’imboscata tesagli la mattina del primo luglio 1922.
04.07.1922 - Ricci Giuseppe – nato a Vitorchiano (Viterbo) 9.4.1897 – di ritorno dal lavoro, la notte fra il 3 e il 4 luglio del 1922, mentre attraversava la piazza del paese, alcuni Socialisti lo aggredirono a fucilate. Colpito alle spalle, morì quasi subito, a Vitorchiano (Viterbo).
06.07.1922 - Passoni Luigi – nato a Venezia 28.10.1903 - gravemente colpito da arma da fuoco nel corso di un’azione contro i sovversivi, decedette dopo quindici giorni di sofferenze, a Venezia.
08.07.1922 - Fugagnollo Armando – nato a Vicenza 20.7.1904 – ucciso nel corso di uno scontro armato con i sovversivi, a Vicenza.
09.07.1922 - Ridone Angelo - nato a Casalino (Novara) 1.10.1895 - accorso in aiuto di un ragazzo, percosso da alcuni sovversivi che gli avevano strappato il nastrino tricolore che portava al’occhiello. Nel tafferuglio che ne seguì il Ridoni venne colpito mortalmente da tre colpi di rivoltella e decedette durante la notte all’ospedale di Vercelli.
14.07.1922 - Baroni Giovanni - nato a Marmirolo (Mantova) 20.6.1889 – ucciso da un Carabiniere ad un posto di blocco, ad Acquanegra sul Chiese (Mantova). 
15.07.1922 - Bernini Eliseo – nato a Lugano (Svizzera) 3.2.1902 – mentre tornava alla sua abitazione di Turro (Milano), cadde in un agguato dei sovversivi e fu ucciso da colpi di arma da fuoco.
16.07.1922 - De Michelis Luigi – nato a Terrasa Lomellina (Pavia) 13.10.1888 – assassinato a colpi di tridente da una folla di sovversivi, a Lumellogno (Novara).
18.07.1922 - Coppa Luigi – nato a Laveno (Varese) 14.9.1898 – ferito gravemente da un colpo di pistola sparato da un Comunista, decedette qualche ora dopo all’ospedale di Novara.
23.07.1922 - Falcone Michele – nato a Serracapriola (Foggia) 16.7.1901 – essendosi recato a Viterbo con una squadra romana, venne ucciso dal piombo dei sovversivi.
24.07.1922 - Biginelli Ardingo – nato a Mombello Monferrato (Alessandria) 17.3.1876 – mentre tornava alla propria abitazione, venne avvicinato da un sovversivo che, dopo poche parole, lo uccise con un colpo di rivoltella, a Mombello Monferrato (Alessandria).
26.07.1922 - Balestrazzi Giovanni - nato a Ravenna 4.10.1886 – assalito da un gruppo di sovversivi a Ravenna, fu sopraffatto da questi ultimi e cadde crivellato di colpi.
30.07.1922 - Grossi Aldino – nato a Massafiscaglia (Ferrara) 13.3.1903 – mortalmente ferito la sera del 29 luglio 1922 in un agguato comunista, mentre con altri fascisti ferraresi si apprestava a partecipare ad un’importante azione a Ravenna.
30.07.1922 - Montanari Clearco – nato a Sant’Agata Bolognese (Bologna) 18.6.1898 - morì in seguito a ferite riportate in un’imboscata di Repubblicani e Comunisti, alla vigilia dello “sciopero legalitario”, indetto dall’Alleanza del Lavoro, a Cesenatico (Forlì).
01.08.1922 - Contro Leonio – nato ad Ariano Polesine (Rovigo) 24.8.1894 – ucciso a Susegana (Treviso), in un conflitto con i sovversivi.
01.08.1922 - Tonoli Emilio – nato a Milano 21.3.1900 - ucciso da colpi d’arma da fuoco, mentre cercava di superare i reticolati durante l’assalto alla sede de “L’Avanti !”, nelle giornate dello “sciopero legalitario”, a Milano.
02.08.1922 - Andena Luigi – nato a Foligno (Perugia) 20.3.1878 – caduto in un conflitto con alcuni Antifascisti, a Foligno.
02.08.1922 - Forlani Attilio – nato a Pescara 30.3.1896 - mentre guidava un treno, nei pressi di Osimo (Ancona), rimase vittima di un attentato dei sovversivi, che avevano sbullonato le rotaie, causando il deragliamento del convoglio.
02.08.1922 - Mazzucco Egidio – nato a Ticineto (Alessandria) 8.10.1901 - colpito da nove pugnalate sferrate da alcuni Antifascisti, spirò all’ospedale di Genova, dopo breve e dolorosa agonia.
02.08.1922 - Tabanelli Andrea – nato ad Imola (Bologna) 25.7.1905 – ucciso da un anarchico nel corso di un’imboscata tesa ad un gruppo di fascisti, ad Imola (Bologna).
04.08.1922 - Amadei Odoardo – nato a Cortile di Carpi (Modena) 14.3.1898 – caduto con i suoi camerati in un’imboscata, fu ucciso mentre si dissetava ad una fontanella e spirò poche ore più tardi, a Sala Baganza (Parma).
04.08.1922 - Crespi Edoardo – nato ad Azzate (Varese) 27.3.1892 – mentre con altri squadristi transitava per un piazzale di Milano a bordo di un autocarro, venne improvvisamente investito da una raffica di colpi d’arma da fuoco. Caduto agonizzante al suolo, venne finito a pugnalate dai sovversivi che avevano teso l’imboscata.
04.08.1922 - Germini Gino – nato a Viano (Reggio Emilia) 15.11.1891 - colpito da un proiettile, nel corso di una colluttazione con alcuni sovversivi, decedette in seguito all’ospedale di Scandiano (Reggio Emilia).
04.08.1922 - Melloni Cesare – nato a Milano 15.2.1897 – caduto durante l’assalto alla sede del quotidiano “L’Avanti !” colpito da una bomba lanciata dagli «Arditi del popolo».
04.08.1922 - Tanzi Ettore – nato a Collecchio (Parma) 27.6.1888 – sfuggito ad una prima imboscata tesagli da alcuni Comunisti, venne di nuovo raggiunto e trucidato a colpi d’arma da fuoco, di scure e di calcio di fucile, a Sala Baganza (Parma).
05.08.1922 - Martini Primo – nato ad Apuania 26.2.1893 - Mentre con altri camerati si dirigeva verso il porto di Genova, per occuparlo, venne colpito da uno dei tanti colpi sparati contro i fascisti. Cadde proprio sotto la lapide che ricordava il sacrificio di Goffredo Mameli.
05.08.1922 - Mini Alessandro – nato a Piancastagnaio (Siena) 10.8.1894 – fatto segno, insieme alla sua squadra, a fucilate e a lanci di bombe a mano da parte di alcuni Comunisti in agguato, Alessandro Mini, fu colpito al capo da una bomba. Si spense qualche ora dopo all’ospedale di Muggia.
05.08.1922 - Peviani Giuseppe – nato a Casalpusterlengo (Lodi) 3.12.1886 - aggredito a colpi di pistola da un gruppo di «Arditi del popolo». Colpito al torace il Peviani cadde al suolo, allora i sovversivi gli furono addosso e lo colpirono ripetutamente con dei bastoni, vibrandogli, poi, una pugnalata al collo. Morì qualche tempo dopo, a causa delle ferite ricevute.
06.08.1922 - Giorgi Ferdinando – nato a Bologna 10.12.1900 – ucciso in un agguato di sovversivi, a Bologna.
06.08.1922 - Porri Giuseppe – nato a Pietra de’Giorgi (Pavia) 15.10.1899 – colpito da un proiettile ed ucciso nel corso di uno scontro con i sovversivi, a Binasco (Milano).
12.08.1922 - Bencivenni Teodoro - nato ad Anzola dell’Emilia (Bologna) 5.11.1897 - aggredito e pugnalato la sera del primo Agosto 1922 a Lavino di Mezzo, morì dopo lunga agonia all’ospedale Maggiore di Bologna.
13.08.1922 - Gambarotti Carlo – nato a Cella Dati (Cremona) 24.9.1894 – ucciso nel corso di un tafferuglio con i sovversivi, a Ca’ dei Bonavogli (Cremona).
15.08.1922 - Ponti Attilio – nato a Cespatina (Milano) 6.10.1902 – di sera, verso mezzanotte i sovversivi, incontrato il Ponti solo e disarmato, lo assalirono. Egli reagì energicamente, ma venne ben presto sopraffatto, ed un Comunista, estratto un coltello a serramanico, glielo conficcò nel petto uccidendolo, a S. Pellegrino (Bergamo)..
22.08.1922 - Casarotti Carmelo – nato a Salvaterra (Rovigo) 9.9.1906 – ucciso dopo che la sua squadra era stata investita da una scarica di fucileria e da colpi di rivoltella da parte dei socialisti in agguato dietro una siepe, Stienta (Rovigo).
23.08.1922 - Piovesan Giuseppe – nato a Castelfranco Veneto (Treviso) 7.9.1890 - ucciso da un sovversivo a Treviso con un colpo di rivoltella.
26.08.1922 - Colonnata Isaia – nato a Vinca (Massa Carrara) 23.6.1892 – La sera del 26 agosto 1922 cercò di sedare un tumulto scoppiato fra sovversivi ubriachi, ma costoro reagirono uccidendolo con un colpo di rivoltella, a Vinca (Massa Carrara).
01.09.1922 - Maccarani Italo – nato a Foligno (Perugia) 4.9.1898 – caduto nel corso di uno scontro con i sovversivi, a Terni.
02.09.1922 - Sammarchi Silvio – nato a Lagaro (Bologna) 15.6.1897 – caduto in un agguato tesogli da alcuni Comunisti nelle vicinanze dell’Ospedale della Direttissima, a Labaro (Bologna).
04.09.1922 - Botturi Ferdinando – nato a Gambara (Brescia) 22.2.1900 – la sera del 2 settembre 1922 venne a diverbio con un sovversivo che, senza esitare, gli sparò a bruciapelo una rivoltellata. Il proiettile penetrò nella cavità cerebrale e il Botturi si spense dopo due giorni di sofferenze.
06.09.1922 - Brumana Mario – nato a Costa Valle Imagna (Bergamo) 1.2.1901 – gravemente ferito in un’imboscata tesagli da alcuni sovversivi, spirò lo stesso giorno all’ospedale di Gallarate (Varese).
06.09.1922 - Cavallari Giuseppe – nato a Borgomanero (Novara) 21.12.1900 – aggredito da due Comunisti sulla porta della casa di un amico a Moncalieri (Torino), fu ucciso da questi ultimi con alcuni colpi di rivoltella ad un polmone ed alla spina dorsale che lo portarono alla morte poche ore dopo. 
09.09.1922 - Turchi Libero – nato a Campiglia Marittima (Livorno) 9.4.1907 - Pisa 09.09.1922 - mentre con alcuni camerati ritrornava da Cafaggio, cadde vittima di un imboscata. Morì ventidue giorni dopo all' ospedale di Pisa.
17.09.1922 -Michelessi Guido – nato a Controguerra (Teramo) 9.10.1891 – ucciso da un sovversivo che non aveva voluto esporre il tricolore, nella località di Controguerra (Teramo).
17.09.1922 - Sanfelice Felice – nato a Gallipoli (Lecce) 1.12.1876 – caduto in un agguato di sovversivi, venne trafitto ed ucciso da numerose pugnalate, a Gallipoli (Lecce).
17.09.1922 - Viesti Giuseppe – nato a Ginosa (Taranto) 12.10.1888 – ucciso nel corso di un’azione, a Taranto.
23.09.1922 - Belfiore Francesco - nato a Napoli 8.9.1894 – caduto sotto il fuoco di alcuni socialisti, mentre sfilava per le strade di S. Maria Capua Vetere (Caserta).
24.09.1922 - Cattapan Antonio – nato a S. Paolo (Brasile) 8.9.1894 – gravemente ferito in uno scontro con altri ferrovieri sovversivi, decedette dopo un mese di sofferenze, a Mestre (Venezia).
01.10.1922 - Doglia Gustavo – nato a Valenza (Alessandria) 10.1.1900 – ferito mortalmente al petto da un colpo d’arma da fuoco, sparatogli da alcuni sovversivi, a Torino.
02.10.1922 - Fabi Furio - nato a Pievebovigliana (Macerata) 4.4.1902 – mentre cercava di soccorrere il comandante della squadra, colpito a morte da un Comunista, veniva raggiunto da numerosi colpi d’arma da fuoco, perdendo così la vita, a Fossombrone (Pesaro).
02.10.1922 - Fiorelli Antonio – nato a Torricella (Pesaro) 2.3.1897 – ucciso con un colpo di fucile, sparatogli dalla finestra di un Comunista, a Fossombrone (Pesaro).
17.10.1922 - Parisi Lavoro – nato a Busseto (Parma) 19.5.1904 – ucciso, a Mozzate (Como), mentre si apprestava a partire per una spedizione.
09.10.1922 - Amodeo Francesco – nato a Motta S.Giovanni (Reggio Calabria) 20.2.1889 – gravemente ferito in più parti del corpo da schegge di bomba e colpi di rivoltella, durante un conflitto a fuoco con alcuni sovversivi. Trasportato all’ospedale di Reggio Calabria vi morì il giorno seguente.
16.10.1922 - Grella Carlo – nato a Roma 27.4.1906 – non avendo ancora compiuto i 16 anni, fu ucciso con un colpo dipistola da un gruppo di «Arrditi del popolo» che l’avevano atteso sotto casa, a Roma, al ritorno da una lezione.
16.10.1922 - Vincenzi Pietro – nato a Nogara (Verona) 14.2.1905 - vittima di un’imboscata e gravemente ferito, decedette all’ospedale di Villimpenta (Mantova), il giorno seguente.
17.10.1922 - Cattelan Giovanni – nato a Venezia 24.5.1903 – ucciso da alcuni Comunisti, a Venezia.
18.10.1922 - Piccioni Pompilio – nato a Morro d’Alba (Ancona) 31.3.1890 – morto in seguito a ferita d’arma da fuoco riportata in un conflitto coi sovversivi, a Castelleone di Suasa (Ancona).
19.10.1922 - Colaprete Alfredo – nato a Sulmona (L’Aquila) 7.2.1904 – aggredito nel comune di Tagliacozzo da un gruppo di sovversivi, venne da loro seviziato e avvelenato.
24.10.1922 - Colarieti Arnaldo – nato a Rieti 7.7.1903 – colpito alla schiena da un colpo di arma da fuoco, nel corso di un tafferuglio, decedette il giorno successivo all’ospedale di Terni.
24.10.1922 - D’Onofrio Giovan Battista – nato a Baia e Latina (Caserta) 13.2.1878 - una sera, in seguito ad una vivace discussione con un noto Comunista, venne da questi ferito mortalmente con un colpo di rasoio, a Baia e Latina (Caserta).
27.10.1922 - Bassi Andrea - nato a Calvatone (Cremona) 25.7.1901 - ucciso durante l’assalto alla caserma dei Carabinieri di S. Giovanni in Croce, durante la mobilitazione fascista per la Marcia su Roma.
27.10.1922 - Casnigi Abele – nato a Piadena (Cremona) 26.12.1891 – rimasto ucciso con un altro fascista, in un conflitto con i militi dell’Arma, a S. Giovanni in Croce (Cremona). 
27.10.1922 - Cattadori Ferdinando – nato a Cremona 13.12.1905 – rimasto ucciso da una raffica di fuoco, davanti alla Prefettura di Cremona, nei giorni della Marcia su Roma.
27.10.1922 - Fantarelli Giovanni – nato a Cremona 20.6.1891 – rimasto ucciso durante l’attacco delle forze fasciste, alla Prefettura di Cremona.
27.10.1922 - Gerevini Pietro – nato a Pessina Cremonese 25.7.1892 - rimasto ucciso durante l’assalto alla Prefettura di Cremona.
27.10.1922 - Terreni Pietro – nato a Crotta d’Adda (Cremona) 25.2.1900 – caduto nell’assalto alla prefettura di Cremona, durante le giornate della Marcia su Roma.
28.10.1922 - D’Ambrosa Marcello – nato a Piedimonte d’Alife (Benevento) 6.10.1904 – la notte del 28 Ottobre 1922, mentre si trovava nella stazione ferroviaria di Caserta, venne dilaniato dallo scoppio di un ordigno esplosivo, posto sotto un sedile nella sala d’aspetto.
28.10.1922 - Iannarelli Armando – nato a Lucera (Foggia) 1894 – durante la Marcia su Roma ricevette incarichi di alta fiducia, nell’espletamento dei quali trovò la morte per mano di elementi sovversivi, a Tivoli (Roma).
28.10.1922 - Lulli Raffaele – nato a Palestrina (Roma) 4.11.1898 - ucciso proditoriamente con una fucilata, a Genazzano (Roma).
28.10.1922 - Apollonio Umberto – nato a Verona 21.5.1887 – mentre si recava alla ricerca di paglia per i bivacchi delle camicie nere, fu fatto segno a vari colpi di pistola esplosi da sovversivi appostati all’interno di una bottega, a Verona.
28.10.1922 - Ravetto Carlo – nato a Serravalle Sesia (Vercelli) 18.1.1903 – colpito ed ucciso dal fuoco della Forza pubblica, a Novara.
28.10.1922 - Rotelli Egisto – nato a Orbetello (Grosseto) 14.3.1892 – durante la Marcia su Roma, mentre si trovava a Palestrina (Roma) per partecipare ai funerali del fascista Lulli, venne ucciso in un’imboscata.
Fascisti assassinati o uccisi (tra il 28 Ottobre ed il 31 Dicembre 1922)
29.10.1922 - Falcetta Lorenzo – nato ad Andria (Bari) 29.10.1896 – di ritorno dall’adunata di Napoli e dall’azione squadristica di Foggia, cadde in un’imboscata organizzata da alcuni Comunisti, rimanendo ucciso dal piombo avversario, ad Andria (Bari).
29.10.1922 - Mogioni Benito – nato a Salci (Perugia) 6.10.1897 – ucciso a tradimento, nel corso della Marcia su Roma, sulla via Nomentana.
29.10.1922 - Vezzali Athos – nato a Bologna 24.8.1899 - ucciso durante un’azione compiuta nelle giornate della Marcia su Roma.
29.10.1922 - Zannini Amilcare – nato a S. Pietro in Casale (Bologna) 19.1.1905 - durante la mobilitazione dell’ottobre 1922, fu ucciso in un agguato tesogli da alcuni Comunisti, a Bologna.
29.10.1922 - Grassigli Paolo – nato a Bologna 8.5.1900 - aggredito dai sovversivi che gli infersero cinque colpi di pugnale. Morì all’ospedale, dopo 21 giorni di sofferenze, a Milano. 
29.10.1922 - Nannini Giancarlo – nato a Finale Emilia (Modena) 3.12.1899 – ucciso in un conflitto a fuoco con i Carabinieri, a Bologna.
29.10.1922 - Nepoti Alberto – nato a Altedo (Bologna) 20.7.1899 – ucciso da una scarica di fucileria, mentre tentava di perquisire una casa colonica di Antifascisti, a Altedo (Bologna).
29.10.1922 - Paoletti Oscar – nato a Sulmona (L’Aquila) 22.1.1895 - ucciso da una bomba a mano scagliatagli contro da un carabiniere, a Bologna.
30.10.1922 – Beltrame Edgardo - nato ad Udine 5.4.1904 - colpito mortalmente da una fucilata, dopo essere caduto, con altri camerati, in un’imboscata tesa loro da alcuni sovversivi a Castions di Strada (Udine). 
30.10.1922 - Pogliaghi Giuseppe – nato a Brescia 19.4.1895 - ucciso in un’azione contro i sovversivi del circolo panettieri di Brescia.
30.10.1922 - Ponzone Giovanni – nato a Ceglie Messapico (Brindisi) 17.9.1888 - ucciso da ignoti sovversivi, a Ceglie Messapico (Brindisi).
31.10.1922 - Bertè Bragalini Attilio – nato a Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) 16.9.1905 – ucciso con un colpo di moschetto da un Brigadiere dei Carabinieri, alla Stazione ferroviaria di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza).
31.10.1922 - Cova Duilio – nato a Castelnuovo Bariano (Rovigo) 7.7.1889 – ucciso con un colpo di pistola sparatogli da un sovversivo nascosto dietro ad una siepe, a Bergantino (Rovigo).
02.11.1922 - Amato Carlo Emanuele – nato a Catania 13.7.1905 – ucciso nel corso di uno scontro con alcuni Antifascisti, a Catania.
02.11.1922 - Origlia Luigi – nato a Caselle (Torino) 6.3.1905 – caduto fulminato da un colpo di pistola alla nuca, nel corso di uno scontro con alcuni Comunisti, a Balangero (Torino).
02.11.1922 - Rigoni Attilio – nato a Castel d’Agogna (Pavia) 13.2.1904 - investito da una raffica di fucileria e mortalmente ferito, decedette all’istante, a Milano, davanti alla sede dell’«Avanti».
04.11.1922 - Becocci Mario Carlo - nato a Milano 22.4.1895 - ferito gravemente il 29
Ottobre 1922 dalle Guardie Regie, decedendo alcuni giorni dopo.
04.11.1922 - Benini Egidio Giulio – nato a Modigliana (Forlì) 12.11.1898 – di ritorno da una gita con altri fascisti, fu assalito presso Tavarnuzze e bastonato a sangue. Contrasse un’invalidità che lo portò alla morte il 4 novembre 1922.
04.11.1922 - Cosentino Antonio – nato a Crotone 14.5.1899 – ferito a morte da un colpo di pistola sparato da alcuni sovversivi, a Crotone.
04.11.1922 - D’Apolito Vito – nato a Gioia del Colle (Bari) 16.6.1897 – il 4 novembre 1922 i sovversivi tentarono di disturbare le manifestazioni patriottiche per l’anniversario della Vittoria. Scoppiarono degli scontri e il D’Apolito venne colpito mortalmente alle spalle, a Ginosa (Taranto).
05.11.1922 - Giorcelli Giuseppe – nato ad Odalengo Piccolo (Alessandria) 12.3.1900 - fatto segno a numerosi colpi di fucile, sparati da alcuni Comunisti in agguato, e colpito in pieno petto, spirò qualche ora dopo in albergo, a Calosso (Asti).
05.11.1922 - Vicini Antonio – nato a Vicomoscano (Cremona) 17.10.1890 – gravemente ferito nell’assalto della Prefettura di Cremona, durante le giornate della Marcia su Roma, decedette alcuni giorni dopo.
08.11.1922 - Bongiovanni Giuseppe – nato a Casalmaggiore (Cremona) 11.2.1904 – colpito in uno scontro con la forza pubblica e gravemente ferito, morì alcuni giorni dopo, a Cremona.
11.11.1922 - Santini Luigi – nato a Palata Pepoli (Bologna) 20.2.1893 – ucciso durante gli scontri del Novembre 1922, in quel di Persiceto (Bologna), ove si era recato per aiutare alcuni camerati.
13.11.1922 - Sarzi Madidini Giuseppe – nato a Casalmaggiore (Cremona) 1.1.1897 – nel corso dell’assalto alla Prefettura di Cremona, rimase gravemente colpito. Ed a causa delle ferite riportate, decedette all’ospedale circa 15 giorni dopo, a Cremona.
10.12.1922 - Fricchione Gennaro – nato a Grottolella (Avellino) 6.8.1878 – ucciso con un colpo di trincetto vibrato da un Socialista, a Grottolella (Avellino).
13.11.1922 - Campanella Vito – nato a Mola (Bari) 5.5.1895 – costretto ad abbandonare Muggia, perché colpito da mandato di cattura per reati politici, vi rientrò il 13 novembre 1922, ma fu colpito a morte da alcuni sovversivi che gli tesero un’imboscata, a Muggia (Trieste).
16.11.1922 - Caronni Pietro – nato a Meda (Milano) 25.3.1904 – colpito a morte da numerose rivoltellate, mentre con la sua squadra stava rientrando a Cabiate (Como). 
20.11.1922 - Andreoli Pietro – nato a Rodengo (Brescia) 6.6.1892 – venuto a diverbio con un sovversivo fu da quest’ultimo ucciso con una coltellata alla gola, a Gussago (Brescia).
23.11.1922 - Fedeli Rinaldo – nato a Crotta d’Adda (Cremona) 3.7.1896 – rimasto gravemente ferito durante l’assalto alla Prefettura di Cremona, decedette dopo circa un mese.
23.11.1922 - Marini Armando – nato a S. Paolo (Brasile) 3.11.1898 – ucciso nel corso di uno scontro con i sovversivi, ad Ancona.
24.11.1922 - Mori Gino - nato a Cesena (Forlì) 15.11.1868 - ucciso in un’imboscata tesalgi da alcuni Comunisti, a S. Lazzaro di Savena (Bologna), mentre si recava da un ammalato.
24.11.1922 - Stirpe Gaetano – nato a Sezze (Littoria) 16.1.1903 - ucciso con due colpi di rivoltella da un Comunista, a Sezze (Littoria).
16.12.1922 - Rais Raffaele – nato a Porto Torres (Sassari) 21.8.1893 - colpito alla testa da
una pietra lanciata da un consistente gruppo di sovversivi locali, rimase gravemente ferito e decedette otto giorni dopo, a Sassari.
18.12.1922 - Dresda Giuseppe – nato a Pulsano (Taranto) 25.10.1895 – ucciso da colpi d’arma da fuoco sparati da tre sovversivi, a Torino.
19.12.1922 - Bazzani Lucio - nato a Viareggio (Lucca) 18.9.1904 – una sera, mentre era in giro con alcuni camerati, fu oltrepassato da tre individui indossanti mantelline militari, che improvvisamente aprirono il fuoco sui fascisti, colpendo Giuseppe Dresda, cha sarebbe deceduto il giorno seguente. Bazzani, dopo aver trasportato per un certo tratto il corpo del compagno caduto, tornò sul luogo dell’agguato per rintracciare gli aggressori, ma questi, una volta che l’ebbero visto, spararono ugualmente su di lui ferendolo mortalmente.
19.12.1922 - Ferro Guglielmo – nato a Maserà (Padova) 16.5.1894 – ucciso durante una mischia, provocata da elementi sovversivi, nel territorio di Salboro (Padova).
24.12.1922 - Dossena Carlo Zaccaele – nato a Codogno (Lodi) 28.8.1898 – rimasto ucciso nel corso di una colluttazione con alcuni Socialisti, a S. Stefano Lodigiano (Lodi).
24.12.1922 - Catena Mariano – nato ad Orte (Viterbo) 1.5.1905 – ucciso da una pugnalata sferrata da un gruppo di Social-Comunisti, a Bracciano (Roma).
25.12.1922 - Francescato Severino – nato a Salzano (Venezia) 13.12.1900 – nel corso di uno scontro con i sovversivi, fu colpito alla gola da un colpo di roncola, morendo dopo penose sofferenze, Noale (Venezia).
30.12.1922 - Porcù Del Nunzio Giovanni – nato a Sulmona (L’Aquila) 8.2.1896 – colpito mortalmente l cuore nel corso di uno scontro con alcuni Antifascisti, a Torino.

Fascisti assassinati o uccisi (Gennaio 1923 - Maggio 1924)
06.01.1923 - Poli Pietro – nato a Castiglione dei Pepoli (Bologna) 10.4.1899 – ucciso in un agguato tesogli da alcuni Social-Comunisti, a Montepiano (Firenze).
08.01.1923 - Palumbo Domenico – nato ad Acerra (Napoli) 20.2.1901 – rimasto gravemente ferito in una colluttazione con alcuni Socialisti che lo avevano aggredito insieme ad un suo camerata, decedette all’Ospedale della Pace di Napoli.
09.01.1923 - Papaccio Carmine – nato a Napoli 6.7.1890 – aggredito e mortalmente ferito assieme ad un altro camerata. I due decedettero all’Ospedale della Pace di Napoli.
09.01.1923 - Ruggiero Gennaro – nato a Brusciano (Napoli) 20.6.1897 - aggredito e gravemente ferito da un gruppo di sovversivi, mentre festeggiava la costituzione della locale sezione fascista. Decedette all’Ospedale della Pace di Napoli.
11.01.1923 - Ricciotti Dante – nato a Fivizzano (Massa Carrara) 15.7.1891 – ucciso in uno scontro con alcuni Antifascisti, ad Aulla (Massa Carrara). 
22.01.1923 - Lubrani Giovanni – nato ad Isola del Giglio (Grosseto) 7.12.1887 – aggredito ed ucciso a colpi di pistola e di pugnale da alcuni Comunisti, mentre di trovava sul posto di lavoro all’interno delle fonderie di Pertusola (La Spezia).
28.01.1923 - Berra Antonio – nato a Melegnano (Milano) 31.8.1898 – travolto proditoriamente ed ucciso da un’automobile, mentre percorreva in motocicletta la strada fra Melegnano e San Giuliano Milanese.
04.02.1923 – Uravich Martino – nato ad Altura di Nejazio (Pola) 1884 - mentre rincasava, venne colpito al capo da una grossa pietra e perdette i sensi. I suo aggressori, allora, uscirono dai nascondigli e lo finirono schiacciandogli il capo con altre grosse pietre, a Postumia (Trieste).
16.02.1923 - Algeri Pietro – nato a Retorbido (Pavia) 10.5.1895 – aggredito da un comunista a colpi di roncola. Morì dopo tre giorni di atroci sofferenze, a Retorbido (Pavia).
18.02.1923 - Giorgini Alfredo – nato a Artegna (Udine) 15.8.1905 – ucciso a colpi di fucile da alcuni sovversivi a Venzone (Udine), mentre transitava con altri camerati a bordo di un autocarro.
22.02.1923 - Piccinini Giovanni – nato a Campiano (Ravenna) 10.4.1890 – rimasto ucciso nel corso di uno scontro con alcuni Comunisti, a Campiano (Ravenna).
24.02.1923 - Ghisio Giuseppe – nato a Stroppiana (Vercelli) 14.11.1900 – ucciso con un colpo di pistola sparatogli da un sovversivo, a Prarolo (Vercelli).
01.03.1923 - Troncossi Aldo – nato a S. Marco (Ravenna) 2.6.1898 - mentre tornava a casa, sul ponte di S. Marco (Ravenna), cadde vittima di un agguato tesogli da alcuni sovversivi.
18.03.1923 - Merico Ernesto – nato a Zappello (Cremona) 6.4.1905 – ucciso nel corso di un diverbio con alcuni sovversivi, a Zappello (Cremona).
19.03.1923 - Marchisio Michele – nato a Magliano Alpi (Cuneo) 25.12.1885 - ucciso a tradimento con una coltellata alla schiena, sulla porta di un locale pubblico, a Ponte in Foglia (Pesaro).
22.03.1923 - Spaggiari Italo – nato a S. Pancrazio (Parma) 5.5.1904 - assassinato, in località Vicofertile, da un individuo in bicicletta che, dopo avergli sparato contro alcuni colpì di rivoltella, lo finì con un proiettile al cuore, a Vicofertile (Parma).
28.03.1923 - Marassi Giuseppe – nato a Muggia (Trieste) 26.3.1887 – aggredito e ucciso da un gruppo di comunisti in agguato, mentre ritornava a casa, a Muggia (Trieste).
13.04.1923 - Dentoni Mario – nato a Sassari 13.4.1885 – abbattuto con un colpo di pistola da un avversario che lo attendeva nell’ombra, all’uscita di un locale pubblico, a Carmen di Patagonia (Argentina).
19.04.1923 - Giustacchini Giuseppe – nato a Muscoline (Brescia) 19.5.1904 – colpito al petto con una coltellata infertagli da alcuni sovversivi che lo avevano attirato fuori da una trattoria, decedette all’ospedale di Brescia, quattro giorni dopo.
06.05.1923 - Rusticoni Rinaldo – nato a Milano 23.5.1893 – colpito a morte da una coltellata vibratagli da un sovversivo, all’uscita da un circolo, a Rumianca (Novara).
13.05.1923 - Gentilucci Azzolino – nato a Tolentino (Macerata) 22.7.1903 – gravemente ferito dagli «Arditi del popolo» nel quartiere San Lorenzo durante la Marcia su Roma, decedette qualche mese dopo, a Tolentino (Macerata).
22.05.1923 - Buttazzo Gino – nato a Lecce 28.7.1904 – colpito alle spalle da un colpo di rivoltella sparato da un Comunista, ad Avellino.
25.05.1923 - Scaramuzza Marco – nato a Sulzano (Brescia) 5.1.1891 – gravemente ferito da due colpi di pistola sparatigli da un Comunista, decedette all’ospedale di Bescia, dopo cinque giorni d’agonia.
03.06.1923 - Crenna Angelo – nato a Lesa (Novara) 3.4.1904 – colpito a morte dai sovversivi che si erano appostati dietro un muro, a Trieste. 
05.06.1923 - Gambini Enrico – nato a S. Prospero (Pisa) 6.1.1905 – ucciso a Pisa con un colpo d’arma da fuoco alla fronte da alcuni sovversivi, mentre si stava recando ad una adunata per una manifestazione fascista in piazza.
08.07.1923 - Priano Pietro – nato a Gavi (Alessandria) 1.4.1898 – ucciso con due colpi di pistola nei pressi della stazione ferroviaria di Serravalle Scrivia (Alessandria).
10.07.1923 – Dirani Antonio – nato a Bagnacavallo (Ravenna) 22.1.1906 – ucciso con un colpo di moschetto in uno scontro con la Forza pubblica, nei pressi del Palazzo di Giustizia di Bologna.
16.07.1923 - Pasquini Luigi Salvatore – nato a Pieve a Nievole (Pistoia) 9.10.1873 - assassinato da alcuni Comunisti mentre era impegnato nei lavori dei campi, a Pieve a Nievole (Pistoia).
10.08.1923 - Guardabassi Duilio – nato a Roma 17.9.1908 – colpito alla testa da un proiettile di rivoltella sparatogli da alcuni Antifascisti appostati in un vicolo di Trastevere, a Roma. Non aveva ancora compiuto i 16 anni.
26.08.1923 - Ferrarini Onesto – nato a Castelnuovo di Sotto (Reggio Emilia) 11.9.1905 - ucciso con un colpo di fucile alla testa, d alcuni Antifascisti, a Castelnuovo di Sotto (Reggio Emilia).
29.08.1923 - Morara Sassi Luigi – nato a Imola (Bologna) 14.9.1888 – cadde ucciso dal piombo comunista, a Trieste.
02.09.1923 - Lombardi Silvio – nato a Biella 5.12.1896 - colpito con un lungo e acuminato coltello da cucina, nel corso di una rissa con alcuni Antifascisti. Decedette alcuni giorni dopo all’ospedale di Orbetello (Grosseto).
03.09.1923 - Ieri Gino – nato a Monsummano (Pistoia) 11. 2.1900 – rimasto ucciso da un fuoriuscito antifascista a Parigi (Francia), nel corso di una colluttazione.
04.11.1923 - Fassio Carlo – nato a Livorno Ferraris (Vercelli) 28.5.1896 – abbattuto con un colpo di badile in testa da un Comunista che lo attendeva imboscato vicino alla sua abitazione, a S. Germano Vercellese (Vercelli).
09.11.1923 - Fani Fausto – nato a Cannara (Perugia) 13.1.1907 – ucciso, durante un tafferuglio a Cannara (Perugia), mentre difendeva la bandiera italiana.
03.12.1923 - Melandri Anselmo – nato a Forlì 16.4.1903 – rimasto ucciso in uno scontro con alcuni sovversivi, a Forlimpopoli (Forlì).
13.12.1923 - Donini Arturo – nato a Volta Mantovana (Mantovana) 27.4.1887 – ucciso a Monzambano (Mantova) con cinque colpi di pistola da un proprietario terriero che si rifiutava di applicare il «Patto agricolo» voluto da Mussolini. (Ndr. : classico esempio di “collusione » fascista con gli Agrari !)
19.12.1923 - Caifessi Stefano – nato a Rakovica (Croazia) 18.8.1899 – deceduto in seguito a ferita d’arma da fuoco infertagli il 13 settembre 1923 da un emissario dello Stato Libero di Fiume che egli aveva cercato di disarmare.
20.01.1924 - Coutandin Eraldo Giuseppe – nato a Perrero (Torino) 9.1.1908 – ucciso con un colpo al cuore da alcuni Antifascisti, a Inverso Pinasca (Torino).
14.02.1924 - Piemonte Egidio – nato ad Orsera (Pola) 14.3.1902 - colpito a tradimento dai sovversivi “mentre disimpegnava un servizio notturno come milite della Milizia”.
16.02.1924 - Giovannucci Nazzareno – nato a Prezza (L’Aquila) 10.2.1904 – una sera, mentre rincasava, venne colpito alle spalle da un sovversivo. Trasportato all’ospedale vi morì dopo un anno di sofferenze.
20.02.1924 - Bonservizi Nicola – fiduciario politico del PNF in Francia, gravemente ferito da un Anarchico, a Parigi; morirà a Milano, il 26 Marzo successivo.
15.03.1924 - Marangoni Odinello – nato a Taglio di Po (Rovigo) 11.4.1895 – caduto nell’espletamento di un incarico affidatogli dal segretario politico del proprio Fascio di Combattimento, a Taglio di Po (Rovigo).
16.03.1924 - Gentile Giuseppe – nato ad Adegliacco (Udine) 26.7.1872 – ritrovato in un campo, con il cranio sfracellato, il corpo seviziato e la bocca piena di terra, ad Adegliacco (Udine). 
17.03.1924 - Faccani Abele – nato a Fusignano (Ravenna) 6.10.1879 – colpito al collo, nel corso di un diverbio con un Antifascista, decedette qualche tempo dopo per sopravvenuta infezione.
23.03.1924 - Serra Cesare – nato a Quartucciù (Cagliari) 11.1.1890 - ucciso durante uno scontro fra fascisti e sovversivi, a Quartucciù (Cagliari).
29.03.1924 - Robuschi Amedeo – nato a Parma 6.9.1906 – ucciso nel corso di uno scontro con i sovversivi, a Parma.
02.04.1924 - Ungherini Walter – nato a Rimini 10.6.1906 – gravemente ferito in uno scontro armato, decedette qualche tempo dopo all’ospedale di Parma.
05.04.1924 - Santostefano Giuseppe – nato ad Ispica (Ragusa) 18.8.1897 – gravemente ferito nel corso di un’aggressione tesagli da alcuni sovversivi, decedette quattro ore dopo all’ospedale di Varese.
07.04.1924 - Tizzoni Modesto – nato a Cureggio (Novara) 4.10.1899 –gravemente ferito da un colpo di rivoltella sparatogli da un sovversivo, decedette all’ospedale poche ore dopo, a Cureggio (Novara).
13.04.1924 - Sonvico Manlio – nato ad Albavilla (Como) 2.12.1901 - aggredito da alcuni Comunisti in agguato che gli vibrarono un colpo di falcetto al collo, tentando di recidergli la testa. Morì poco dopo, mentre lo trasportavano alla casa del Fascio.
14.04.1924 - Di Chiera Francesco – nato a Caulonia (Reggio Calabria) 16.11.1903 – mentre ritornava dal lavoro, alcuni sovversivi gli tesero un’imboscata nascondendosi dietro una siepe e colpendolo mortalmente alle spalle con i loro fucili, a Caulonia (Reggio Calabria).
14.04.1924 - Poli Dino – nato a Pisa 19.6.1897 - durante una sparatoria provocata da un sovversivo, il Poli rimase ferito all’inguine e, dopo tre giorni, morì nell’ospedale di Santa Chiara, a Pisa.
06.05.1924 - Allegrucci Federico – nato a Gubbio (Perugia) 27.4.1900 – proditoriamente ucciso a pugnalate da alcuni Comunisti, a Gubbio (Perugia).
17.05.1924 –Ghisellini Guerrino - nato a Casumaro (Ferrara) 18.11.1887- mentre passeggiava cantando sulla strada di Casumaro in compagnia di amici, venne colpito al petto da una fucilata sparata da alcuni Comunisti in agguato.

Fascisti uccisi in Italia (1924)
20.06.1924 - Nava Virgilio – nato a Mozzo (Bergamo) 22.5.1892 – ucciso per strada a Curdomo (Bergamo), a colpi di mattone e di martello a poca distanza da casa sua;
08.07.1924 - Laviero Giuseppe – nato a Salandra (Matera) 17.9.1896 - ucciso a Potenza con un colpo di pistola;
25.07.1924 - Pezzola Francesco – nato a Orzinuovi (Brescia) 28.8.1897 – ucciso a Ovanengo (Brescia): colpito a tradimento alla testa, con un fucile a pallini;
31.07.1924 - Gerlin Tiziano – nato a Luino (Varese) 30.3.1908 – ucciso per strada, a Germignaga (Varese), da un gruppo di comunisti, con 12 colpi di rivoltella;
23.08.1924 - Leoni Federico – nato a Velletri (Roma) 19.12.1888 - ucciso a Velletri (Roma), con una fucilata alle spalle da un sovversivo del suo paese;
25.08.1924 - Faranda Vincenzo – nato a Montalbano Elicona (Messina) 23.2.1904 - ucciso in agguato a Montalbano Elicona (Messina);
25.08.1924 - Albertucci Alberto – nato a Acqualagna (Pesaro) 20.8.1902 – ucciso ad Urbania (Pesaro) con colpi di coltello all’inguine e al cuore da parte di un gruppo di antifascisti;
07.09.1924 - Campese Edoardo – nato a Napoli 19.1.1908 – ucciso a Firenze, vittima di un attentato terroristico antifascista;
10.09.1924 - D’Andrea Giovanni - nato a Luco nei Marsi (L’Aquila) 11.9.1907 – ucciso in un agguato, perpetrato da antifascisti di Tra sacco, a Luco nei Marsi (L’Aquila);
12.09.1924 - Casalini Armando – nato a Forlì 14.6.1883 (Deputato del PNF, vice-Segretario generale delle Corporazioni sindacali fasciste, membro della Cassa nazionale per le Assicurazioni sociali e del Consiglio superiore dell’Economia nazionale) – ucciso a Roma, in tram, da un comunista. Spirerà nelle braccia di sua figlia;
18.09.1924 - Salvadori Gino – nato a Sant’Anna (Pisa) 7.3.1906 – ucciso in un agguato a Marina di Pisa (Pisa);
18.09.1924 - Marabini Cleto – nato a Massalombarda (Ravenna) 1.2.1891 – ucciso a  Massalombarda (Ravenna), colpito da una pugnalata vibrata da un comunista;
23.09.1924 - Gallina Dino – nato a Cesena (Forlì) 18.7.1897 - ucciso in un agguato a Tessello (Forlì);
25.09.1924 - Cantarelli Anacleto – nato a Fidenza (Parma) 27.3.1897 – ucciso a Budrio (Bologna) da un comunista, con quattro colpi di pistola;
28.09.1924 - Bagnati Giuseppe – nato a Bellinzago Novarese (Novara) 15.9.1898 – ucciso da un comunista a Luino (Varese), a colpi di pistola ;
10.10.1924 - Benedetti Giulio - nato a Albegno (Bergamo) 15.5.1899 – ucciso a Bergamo da un antifascista che lo aveva colpito alla schiena, con una coltellata;
19.10.1924 - Salvi Amedeo – nato a Camugnano (Bologna) 1.2.1906 - ucciso in un agguato, mentre rincasava, a Grizzana (Bologna);
02.11.1924 - Mandolini Angelo – nato a Fabro (Terni) 5.8.1888 - ucciso a Carnaiola (Terni) in un agguato tesogli da sovversivi, mentre si recava a deporre fiori sulla tomba della madre;
10.11.1924 - Bianchi Enrico – nato a Marina di Carrara (Massa Carrara) 9.2.1900 – ucciso da un antifascista, a Marina di Carrara (Massa Carrara), nel corso di una colluttazione;
12.11.1924 - Pelliconi Angelo – nato a Imola (Bologna) 3.4.1902 - ucciso in un agguato tesogli da alcuni antifascisti, ad Imola (Bologna);
13.11.1924 - Cordoni Duilio – nato a S.Giuliano Terme (Pisa) 4.9.1898 – ucciso a Asciano Pisano (Pisa): colpito mortalmente alla fronte da una rivoltellata sparatagli da un antifascista, all’interno di un bar;
27.11.1924 - Orlandi Osvaldo – nato a Loro Piceno (Macerata) 15.6.1903 – caduto a Macerata, vittima di un agguato comunista;
08.12.1924 - Palini Luigi – nato a Ome (Brescia) 27.1.1901 – ucciso a Ome (Brescia), aggredito da un gruppo di sovversivi che lo avevano mortalmente ferito a bastonate, calci e coltellate alla testa, facendogli fuoriuscire la materia cerebrale;
15.12.1924 - De Blasis Luigi – nato a Massa d’Albe (L’Aquila) 21.2.1896 – ucciso ad Avezzano (L’Aquila), in un agguato tesogli da alcuni comunisti;
21.12.1924 - Salvatori Pietro – nato a Montecelio (Roma) 25.1.1854 – aggredito, ucciso a bastonate e gettato giù da un muraglione da un gruppo di comunisti a Montecelio (Roma);
21.12.1924 - Jurman Andrea – nato a Senosecchia (Trieste) 5.11.1904 – assassinato a Monfalcone (Gorizia), in un agguato su un ponte, tesogli da un gruppo di antifascisti;
27.12.1924 - Boggio Leone – nato a Uvemain (Francia) 23.11.1879 – ucciso a Varese da un gruppo di antifascisti che lo avevano aggredito e mortalmente ferito al capo, alle braccia e al torace con pesanti randelli e verghe di ferro;
24.12.1924 - Kraizer Martino – Orsera (Pola) 2.11.1879 – rapito ed ucciso a colpi di pugnale e di pistola, ad Orsera (Pola);
26.12.1924 - Agnus Dei Pensi Vittorio – nato a Caprera (Sassari) 2.11.1905 – colpito a morte, a Milano, da un colpo d’arma da fuoco esploso contro di lui da alcuni comunisti in agguato;

Fascisti uccisi all’estero (1924)
08.07.1924 - Poli Pietro – nato a Colzate (Bergamo) 21.6.1906 - ucciso da un gruppo di comunisti, con colpi di lastra di pietra al petto ed al viso, e gettato in un fiume, a Longwy (Francia);
24.07.1924 - Dal Pont Marco Giuseppe – nato a Belluno 22.11.1877 – ucciso da tre sovversivi, con un colpo di pistola, Clouange (Francia);
01.11.1924 - Penna Attilio – nato a Villafranca Piemonte (Torino) 29.12.1889 – ucciso da alcuni comunisti, con una coltellata alla schiena e tre, al petto e ai fianchi, a La Motte d’Aveillans (Francia);

Fascisti uccisi in Italia (1925)
09.01.1925 - Pannaccio Paolo – nato a Spoleto (Perugia) 11.2.1897 - gravemente ferito in un scontro con un gruppo di antifascisti, morirà qualche tempo dopo, per le ferite riportate, a Spoleto (Perugia);
22.02.1925 - D’Onofrio Giovanni – nato a Cervinara (Avellino) 6.4.1903 – gravemente ferito, in un agguato tesogli da alcuni antifascisti, morirà all’ospedale, a Roma;
31.03.1925 - Bertucci Odorico – nato a Pontecosi (Lucca) 24.9.1901 – assassinato da un antifascista, con una pugnalata alla schiena, sotto gli occhi della madre, a Pontecosi (Lucca);
08.04.1925 - Ghinassi Giuseppe – nato a Faenza (Ravenna) 18.3.1900 – ucciso per strada a Faenza (Ravenna), in un agguato, tesogli da un comunista;
08.04.1925 - De Carlo Michele – nato a Mottola (Taranto) 10.7.1897 – colpito alla testa con una sbarra di ferro e gettato vivo nel Volturno - Capua (Napoli) - ove trovò la morte;
08.04.1925 - Volterra Guglielmo – nato a Faenza (Ravenna) 27.5.1903 – ucciso per strada, a Faenza (Ravenna), in un agguato tesogli da un comunista;
09.04.1925 - Martinelli Vitantonio – nato a Polignano a Mare (Bari) 3.1.1877 - ucciso con una coltellata alla gola, per strada, a Conversano (Bari), da un gruppo di antifascisti;
01.05.1925 - Cazzagon Aronne – nato a Camponogara (Venezia) 10.4.1894 – colpito al capo con una fucilata a pallini tirata da un antifascista, spirò dopo ventiquattro ore di agonia, a Camponogara (Venezia);
01.05.1925 - Camerani Primo – nato a Piangipane (Ravenna) 11.7.1890 – aggredito a Ravenna da un gruppo di comunisti e ferito gravemente all’addome, decedette il giorno successivo;
03.05.1925 - Brunori Vincenzo – nato a Spello (Perugia) 17.4.1883 – ucciso nel corso di in un agguato tesogli da antifascisti, a S.Giovanni di Spello (Perugia);
17.05.1925 - Nizzica Paolo – nato a Roma (?) - trovato ucciso, per strada, a Roma;
17.05.1925 - Ferrioli Agostino – nato a Scortichino (Ferrara) 20.8.1905 - ucciso per strada, a Casumaro (Ferrara), con due fucilate al petto, da parte di alcuni comunisti in agguato;
21.05.1925 - Visentin Silvio – nato a Boara Polesine (Rovigo) 22.4.1907 – ucciso a Boara Pisani (Padova), a colpi di punteruolo, da parte di un gruppo di antifscisti;
22.05.1925 - Turrini Ugo – nato a Ariano Polesine (Rovigo) 13.4.1903 – ucciso in un’imboscata, ad Adria (Rovigo), tesagli da alcuni comunisti;
03.08.1925 - Giustacchini Francesco – nato a Prevalle (Brescia) 18.2.1891 – aggredito ed ucciso a colpi di bastone, a Prevalle (Brescia), sulla soglia di casa sua, da un gruppo di antifascisti;
17.08.1925 - Galiano Elio – nato a Francavilla Fontana (Brindisi) 16.8.1908 - ucciso a Francavilla Fontana (Brindisi), con alcuni colpi di pistola sparatigli da alcuni comunisti che gli avevano teso un’imboscata;
31.08.1925 - Gerocarni Rocco – nato a Palmi (Reggio Calabria) 1.6.1898 - aggredito a Palmi (Reggio Calabria) e mortalmente ferito da un gruppo di antifascisti, morirà all’ospedale;
05.09.1925 - Iemma Francesco – nato a Gioiosa Jonica (Reggio Calabria) 27.3.1897 – ucciso a colpi di pistola, da parte di alcuni antifascisti, a Gioiosa Jonica (Reggio Calabria);
07.09.1925 - Rossi Mario – nato a Felino (Parma) 14.1.1902 – ucciso a colpi di fucile, a Felino (Parma), da parte di antifascisti che gli avevano teso un’imboscata, sulla strada di casa, in aperta campagna;
27.09.1925 - Pezzi Giovanni – nato a Castelgandolfo (Roma) 26.6.1900 – gravemente ferito a pugnalate – a Genzano (Roma) - da un gruppo di antifascisti, morirà, qualche tempo dopo, all’ospedale;
03.10.1925 - Luporini Giovanni – nato a Firenze 2.7.1895 - ucciso con un colpo di pistola da un antifascista, a Firenze;
19.10.1925 - Porzio Achille – nato a Grignasco (Novara) 2.6.1898 - aggredito a colpi di bastone e di sacchetti di sabbia, a Quarona (Vercelli), da un gruppo di antifascisti che lo feriranno gravemente, causandogli la morte, qualche tempo dopo, per trauma ai polmoni ed allo stomaco;
31.12.1925 - Rossi Angelo – nato a Burano (Venezia) 11.7.1900 – ucciso a Treporti (Venezia) da un colpo di fucile sparatogli da un comunista;

Fascisti uccisi all’estero (1925)
04.12.1925 - Tiapago Abele – nato a Sospirolo (Belluno) 23.4.1893 - ucciso a colpi d’arma da fuoco nel suo ufficio, a Esch-sur-Alzette (Lussemburgo), da un gruppo di assalitori, mai identificati;

Fascisti uccisi in Italia (1926)
07.02.1926 - Resola Arturo – nato a Mairano (Brescia) 18.9.1895 – ucciso in uno scontro armato con alcuni antifascisti, a Paderno Franciacorta (Brescia);
26.02.1926 - Pelliccia Pietro – nato a Carrara 5.12.1891 - ucciso a colpi di rivoltella in un agguato, a Codena di Carrara (Massa Carrara);
28.03.1926 - Tommasini Giovanni 28 febbraio 1926 a Gussago veniva aggredito e per le conseguenze delle ferite periva il 10 marzo successivo all'ospedale di Brescia
03.04.1926 - Del Fiume Dino – nato a Firenze 14.10.1899 – ucciso a colpi d’arma da fuoco, a Prestrane (Trieste);
11.07.1926 - Fiorio Lorenzo – nato a Castelletto Cervo (Vercelli) 27.6.1895 – aggredito da una squadra di comunisti, ferito in più parti del corpo e abbandonato al suolo, morì all’ospedale di Vercelli alcuni giorni dopo per le ferite riportate;
23.08.1926 - Rossi Oscar – nato a Massa (Massa Carrrara) 20.5.1907 - aggredito ed ucciso a colpi di pugnale, a Massa (Massa Carrara), da un gruppo di antifascisti;
10.09.1926 - Moia Luigi – nato a Dormelletto (Novara) 25.10.1907 - ucciso a colpi di bastone in testa, da alcuni antifascisti, a Dormelletto (Novara);
10.09.1926 - Monti Antonio – nato a Paterno Dugnano (Milano) 6.1.1888 - ucciso a colpi di bastone, da alcuni antifascisti, a Dormelletto (Novara);
14.09.1926 - Tamplenizza Mario – nato a Capodistria (Trieste) 6.8.1910 - ucciso con un colpo di moschetto, a Trieste, in uno scontro con alcuni antifascisti;
31.10.1926 - Porrà Battista – nato a Cagliari 18.8.1905 – ucciso a Cagliari da un colpo di rivoltella sparato da una finestra;
28.10.1926 - Casadei Umberto – nato a Forlì 13.6.1892 – ucciso a colpi di rivoltella da parte di un antifascista, a Faenza (Ravenna);
01.11.1926 - Bertoni Mario – nato a Montereggio (Massa Carrara) 15.12.1895 – ucciso a Genova, a colpi d’arma da fuoco da parte di alcuni antifascisti;
02.11.1926 - Cecchetti Ferdinando – nato a Vada (Livorno) 5.2.1904 – ucciso a Rosignano (Livorno), con un colpo d’arma da fuoco sparato da un antifascista;
03.11.1926 - Stangoni Costantino – nato a Sedini (Sassari) 9.9.1900 - colpito gravemente da due pallottole alla testa e al braccio, decedette due giorni dopo a Genova;
03.11.1926 - Chersevan Antonio – nato a Rifembergo (Gorizia) 27.1.1907 – vittima di un attentato dinamitardo contro la caserma della MVSN di S.Pietro del Carso (Trieste), dove prestava servizio;
Fascisti uccisi all’estero (1926)
02.05.1926 - Carloni Umberto – nato ad Onna (L’Aquila) – ucciso a colpi di rivoltella alle spalle da alcuni antifascisti, a Penova (USA);

Fascisti uccisi in Italia (1926)
10.12.1926 - Ongari Luigi – nato a Brescia 14.8.1903 - ucciso a Brescia, per strada, con una pugnalata alla gola;
23.12.1926 - Ripamonti Mario – nato a Cambiago (Milano) 10.9.1899 - gravemente ferito in un agguato tesogli a Gorgonzola (Milano) da alcuni Socialisti, morirà all’ospedale;
26.12.1926 - Penengo Carlo Giovanni – nato a Calamandrana (Asti) 31.5.1897 - gravemente ferito in un’imboscata tesagli da alcuni Comunisti, morirà all’ospedale di Acqui (Alessandria);

Fascisti uccisi all’estero (1926)
21.12.1926 - Franci Giuseppe – nato a Castiglion Fiorentino (Arezzo) 2.6.1901 – assassinato da alcuni Comunisti, a New York (USA);

Fascisti uccisi in Italia (1927)
10.01.1927 - Cecchetto Dante – nato a Brogliano (Vicenza) 6.5.1898 – ucciso in un’imboscata  tesagli da alcuni antifascisti, a Quargnenta (Vicenza);
13.02.1927 - Venturi Carlo – nato a Saludecio (Forlì) 4.5.1876 - ucciso a rivoltellate da un antifascista, a Saludecio (Forlì);
01.05.1927 - Magni Piero – nato ad Osnago (Como) 24.8.1896 – ucciso da un Comunista a Ronco Briantino (Milano);
12.07.1927 - Zanetti Umberto – nato a Zola Predosa (Bologna) 23.3.1906 - gravemente ferito con due colpi di pistola in un agguato tesogli a Bologna da un Anarchico ed alcuni Comunisti, morirà qualche tempo dopo all’ospedale;
01.10.1927 - Penna Umberto – nato a Benevento 3.12.1897 - gravemente ferito in uno scontro con alcuni antifascisti, morirà all’ospedale di Benevento;

Fascisti uccisi all’estero (1927)
30.05.1927 - Ambrosoli Michele – nato a Rionero in Vulture (Potenza) 9.2.1906 – ucciso da un antifascista, con otto pugnalate alla schiena, a New York (USA) ;
30.05.1927 - Carisi Giuseppe – nato a Staiti (Reggio Calabria) 10.2.1889 – ucciso a coltellate da due antifascisti, a New York (USA);
30.05.1927 - D’Ambrosoli Michele – nato a Rionero in Vulture (Potenza) 1905 - ucciso da colpi di pistola e coltellate mentre cercava di soccorrere un camerata assalito dai sovversivi, a New York (USA);
12.09.1927 - Nardini Carlo – nato a Roma 17.8.1868 (vice-Console generale d’Italia a Parigi) - ucciso da un comunista, nel suo ufficio, con due colpi di rivoltella;
19.10.1927 - Damin Graziano – nato a Nas (Belluno) 13.6.1897 – ucciso una sera, mentre rincasava con un connazionale, da colpi di rivoltella esplosi da alcuni sovversivi, a Chockier (Belgio);
24.10.1927 - Bergossi Armando – nato a Mercato Saraceno (Forlì) 26.10.1886 – ucciso a colpi di rivoltella, insieme ad un suo camerata, da un gruppo di antifascisti, a Chockier (Belgio) ;

Fascisti uccisi in Italia (1928)
16.05.1928 - Buonamici Giovanni – nato a Ponte Buggianese (Pistoia) 9.11.1886 – ucciso con un colpo di pistola al cuore da un antifascista, a Ponte Buggianese (Pistoia);
18.05.1928 - Moschini Gino – nato ad Uzzano (Pistoia) 19.5.1901 - ucciso a colpi di pistola da un sovversivo che lo aveva aggredito nella sua bottega di sarto, a Pescia (Pistoia);
02.08.1928 - Cerkvenick Giuseppe – nato a S. Canziano delle Grotte (Trieste) 11.1.1902 – ucciso con due colpi di rivoltella da due antifascisti slavi, a Divaccia S.Canziano (Trieste);
06.12.1928 - Brustenghi Vincenzo – nato a S.Valentino della Collina (Perugia) 18.4.1897 - ucciso in uno scontro armato con alcuni antifascisti, a S.Valentino della Collina (Perugia);

Fascisti uccisi all’estero (1928)
14.03.1928 - Savorelli Angelo – nato a Mezzano (Ravenna) 1.12.1894 - ucciso con tre colpi di pistola da un sicario inviato dalla concentrazione antifascista di Parigi (Francia);
23.05.1928 - Alippi Luigi – nato a Cernobbio (Como) – vittima - con altre 35 persone - di un attentato antifascista perpetrato all’interno di una sala del Regio Consolato Generale d’Italia di Buenos Aires (Argentina);
23.05.1928 - Bellora Giovanni - nato a Rivarone (Alessandria) 1863 - vittima – con altre 35 persone - di un attentato antifascista perpetrato all’interno di una sala del Regio Consolato Generale d’Italia di Buenos Aires (Argentina);
23.05.1928 - D’Abarna Vincenzo – nato a Lupara (Campobasso) 11.11.1878 – medesimo attentato, come sopra; Buenos Aires (Argentina);
23.05.1928 - Frangioni Virgilio – nato a Castelfranco di Sotto (Pisa) 14.3.1875 - medesimo attentato, come sopra; Buenos Aires (Argentina);
23.05.1928 - Palmieri Filippo – nato a Gagliano Aterno (L’Aquila) 1.5.1908 - medesimo attentato, come sopra; Buenos Aires (Argentina);
23.05.1928 - Sartini Sebastiano – nato a Borgo a Mozzano (Lucca) 21.1.1861 - medesimo attentato, come sopra; Buenos Aires (Argentina);
23.05.1928 - Zaninetti Francesco – nato a S.Stefano (Novara) 20.4.1875 - medesimo attentato, come sopra; Buenos Aires (Argentina);
17.11.1928 - Caravadossi Cesare – nato a Carcare (Savona) 21.4.1884 – ucciso a colpi di pistola da un antifascista, a Joeuf (Francia);

Fascisti uccisi in Italia (1929)
20.01.1929 - Perricone Domenico – nato a Vita (Trapani) 27.4.1900 – gravemente ferito in un agguato organizzato da alcuni antifascisti, mori qualche tempo dopo a Vita (Trapani));
20.07.1929 - Grava Antonio – nato a Revine Lago (Treviso) 12.9.1907 – ucciso a Vittorio Veneto (Treviso), da due antifascisti;
12.12.1929 - Bocci Guerrino – nato a Sten (Germania) 30.11.1911 –ucciso da un comunista, a Ravenna, con alcuni colpi di pistola a bruciapelo;
12.12.1929 - Silvagni Bruno – nato a Faenza (Ravenna) 10.10.1886 - ucciso da un comunista, mentre stava lavorando nella sua bottega di marmista, a Faenza (Ravenna);

Fascisti uccisi all’estero (1929)
24.03.1929 - Tarozzi Ferdinando – nato a Borgo Panigale (Bologna) 24.2.1888 - aggredito ad Algrange (Francia), da un gruppo di antifascisti, a colpi di tirapugni e calcio delle rivoltelle, morì in ospedale qualche tempo dopo;
30.04.1929 - Arena Alfonso – nato a Canicattì (Agrigento) 5.8.1882 (Cancelliere d’ambasciata in Lussemburgo) – ucciso da un antifascista, per strada, con un colpo di pistola al cuore ;
18.07.1929 - Galbardi Tito – nato a Zone (Brescia) 1.4.1894 - ucciso a Charleroi (Belgio), da un antifascista, con un colpo alla gola;
01.09.1929 - Vendramini Alberto – Pordenone 14.3.1898 - ucciso a Nizza Marittima (Francia), dall’esplosione di una bomba lanciata da un comunista;
01.09.1929 - De Ciantis Teresa – nata a Nizza Marittima (Francia) 24.2.1896 – uccisa a Nizza Marittima (Francia), da un attentato dinamitardo antifascista;
01.09.1929 - Covini Pietro – nato a Livorno 29.6.1886 – ucciso Nizza Marittima (Francia) dallo scoppio di un ordigno lanciato da un comunista);
19.10.1929 - Tudisca Giuseppe – nato a Tusa (Messina) 25.12.1890 - rapito, avvelenato, ucciso e gettato nelle acqua del fiume Mystic - Ildven (USA) - da un gruppo di antifascisti;
03.11.1929 - Pascolini Genesio – nato a Gualdo Tadino (Perugia) 4.11.1911 - colpito alla schiena da alcuni colpi d’arma da fuoco esplosi da un gruppo di antifascisti, morî all’ospedale, sette giorni dopo, a Esch-sur-Alzette (Lussemburgo);
13.12.1929 - Favale Tullio – nato a Roma 2.4.1891 - ucciso a Lione (Francia), con due colpi di pistola sparatigli da due antifascisti;
25.12.1929 - Poloni Ferruccio – nato a Chies d’Alpago (Belluno) 6.5.1905 - ucciso a colpi di pistola in un agguato tesogli, insieme al fratello Luigi, da alcuni antifascisti, a Liegi (Belgio);

Fascisti uccisi in Italia (1930)
07.01.1930 - Blasina Goffredo – nato a Sistiana (Trieste) 28.2.1899 – ucciso da un colpo di fucile, sparato dalla strada, mentre prestava servizio in Municipio, a Cruscevie (Trieste);
10.02.1930 - Neri Guido - nato ad Ancona 25.2.1904 - vittima di un attentato dinamitardo antifascista contro la sede del “Popolo di Trieste”, a Trieste;
09.03.1930 - Angelini Mario – nato a S.Pietro in Vincoli (Ravenna) 10.8.1901 – ucciso con una coltellata al cuore, da un comunista, a S.Pietro in Vincoli (Ravenna) ;
26.07.1930 - Porcu Orazio – nato a Cagliari 9.7.1899 - ucciso a Milano con cinque colpi di trincetto sferratigli da un antifascista;
02.09.1930 - Moisè Romano – nato a Cherso (Pola) 25.12.1900 - ucciso da un antifascista slavo, mentre prestava servizio sul confine Italo-Iugoslavo, a Santa Caterina di Postumia (Trieste);
04.10.1930 - Sottosanti Francesco – nato a Piazza Armerina (Enna) 31.7.1894 - ucciso a fucilate sulla soglia di casa da un antifascista slavo, a Verpogliano (Gorizia);

Fascisti uccisi all’ estero (1930)
14.04.1930 - Verrecchia Giovanni – nato a Parigi (Francia) 5.5.1884 - ucciso, per strada, a Parigi (Francia), da alcuni antifascisti, a colpi di rivoltella;
15.06.1930 - Trevenzuoli Pietro – nato ad Isola Rizza (Verona) 15.6.1887 - ucciso, davanti a casa sua, ad Athus (Belgio), da due fuoriusciti comunisti, con sei colpi di rivoltella;
01.10.1930 - Aurilio Silvestro – nato a Casale di Carinola (Caserta) 16.3.1894 – gravemente ferito, per strada, a Bruxelles (Belgio), con due colpi di pistola all’addome, da un antifascista, morirà in ospedale dopo 10 giorni ;
23.10.1930 - Tullo Leonardo – nato a Palo del Colle (Bari) 21.9.1875 - gravemente ferito, al fianco e ad una gamba, sulla soglia del suo esercizio commerciale, a Parigi (Francia), da tre fuoriusciti antifascisti, con diversi colpi di pistola, decedette all’ospedale dopo due settimane di agonia;
25.12.1930 - Mazzorana Bernardo – nato a Limana (Belluno) 31.8.1895 - ucciso da alcuni fuoriusciti con quattro colpi sparatigli alla schiena, mentre rincasava, ad Esch sur Alzette (Lussemburgo);

Fascisti uccisi all’estero (1931)
18.03.1931 - Bezzecchi Gildo – nato a San Martino in Rio (Reggio Emilia) 13.1.1902 – ucciso a Charleroi (Belgio), con quattro colpi di pistola sparati da due fuoriusciti antifascisti, appartenenti al « Soccorso Rosso » ;

Fascisti uccisi in Italia (1932)
05.12.1932 - Lusina Carlo – nato a Veglia (Fiume) 25.5.1912 - ucciso a Fiume, con diversi colpi di baionetta sferrati da cinque antifascisti slavi;

Fascisti uccisi all’estero (1932)
24.06.1932 - Diana Domenico – nato a Fiume Veneto (Udine) 5.10.1906 – ucciso, in un bosco, vicino a Esch sur Alzette (Lussemburgo), da un comunista, con numerosi colpi di pistola;
02.08.1932 - Frescura Antonio – nato a Domegge di Cadore (Belluno) 4.8.1874 – aggredito a Petange (Lussemburgo) e gravemente ferito con un colpo di pistola alla nuca, da due antifascisti, morì qualche tempo dopo in ospedale;
06.11.1932 - Di Mauro Pietrantonio – nato a Roccasecca (Frosinone) 24.4.1913 – aggredito alle spalle all’interno di un locale pubblico di Lione (Francia), da sei antifascisti, decedette per le gravi ferite riportate;

Fonte :
Libro: “Per non dimenticare”. Barbarie e bestialità dei rossi, negli anni del Primo dopo-guerra, Tipografia Ditta L. Cecchini - Via del Lavatore, 88 – Roma - 1924.



APOLLONIO ARRIGO-PETRUZZELLI NICOLA-BERNINI ELISEO-CONTRO LEONIO-TANZI ETTORE-AMODEO FRANCESCO-CAVAGLIERI ALCIBIADE-FELICE DI SANFELICE

FALCONEMICHELE-FOSSATI GUGLIELMO-GIORGI FERDINANDO-VIESTI GIUSEPPE-BALESTRAZZI  GIOVANNI-SPUPAZZINI ANDREA-COLONNA ISAIA-DE BRUYN NORBERTO-AMADEI ODOARDO

SAMMARCHI CELSO SILVIO-DOGLIA GUSTAVO-PEVIANI PEPPINO-
CAVEDONI CELESTINO- BELLI PIETRO


ABBRIZZI ENEA-ACCORSI PAOLO-AFFAIATO GIOVANNI-AGNUSDEI VITTORIO-ALBERTUCCI ALBERTO-ALFERANO VINCENZO-ALGERI PIETRO-ALIBONI RAFFAELE-AMADEI ORLANDO-AMATO CARLO EMANUELE-AMICI ENRICO-AMICO VENANZIO-AMODEO FRANCESCO-AMOROSI MELITO-ANDREANA LUIGI-ANDREANI ALCIDE-ANDREOLI PIETRO-ANTONINI ORLANDO-APOLLONIO ARRIGO-ARATA LORENZO-ARGILLI UGO-ASSO MARIO-AVERANI PIETRO-BACCOLINI AUGUSTO-BAGNATI GIUSEPPE-BAGNI PIETRO-BALDINI ALESSANDRO
BALDINI FRANCO-BALDINI GIUSEPPE-BALEANI LANFRANCO-BALESTRAZZI GIOVANNI-BANDINI TANCREDI AMELIO-BARBERA RICCARDO-BARBIERI LUIGI-BARLETTA FERRUCCIO-BARNABA’ GIUSEPPE-BARONI LUIBI-BARONI GIOVANNI-BARTOLINI ALFREDO-BARTOLACCI GIOVANNI-BASADONNA GIUSEPPE-BASSI ANDREA-BAZZANI LUCIO-BECOCCI MARIO CARLO-BELFIORE FRANCESCO-BELLINI ANGELO-BELLO SPARTACO-BELLOSI GIOVANNI-BELLUOMINI PIETRO
BELOTTO MICHELE-BELTRAME EDGARDO-BENETTI GIULIO-BENETAZZO VITTORIO-BENIGNI VINCENZO-BERDINI GIUSEPPE-BERGAMASCHI VITTORIO-BERNARDI ANGELO-BERRUTI GABRIELE-BERTA GIOVANNI-BERTONI MARIO-BERTOZZI DANTE-BERTUCCI ODORICO-BERUTI GABRIELE-BEUZZAR FLORIANO-BEVILAQUA ERNESTO-BIANCHI NATALE-BIGNOZZI FELICIANO

BISAGNO AUGUSTO-BISCOTTINI LUIGI-BISETTI GIOVANNI-BLANC ANTONIO-BLASINA GOFFREDO-BOCCI GUERINO-BOFFELLI SANTE-BOLAFFI GINO-BOLLATI LUIGI-BONGIOVANNI GIUSEPPE-BONSERVIZI NICOLA-BORGHINI ACHILLE-BORSANO CAMILLO-BOSCARO GIULIO-BOSCAROLI GIOVANNI-BOSCOLO BRAGADIN AUGUSTO-BOSI CARLO-BOTTI UGO-BOTTURI FERDINANDO-BOTTURI GIOVANNI-BRAGAGLI ALFREDO-BRANCHI WALTER-BRAZZI FERDINANDO-BRESCIANI DIMER-BREVEGLIERI ARTURO-BRIGATTI FRANCO

BRIOLO COSTANTINO-BRUMANA MARIO-BRUSTENGHI VINCENZO-BUONAMICI GIOVANNI-BURELLI FRANCESCO-BURIANI ETTORE-BUTTAZZO GINO-CAIFESSI STEFANO-CALAMAI ISCHIRAS-CALCINA AMEDEO-CALEFFI ARRIGO-CALIFESSI STEFANO-CAMERANI PRIMO-CAMPANELLA VITO-CAMPESE EDOARDO-CAMPIGLIO ALDO-CANTARELLI ANGELO-CAPOZZO DOMENICO-CAPPELLETTI ETTORE-
CAPPELLOZZA ERNESTO-CARLINO CLEMENTE-CARONNI PIETRO-NAVA VIRGILIO

CARAVADOSSI CESARE-CARLONI UMBERTO-CARPIGIANI UMBERTO-CASAROTTI CARMELO-CASCINA LUIGI-CASENTINO ANTONIO-CASNICI ABELE-CASSIANA LUIGI-CASTRAUCCHI ERCOLE-CATENA MARINO-CATTADORI FERDINANDO-CATTANEO MARIO-CATTAPAN ANTONIO-CATTEL GIOVANNI-CATTELAN GIUSEPPE-CAVAGNARO MANLIO-CAVALLARI GIUSEPPE-CAZZAGON ARONNE
CECCHETTI FERDINANDO-CECCHETTO DANTE-CECCHI ALFONSO-CECCHI ETTORE-CECCON BORTOLO-CELORIA RICCARDO-CERVENIK GIUSEPPE-CESARI FRANCESCO-CESATI PACIFICO-CHERVEDAN ANTONIO-CHIAPPINO MARSANO-CHIARA PIER PAOLO-CIBERTI GILBERTO-CINI REMO-CININI TOLEMAIDE-CIPOLLETTA CARMINE-CIPRIANI MICHELE-CODA GUGLIELMO-COLARIETTI ARNALDO-COLLORA’ EUGENIO-COLLU GUIDO-COMANDUCCI GAETANO-COMISSO REMO-CONTRO LEONINO-COPPA LUIGI-COPPI LUIGI-CORDOLA LUIGI-CORDONI DUILIO-COSTA PIO-COUTADIN ERALDO-COVA DUILIO-CREMONA LINNEO-CRENNA ANGELO-CRESTA ANGELO
CAVEDONI CELESTE-CRESPI EDOARDO-CURCUMI ERNESTO-D’AMBROSA MARCELLO-D’APPOLITO VITO-D’ ONOFRIO GIOVANNI-DAUS DINO-DE BLASIS LUIGI-DE CARLO MICHELE-DE CINTIS TERES-DE GIORGIO ANGELO-DE MICHELIS LUIGI-DEGL’INNOCENTI NELLO-DE FIUME UGO-DELL’AMICO VENANZIO-DERLIN GIUSEPPE-DESSY GIOVANNI-DI CHIERA FRANCESCO-DI GIORGIO RAFFAELLO-DI PASQUALE DANTE
DEL PIANO PIANO-DE GIOIA NANDO-DI MAURO PIERANTONIO-DI STASI NICOLA-DIANA DOMENICO-DINELLI GIOVANNI-DOGLIA AUGUSTO-DONATI ANTONIO-DONATI INES-DONORI ARTURO-DORE TOMASO-DOSSENA CARLO-DRESDA GIUSEPPE-FABI FURIO-FACCANI ABELE-FALCETTA LORENZO-FANTINI PIERINO-FAVARA ANTONIO-FEDELI RINALDO
FENILI GIUSEPPE-FERRARI ALFREDO-FERRARI GIUSEPPE-FERRARI UMBERTO-FERRARI ONESTO-FERRIOLI AGOSTINO-FIGNA PAOLO-FILIPPI MARIO-FIORELLI ANTONIO-FLIBECK GUGLIELMO-FLORIO FEDERICO-FOLSANI LORENZO-FONTANA ALFREDO-FONTANI ANNIBALE-FORCATO ERCOLE-FRONGIONE FRANCESCO-FORLANI ATTILIO-FORZONI GIOVANNI-FRANCESCHINI ANTONIO-FRESCHI ARMANDO-FRICCHIONE GIOVANNI-FRIGENI SECONDO-FUGAGNOLO ARMANDO
FOSCARINI ANNIBALE-FUNEI GIOVANNI BATTISTA-GALASSI ANGELICO-GALEFFI ARRIGO-GALLI PIERINO-GALLIANI GIOACCHINO-GALLIANO ELIO-GALINELLA EUTIMIO-GALLUZZO GIUSEPPE-GAMBACCINI ITALO-GAMBAROTTI CARLO-GAMBETTI UMBERTO-GAMBINI ENRICO-GARDI EDGARDO-GARRONE DANIELE-GARUTI TULIO-GATTINI PIERO-GATTUSA GIGINO-GENTILE GIUSEPPE-GERLIN TIZIANO-GERMI GINO-GERMINI GINO-MICHELI GIOVANNI
GEROCARNI ROOCCO-GHEDINI GUSU’-GHELARDI ETTORE-GHERARDI EMMA-GHINASSI GIUSEPPE-GHISLENI GUERINO-GHIZZI UMBERTO-GIACCHIN FRANCESCO-GIANESINI GIUSEPPE-GIANNINI GINO-GIANSTEFANI METARDO-GIAMTURCO-GIAROLI ALFREDO-GIOIA FERDINANDO-GIOIA NANDO-GIORCELLI GIUSEPPE-GIORDANI GIULIO-GIORGINI ALFREDO-GIOVANNUCCI NAZZARENO-GIULI TOMMASO-GIUSTACCHINI FRANCESCO-GOLINO SALVATORE-GORI FAUSTO-GORI PIETRO-GORINI GIOVANNI-GOTTI FAUSTO-GOZZI FRANCO-GRASSIGLI PAOLO-GRAVA ANTONIO-GRELLA CARLO-GREVINI PIERO-GRINZATO GALILEO
GRINZATO SILVIO-GROSSI ALDINO ARTURO-GUARDABASSI DUILIO-HAYNAY WILLY-ILARI NAZZARENO-INGRAVALLI EMILIO-ITALO TEDESCHI-IVANICCHI ALDO-JANNARELLI ARMANDO-JURMAN ANDREA-LA SERPE RAFFAELE-LANDINI ALBERTO-LANZILLI EDOARDO-LAVERIO GIUSEPPE-LAZZARI ENRICO-LENZI NAPOLEONE-LEONE PASQUALE-LEONE SALVATORE-LEONI DINO-LEONI SETTIMO-LIPPERI CRISTOFORO-LOCANTONI LUIGI-LOCATELLI ARISTIDE-LOCURATO SALVATORE-LODI ERMETE-LOMBARDINI RIZZIERI-LOPERFIDO ORONZO-LORETI GIUSEPPE-LORUSSO DOMENICO-LUBINI LORENZO-LUBRANI GIOVANNI
LOTTINI GUIDO-LULLI RAFFAELE-LUNARDI FAUSTINO-LUPORINI GIOVANNI-MAGGI MECONE AGOSTINO-MAGNANI NATALE-MAGNONI AMEDEO-MAIANI AMEDEO-MAINARDI GIOVANNI-MAINETI CARLO-MALACA PAOLO-MANDOLINI ANGELO-MANIGLIO LUIGI-MANZOLI ONOFRIO-MANZONI BRUNO-MARABIBI ARISTIDE-MARAMOTTI AMOS-MARANGONI NELLO-MARANTA BATTISTA-MARANTA GIUSEPPE-MARAZZINA GIOVANNI-MARCHINI UBALDO-MARIANI GUSTAVO
MARINI CESARE-MARMOTTIAMOS-MARTELLI GINO-MARTINELLI VIVANTONIO-MARTINI PRIMO-MARTINOTTI BENEDETTO-MARZANO GIUSEPPE-MASRATI ANTONIO-MASGNI PIETRO-MASI ALFREDO-MASSINA GAETANO-MASTRONUZZI DOMENICO-MATTIELLA ARTUTO-MAZZEI ALDO-MAZZUCCO EGIDIO-MEAZZI EDOARDO-MELANDRI ANSELMO-MELLONI CESARE-MENABUONI CARLO-MENIGHETTI TITO-MENOZZI ALDO ITALO-MERIGI ENZO-MERIGO ERNESTO-MILANO ALDO-MOGARDI LEO-MOIA LUIGI
MAERASSICH GIUSEPPE-MARCHISIO MICHELE-MEZZOMO GIAN VITTORE-MIGGLIORI GIOVANNI-MINI ALESSANDRO-MOGIONI BENITO-MOISE’ ROMANO-MONTEMAGGI GIUSEPPE-MONARI SEBASTIANO-MONDOLFO BRUNO-MONTALDO LEONARDO-MONTANARI CLEARCO-MONTEFIORI PIETRO-MONTI ANTONIO-MONTINI AMBROGIO-MORANTINI GIUSEPPE
MORARA SASSI LUIGI-MORELLI GIULIO-MORETTI ERMINIO-MORIANI GIORGIO-MORTAROTTI CAMILLO-NORTAROTTI FELICE-MOSCHINI GINO-MUCCIARELLI ANTONIO-MUSI ALFREDO-MUTTI PIERINO-NANNI FRANCESCO-NANNINI GIANCARLO-NAPOLITANO PASQUALE-NARDINI CARLO-NAVA VIRGILIO-NEPOTI ALBERTO-NERI GUIDO-NOBILE VINCENZO-ODDONE CESARE-OLIVARES ALFREDO-ORES GIUSEPPE-ORIGLIA LUIGI-ORZONI GIOVANNI-PACINI GINO-PACINI PACINO-PAGANI ANTONIO-PAGNONI GIORGIO-PALAZZI EMANUELE-PALINI LUIGI-PALLOTTI GUIDO
PALTRINIERI EUGENIO-PAOLETTI OSCAR-PAPACCIO CARMINE-PERDUCCI VEZIO-PASCOLINI GENESIO-PASQUINI LUIGI-PASSONI LUIGI-PEDERZINI FRANCESCO-PELLICONI ANGELO-PELU’PAOLO-PENEGA CARLO-PEPE UGO-PERETTO ANTONIO-PERRICIOLI SISTO-PERRICONE DOMENICO-PETRONIO ANTONIO-PEZZA ENRICO-PIACENTINI LORENZO-PICCIATI EUGENIO-PICCIATI RENATO-PICCIONI POMPILIO-PICCIRILLI ROLANDO-PIEMONTE EGIDIO-PINI DARIO-PINO RAFFAELE-PIOVRSAN GIUSEPPE-PISCHIUTTA PIO-PODESTA’ FRANCESCO
PLATANIA LUIGI-PODESTA’ VITTORIO-POGGI OLIVIERO-POGLIAGHI GIUSEPPE-POLETTI ROBERTO-POLI PIETRO-POMA DOMENICO-POMPOLI REMO-PONTINARI UMBERTO-PONTECCHI LUIGI-PONTECORVO ALDO-PONTI ANDREA-PONTI ATTILIO-PONTI BATTISTA-PORCU’ DEL NUNZIO GIOVANNI-PORRATI CESARE-POSTIGLIONI ARMANDO-PRATI RAFFAELE-PRIORI LUCIANO-PRIORI SIGFRIDO-PROCURANTI PIETRO-PUCCI VITTORIO-RUGGERI ARMANDO-RUGGERI ARNALDO-QUARI CORRADO-QUATTORDI GIACOMO-RAICONI GIULIO-RAINERO GIACINTO-RAIS RAFFAELE-RAVETTA CARLO-RAZZI LUIGI
SALVADORI GINO-SALVATO ARTURO-SALVATORI PIETRO-SALVESTRINI GIUSEPPE-SALVINI PRIMO-SAMMARCHI CELSO-SANLEY VITTORIO-SANTI AGOSTINO-SANTINI LUIGI-SANTOSTEFANO GIUSEPPE-SARZI MADDINI GIUSEPPE-SASSECH ALFREDO-SASSO ROSSI FERDINANDO-SCALVENZI GIACOMO-SCAMBELLURI ANGELO-SCAPIN ERNESTO- SCAPIN VITTORIO-SCARAGLIO LUIGI-SCARAMUZZA MARCO-SCARDOVELLI TULLIO-SCAVICCHIA SABATINO-SCHIAVON VALENTINO-SCHIO’ GIACOMO-SCONOSCIUTO-SCONOSCIUTO-SENIGAGLIA DUILIO
RODONE ANGELO-RESMINI CARLO-RESOLA ARTURO-RICCI GIUSEPPE-RICONI ATTIGLIO-RIPAMONTI MARIO-RISONDO FRANCESCO-RIZIERI LOMBARDINI-RIZZO ANGELO-RIZZOLI MAYER ELSA-RIZZO GIULIANO-ROBUSCHI AMEDEO-ROCCA FRANCESCO VITTORIO-ROGARI ELIO-ROMAGNA AMEDEO-ROSELL ALDO-ROSSETTI RICCARDO-ROSSI ALDO-ROSSI ANGELO-ROSSI DANTE-ROSSI MARIO-ROSSI OSCAR-ROSSI PIERINO-ROSSINI LIVIO-ROVATI EMILIO-RRUGGERO GENNARO-RUINI MARIO-RUSTICONI RINALDO-SACCARDI ROBERTO-SALETTI IVO
ROTELLI EGISTO-SETTE ALDO-SGRANELLO CARLO-SICURI AMPELIO-SILVESTRINI VINCENZO-SIMULA COSTANTINO-SINIGAGLIA DUILIO-SIPIONE DANIELE-SIRLUGO SEBASTIANO-SOMENSI PIETRO-SONVICO MANLIO-SONZINI MARIO-SOTTOSANTI FRANCESCO-SPAGGIARI ITALO-SPAGNA CARLETTO-SPECCHIO GIUSEPPE-SPEZZA BENVENUTO-SPINELLI ARTURO-SPOTTI CESARE-SQUARZANTI EDMO-STEFANI ENRICO-STUPAZZINI ANDREA-SUIGO RAIMONDO-TABANELLI ANDREA
TABARONI GINO-TADDEUCCI ROBERTO-TAMBERINI IOLANDO-TAMPLENIZZA MARIO-TANZI LUIGI-TEDESCHI VITTORIO-TERRENI PIETRO-TERRASI EZIO-TESTA LUIGI-TINAZZI ITALO-TINTI GIOGIO-TIZZONI MODESTO-TONIOLI ALBERTO-TONIOLI EMILIO-TORRISI ANTONIO-TORTI GIUSEPPE-TOSCHI ONORATO-TOVAGLIOLI NATALE-TRAVEZZOLI LUIGI-TREVISAN MARCO-TROBETTA MANFREDO-TROCOSSI ALDO-TUMIATI FRANCESCO-TURCHHI LIBERO-TURRINI UGO-UNGHERINI VALTER-URAVICH MARTINO
SPINONE DANILO-SQUARZONI ROMILDO-STERLUPI DOMENICO-TULIO LEONARDO-UGOLINI GIUSEPPE-URBANO GERARDO-URK GIUSEPPE-VACCARI LUIGI-VAGO CLEMENTE-VAGO SILVIO-VALLE FEDERICO-VARANZI EZIO-VENTIN TEO-VENTURINI CARLO-VERCESE ANDREA- VAZZALI ATHOS-VICINI ANTONIO-VIGGIANI EUGENIO-VIELLA GIOVANNI-VINCENZI PIETRO-VINCENZI PIETRO-VISENTINI SILVIO

VISTOLI OLIMPO-VOLTERRA DOMENICO-VUCONOVAT RICCARDO-ZACCARELLI GALLIANOI-ZAMBONI ALBERTO-ZANELLA VINCENZO-ZANETTI PIETRO-ZOGNO PIETRO-ZULATO ALFREDO-BELLI PIETRO-BERNINI ELISEO-BOSELLI ROMOLO-BOSI EZIO-BRAMBILLASCHI GIANNI-CAVAGLIERI ALCIBIADE-CAVEDONI CELESTE-CAVEDONI CELESTINO-CERVINI PIETRO-CESARI ERNESTO-CHECCHI ALFONSO-COLONNA ISAIA-CORNELLI GIOVANNI-DI GIORGIO RAFFELLO-D'ONOFRIO GIOVANNI-FALCO FERDINANDO-FALCONE MICHELE-FALLANI ARDUINO


FANTARELLI GIOVANNI-FIORINI GUIDO-FIORINI NINO-FOSSATI GUGLIELMO-GALLINI GIOACCHINO-GIORGI FERDINANDO-MAGNI LUIGI-MAGNI PIETRO-MARASSICH GIUSEPPE-MARCHISIO MICHELE-MEZZOMO GIAN VITTORE-MICHELIS LUIGI-MIGLIORI GIOVANNI-MINI ALESSANDRO-MOGIONI BENITO-MOISE' ROMANO-MONARI SEBASTIANO-MONDOLFO BRUNO-MONTALDO LEONARDO-MONTANARI CLEARCO-MONTEFIORI PIETRO-MONTEMAGGI GIUSEPPE-MONTI ANTONIO-MONTINI AMBROGIO-MORANDINI GIUSEPPE

MORANTINI GIUSEPPE-MORIGGI GIORGIO-MORTAROTTI FELICE-PARDUCCI VEZIO-PEVIANI PEPPINO-PUGGELLI ARMANDO-RESTANI GIUSEPPE-RIDONE ANGELO-RIZZOLI MAYER ELISA-ROSSI CLARA-SAMBELLURI ANGELO-SCONOSCIUTO -SCONOSCIUTO -SERULPI DOMENICO-SPUPAZZINI ANDREA-STABILI GIUSEPPE-STANGONI COSTANTINO-SVANONI GINO-TANI LUIGI-TANZI ETTORE-TEDESCHI ITALO-TOMMASINI GIOVANNI


BASSI TRANQUILLO-BEGGIOLINI GIOVANNI-BERTOLI OSCAR-BONATI GIUSEPPE-CALINI PIETRO-CATTANEO CARLO-CUSCHAZ ALBERTO-DELL’ERA CAMILLO-GHISIO GIUSEPPE-GUARDINI GUARNIERO-MANEGALA FAUSTO-POTENZA VALERIO-SCANDIL GINO-VUERICH LUIGI-ENRICO BOTTINI-ALBERTO INCARBONE-LO PINTO SALVATORE-SANTANIELLO SALVATORE-SERGIANNI ANTONIO-TULLI CARLO ALBERTO- CINUS FRANCESCO-MASU SALVATORE-PINNA GIOVANNI

CATTAPAN ANTONIO-DE CARO MARIANO-GALLINADINO-BROGLIO COSTANTINO-GRASSIGLI PAOLO-STUCCHI ANTONIO-DE BRUYN NORBERTO-DALLINI GIOVANNI-SCALVESI GIOVANNI-GERVINI GIOVANNI-BASSI GIOVANNI- BUONGIOVANNI GIUSEPPE-ZENI CARLO-VEROLI GUGLIELMO-PONTEMARI UMBERTO-ZANI ALESSANDRO-GALBARDI TITO-BERTOLINI FRANCESCO-DE BRUYN ROBERTO-MAINARDI ERCOLE-RAVAGLIA REMO-MORINI-GHINASSI GIUSEPPE-VOLTERRA GUGLIELMO-CIARROCCHI NAZZARENO-RAMELLA GIOVANNI-PICCIATTI EUGENIO-BOSI CARLO

BENICIVELLI TEODORO-DIRANI ANTONIO-MELLINI ROMOLO-REMUZZI PIETRO-VANNINI WALTER-ZANETTI UMBERTO-GARDI  ALESSANDRO- GEVERINI GIOVANNI-PEROSCI -POLI GIOVANNI- TARTUFERI IGINO-POLI PIETRO-SPINELLI DANTE- STUPAZZINI ANDREA-TAROZZO FERDINANDO-BISETTI GIOVANNI-GALANTI LUIGI-MORI GINO-PARLANDO ANTONIO-SALVI AMADEO-SPINELLI GIUSEPPE-TARANELLI ANDREA-ZANINI AMILCARE-BOSI EZIO-SAMMARCHI SILVIO-APOLIONI UMBERTO-BINDI ENRICO-BRANDIANI TANCREDI-DALL' AGLIO ADIGE

DALL' AGLIO LUIGI-FERRARA GIUSEPPE-GATTAGAN ANTONIO-GLARCHI ALFIO-LO CASCIO ATTILIO-MAPAZZINA GIOVANNI-MARIANI GUSTAVO-MAROCCHI UMBERTO-MASERATI ANTONIO-MASSA UBALDO-MAZZUCCO EGIDIO-MONTEMAGGI GIUSEPPE-RADUCCI VEZIO-PREFUMO ANDREA-QUADRI GUALTIERO-REBUZZI SCHILIER-SANTINI LUIGI-STEFANI FEDERICO-VASSALLI UGO-ZANFROGNINI PIO

ZOCCOLI ANGELO-IERI GINO-LEONI FEDERICO-PALINI LUIGI-DI LORENZO SABATINO-GIOVANNUCCI NAZZARENO















 “Il 30 maggio 1927, un gruppo di camicie nere del Fascio “Mario Sonzini” e dell’ “Alleanza fascista”, si dettero appuntamento sulla 183esima strada, nel Bronx, allo scopo di raggiungere con la ferrovia sopraelevata la parata che si stava per tenere sul Riverside Drive per la celebrazione del Memorial Day (la giornata in onore dei soldati amricani caduti in tutte le guerre). Uno dei fascisti, il trentanovenne Giuseppe Carisi, si allontanò di pochi passi per acquistare un giornale a un’edicola, quando fu avvicinato da due uomini provenienti dal Torino Restaurant. Uno di essi inferse a Carisi ventuno coltellate. Mentre l’aggressione era in atto, l’altro assalitore si diresse verso Nicola Amoroso, un fascista di ventidue anni, in procinto di prendere il treno. Lo pugnalò a sua volta, per poi finirlo a colpi di pistola”
(Patrick Karlsen, Vittorio Vidali, Bologna 2019)
I due assassini facevano parte della “squadra” messa insieme da Vittorio Vidali in America, e non è da escludere una sua partecipazione agli omicidi, tale da giustificare l’immediata partenza del triestino alla volta della Russia. Un episodio dei tanti di quella lotta semiclandestina della quale i fascisti all’estero furono spesso vittime sacrificali di assassini che si muovevano nell’ombra e poi sparivano.


I FASCISTI PARIGINI AI LORO MARTIRI - "POPOLO D' ITALIA" 2 MAGGIO 1924



 ARTICOLO SULLA MORTE DI GALBARDI TITO
Ucciso a Charleroi, Belgio, 18 luglio 1929
Dapprima operaio nello Stabilimento Franchi Gregorini di Lovere fu tra i primi ad aderire a Zone al fascismo. Nel 1927 prestò servizio nella M.V.S.N. Emigrato in Belgio ostentò sempre la camicia nera. Tramortito con una nerbata in testa fu poi ucciso da un colpo di rivoltella alla gola in un agguato. La salma venne trasferita il 18 dicembre a spese del governo fascista a Zone.

ROMA 1941
Inaugurazione Sacrario Dei Caduti Italiani All'estero 

BONSERVIZI NICOLA CORRISPONDENTE DA PARIGI DEL “POPOLO D’ ITALIA”
ASSASSINATO IL 24 FEBBRAIO 1924

Nicola Bonservizi (Urbisaglia, 2 dicembre 1890 – Parigi, 26 marzo 1924) Promotore del primo Fascio di Parigi nel 1922, fu corrispondente estero de Il Popolo d'Italia e fondatore del quotidiano per gli italiani La Nuova Italia (L'Italie Nouvelle) a Parigi. La sera del 20 marzo l'anarchico Ernesto Bonomini, residente in Francia, Lo ferì a morte con colpi di rivoltella, mentre si trovava seduto al tavolo di un ristorante a Parigi La vittima si spense poi il 26 dello stesso mese. La salma fu trasferita in Italia dove fu accolta da Mussolini per le onoranze funebri e sepolta nella Cappella degli Eroi al Cimitero Monumentale del Verano. Nel frattempo il Bonomini, arrestato dalla polizia francese, fu condannato a 8 anni di lavori forzati. La pena fu poi in parte condonata trasformata in semplice carcerazione. A proposito della mitezza della pena, nel 1928 scriveva Giorgio Pini, nel suo Storia del Fascismo: guerra, rivoluzione, regime che «la giustizia francese si affretta poi a dare all’assassino una leggerissima condanna, che suona incitamento a nuovi delitti».
« Fascista di purissima fede, di coraggio indomito, che ha santificato la causa con la vita e con la morte. Egli praticò la vera, la saggia, la santa disciplina, che consiste nell'obbedire quando ciò dispiace, quando ciò rappresenta sacrificio »
(Il saluto di Benito Mussolini a Bonservizi durante le esequie)
In suo onore, nel 1936, la città natale di Bonservizi Urbisaglia cambiò nome, per tutta la durata del fascismo in Italia, da Urbisaglia a Urbisaglia Bonservizi.






CERIMONIA FUNEBRE A MILANO

URBISAGLIA - IL BUSTO A NICOLA BONSERVIZI

Lettera aperta al Popolo d'Italia inviata il 23 Agosto 1921 
dal corrispondente da Parigi, Nicola Bonservizi.
Cos'è questo baccano che si fa attorno al trattato di pace concluso dalla C.E.? Noi fascisti che viviamo all'estero ed in ambienti nettamente politici, ne siamo indignati.
Il trattato non era soltanto opportuno, ma necessario, indispensabile. Andate fuori dall'Italia, spaziate in vasti orizzonti, ascoltate quello che si dice del nostro paese, cercate di capire quello che se ne pensa e vi persuaderete di questa verità!
L'Italia per gli stranieri è un paese povero, straziato da lotte intestine, dalla vista corta e dal respiro breve, che sarà qualche cosa tra alcuni anni, ma che ora è poco più d'una quantitè nègligeable. Noi fascisti adempiamo il nostro dovere, siamo quello che diciamo di essere, se non ci adoperiamo a far trionfare la pace, a ristabilire l'ordine indispensabile ad ogni civile attività, se non diamo prova di disciplina nazionale, se non ispiriamo ogni nostro atto a supremi interessi nazionali? Siamo quello che diciamo di essere se invece di dare un contenuto politico al nostro movimento lo fossilizziamo nell'antibolscevismo? E poi cosa vuol dire "antibolscevismo" ora che il pericolo bolscevico è quasi completamente scomparso? Una organizzazione politica non vive di negazione e meno che tutte la nostra la quale vuole esaltare con le opere e non con le chiacchiere, il paese in cospetto al mondo.
Fin qui il fascismo non ha costruito nulla. E' brutale, ma è esatto. Non poteva costruire, siamo d'accordo. Quando si combatte per la vita o per la morte non si può pensare a costruire. Ma ora che la minaccia di morte è scomparsa, ora che siamo riconquistati, roteare la sciabola nell'aria non sarebbe soltanto negarsi il diritto alla vita ma peggio ancora, mancare al più elementare dei doveri verso la patria la quale chiede opere durevoli e non violenze o atteggiamenti goffamente drammatici. Vi sono ancora residui di bolscevismo? La nazione è ora abbastanza forte per liberarsene senza l'intervento del chirurgo! Del resto il trattato di pace non c'impegna che nella misura in cui impegna i nostri avversari. Non abbiamo ceduto le armi; le abbiamo abbassate. E' quest'atto di devozione alla patria che irrita molti di noi? E' quest'atto di coraggio civile che rivela un alto tasso di responsabilità ed una visione larga degli interessi più gelosi della patria, che produce tanto malcontento? Se sì, v'è da disperare del fascismo e quel che è peggio, da dubitare dell'avvenire dell'Italia.
Coloro che comandati da Mussolini, affrontarono primi la pazzia bolscevica, e nel combattimento concepirono il pensiero di trasformare una organizzazione di guerra in uno strumento di ricostruzione nazionale, non vogliono avere più nulla a che fare con malcontenti di questo stampo. Se no, tanto meglio. Ad ogni modo al prossimo congresso avremo occasione di riconoscerci e di contarci.
Quelli che son venuti a noi soltanto per spendere la loro esuberante giovinezza o per difendere interessi di classe non sono mai stati fascisti e perdendoli non perderemo nulla. La nobile lettera di dimissioni inviata dall'amico Rossi al C.C., esprime esattamente il pensiero e la volontà dei fascisti della prima ora i quali sono sempre stati anche nei momenti in cui hanno fatto opera di reazione, uomini di avanguardia. Al fascismo non sono aperte che due strade: o quella della costruzione o quella della morte. O studia tutti i problemi nazionali e ne propone le soluzioni e concorre a realizzarle, o muore. Non c'è via di mezzo.

URBISAGLIA (MARCHE)
 COMMEMORAZIONE 

 INAUGURAZIONE MONUMENTO A NICOLA BONSERVIZI 

MONUMENTO A NICOLA BONSERVIZI 

IL PROCESSO SU “LE MATIN” ALL’ ASSASSINO DI BONSERVIZI

CARTOLINA COMIT. PRO ERIGENDO MONUMENTO A NICOLA BONSERVIZI



ROCCASECCA (CIOCIARIA)
la salma dell'Avanguardista Antonio Di Mauro assassinato a Lione per la sua fede fascista

LA STAMPA- 14 OTTOBRE 1930
ARTICOLO SUL RIENTRO DELLA SALMA DI AURILIO SILVESTRO 
UCCISO A BRUXELLES IL 1 OTTOBRE 1930

CASALE - LA VIA INTITOLATA A SILVESTRO AURILIO


ROMA - MOSTRA DELLA RIVOLUZIONE FASCISTA
LA SALA DEI FASCI ALL' ESTERO

ROMA - MOSTRA DELLA RIVOLUZIONE FASCISTA
LA SALA DEI FASCI ALL' ESTERO

MOSTRA DELLA RIVOLUZIONE FASCISTA
BUSTO IN MEMORIA DI NICOLA BONSERVIZI

STORIE DELLA VIGILIA: le tre amnistie fasciste
Si tende spesso, anche nelle ricostruzioni amiche, a perdere di vista il vero significato che la Marcia su Roma ebbe nelle intenzioni dei partecipanti, per privilegiare l’aspetto più propriamente politico della soluzione che essa ebbe. Anche a voler prescindere dalle decine di morti di quelle giornate, non va dimenticato che vi furono occupazioni di città, caserme e uffici pubblici, mentre stazioni, arterie di collegamento e carceri vennero prese di mira dagli uomini in armi, che si impossessarono anche di armi in grande quantità. Per non dire delle decine di migliaia di fascisti che, accampati alle porte della Capitale, aspettavano solo l’ordine per tentarne la presa, aiutati da nuclei già dislocati in città come vera “quinta colonna”. Questo per ricordare che si trattò di un atto con veri contenuti “rivoluzionari”, e come tale vissuto, e non di una burletta. Inevitabile, quindi, che una volta preso il potere, il fascismo si preoccupasse, tra le prime cose, di tutelare i suoi aderenti dagli strascichi della repressione sbirresca e giudiziaria della quale erano stati vittime (e, anche questo, viene troppo spesso dimenticato). Ecco perché, già il 22 dicembre del 1922 fu varata un’amnistia che, pur affidandosi alla discrezionalità del giudice nell’applicazione, adottava i criterio del “fine nazionale” nell’individuazione dei reati che ne potevano fruire. Individuazione comunque non rigida, tanto da comprendere come “delitti politici” molti reati commessi a mezzo stampa, reati militari e “remote condotte delittuose”, oltre a far esplicita menzione di quelli connessi per rivendicazioni economico-sociali. L’impressione che ne deriva è che l’iniziale volontà “rivoluzionaria” del legislatore, tesa a tutelare le ragioni dei vincitori, sia stata edulcorata, nella stesura del testo, dalle obiezioni dei tecnici, tese innanzitutto a rispettare il quadro normativo generale al quale si ispirava la produzione giurisprudenziale dell’epoca. Un passo avanti in tal senso fu fatto con il successivo decreto 2278 del 31 ottobre 1923 che concesse l’amnistia a tutti i reati comunque determinati da movente politico o commessi in occasione di movimenti politici ovvero in agitazioni, competizioni, tumulti o conflitti dovuti a cause economico-sociali. Il culmine, infine, venne raggiunto con un decreto del 31 luglio 1925 che si rivolse a tutti i reati determinati da movente politico o che “comunque abbiamo connessione con fini politici”. Tale estesa dizione permise, come evidente, di garantire l’impunità ai tutti i reati, da chiunque commessi, riferiti all’ intero quadriennio 1919-22 e anni immediatamente successivi. Da queste poche note appare evidente la volontà di pacificazione di un regime che ambiva essere di tutti, e tributava il giusto riconoscimento agli avversari di ieri; la famosa “amnistia Togliatti” del dopoguerra ne sarà una pallida imitazione, peraltro viziata da non ben precisati “paletti” (mi vengono in mente le “sevizie particolarmente efferate”) che spesso ne precluderanno  l’applicazione.
Tratto dalla pagina di facebook di Giacinto Reale “Primavera di Bellezza”

L’anziana Emma Gherardi, moglie e madre di squadristi di S. Giorgio in Piano, viene assassinata a Baragazza. Tutto succede dopo che  i congiunti, in vacanza nella località, sono assaliti da un gruppo di sovversivi: il padre resta ferito, mentre  il figlio, a sua volta, ferisce un aggressore con un colpo di rivoltella, prima di rifugiarsi in casa. L’abitazione viene cinta d’assedio, la porta divelta a colpi di ascia, e la donna che si è fatta avanti, quasi a scudo dei familiari, colpita prima da una bastonata e poi finita da svariati altri colpi.
Nella foto sopra: il comunicato apparso su “L’Assalto” nr. 45 del 3 settembre 1921. Come si vede, nella stessa giornata furono 3 le vittime fasciste nel bolognese...mentre era in vigore il “patto di pacificazione”, voluto da Mussolini e osteggiato dagli squadristi

"L' ASSALTO"  del 17 DICEMBRE 1921


L' ASSALTO"  del 14 Febbraio 1922

 “I FASCISTI HANNO TRE STRADE APERTE: GALERA, OSPEDALE, CIMITERO” questa era la frase con la quale, stando alla testimonianza di che Enrico Frilli che era  il volontario di guerra mandato da Milano a presiedere, il 12 marzo del 1921, la costituzione del fascio di Arezzo, aveva concluso il suo discorso     

MUSSOLINI RICEVE UNA DELAZIONE DEGLI ORFANI  DI CADUTI FASCISTI



MUSSOLINI RICEVE UNA DELAZIONE DEGLI ORFANI  DI CADUTI FASCISTI

ROMA
 Famigliari dei caduti fascisti rendono omaggio all'Ara in Campidoglio 









ROVIGO  1923
 lapide in onore dei caduti fascisti
La Casa del Fascio di Rovigo venne inaugurata nel 1923 da Benito Mussolini in persona. Sulla destra, c'era questa lapide (rimossa) con i caduti del fascismo tra il 1921 e il 1922 dello scultore rodigino Virgilio Milani. Inaugurando questa casa dei fascisti polesani Benito Mussolini nel giugno MDMXXIII il duce e i fascisti vollero qui incisi i nomi dei camerati caduti perché il loro fulgido esempio ammonisca che il fascismo è milizia di dovere e sacrificio.

TRESIGALLO (FERRARA)


RAVENNA 1921
Balbo ai funerali del martire fascista Breviglieri

RAVENNA

RAVENNA 29 LUGLIO 1923
I fascisti ravennati per il primo anniversario del “martirio” di Giovanni Balestrazzi e Aldo (“Aldino”) Grossi, i due caduti delle “gloriose” giornate del luglio 1922. Il fascio organizzò una solenne cerimonia, che si sarebbe ripetuta da allora ogni anno, con modalità più o meno simili. La  fotografia si riferisce all’inaugurazione della lapide in onore di Balestrazzi, il capo dei facchini fascisti ucciso negli scontri di Borgo San Biagio del 26 luglio ’22, con Grandi oratore ufficiale,  (mentre spettò a Balbo  commemorare il giovanissimo squadrista Grossi, suo conterraneo, caduto il 29 luglio nell’assalto a Borgo San Rocco).
«Umile facchino», «operaio diciottenne» venivano definiti rispettivamente Balestrazzi e Grossi nelle lapidi a loro dedicate, a esaltarne per l’appunto l’appartenenza al popolo, a quelle sane forze del popolo di cui il fascismo soltanto rappresentava i bisogni e le aspirazioni.

I parenti dei due “martiri” che assistono  alla parata militare. 


SE RULLA IL TAMBURO CHE CHIAMA L’ASSENTE
 I MORTI FASCISTI RISPONDON “PRESENTE !”
(stornello fascista)

LA STAMPA

I FRATELLI
Frequenti le aggressioni da parte dei comunisti anche di appartenenti alla stessa famiglia. Innumerevoli gli esempi, eccone due, abbastanza singolari, tratti da: Giovanni Gallo, “Avanguardismo rivoluzionario”, Roma 1934 :
1) la sera del 17 ottobre del ’21,   Italo Gambacciani, non ancora sedicenne, iscritto al fascio di Montelupo, si reca, come di consueto, alla sede fascista di Empoli, portando con sé il fratellino….e mi piace immaginare che questa compagnia sia stata posta come ”conditio sine qua non “ dai genitori per farlo uscire: ”L’aria si era fatta buia e la strada era deserta quando….curvo sul manubrio della sua bicicletta tornava veloce verso Montelupo, scrutando la strada infida perché speso battuta da gruppi di sovversivi. Infatti, all’altezza del ponte di Pontone, egli vide delle ombre che venivano verso di lui….venne subito circondato da alcuni giovinastri che, con fare minaccioso, gli intimarono di togliersi il distintivo fascista….Mentre con un categorico “No” rintuzzava l’offesa…cadde. Il fratellino assistette terrorizzato alla tragica scena, impotente a soccorrere, e, visto cadere il fratello colpito a morte, riuscì miracolosamente a fuggire”
2) la notte del 26 maggio del ’22 fu turbata da un grave fatto di sangue a San Lorenzo di Vignale, nel Monferrato… un agguato, come era frequente in quei tempi: probabile obiettivo era il diciottenne Camillo Maramotti, ardito squadrista del luogo: pare che quando gli assassini si accorsero della presenza di Felice, abbiano sbrigativamente risolto con un “E’ il fratello di un fascista, che paghi anche lui”:  “I fratelli Camillo e Felice Mortarotti, ambedue giovanissimi, quantunque il fratello Felice avesse anche avuto il tempo di partecipare alla guerra, si erano recati quella sera nel Comune vicino di Cuccaro Monferrato, per partecipare alla festa del Patrono. Si erano trattenuti, ignari del tragico destino che li attendeva al ritorno, fin oltre la mezzanotte, felici, dopo il faticoso lavoro dei campi, di potersi concedere un’ora di onesto svago. Presa la via del ritorno, giunti ad un certo punto furono raggiunti da una scarica di rivoltellate. Non ebbero nemmeno il tempo di pensare alla fuga o alla difesa, che già gli assalitori erano sopra le loro vittime, armati di pugnali. I due fratelli, già feriti alla prima scarica, furono crivellati di colpi di pugnale”

MONUMENTO IN MEMORIA DEI FRATELLI  MARAMOTTI FELICE E CAMILLO
eretto sul luogo dell'uccisione

LA STAMPA 28 LUGLIO 1930

LA STAMPA 3 NOVEMBRE 1936 

 LA STAMPA 7 NOVEMBRE 1936

LA STAMPA 24 MARZO 1939  

SQUADRISMO FIORENTINO 
Pirro Nenciolini, di ritorno alla sede del fascio, racconta, al termine di una delle agitate giornate del gennaio ’21, un atto di valore compiuto da un giovanissimo camerata….si lascia forse andare alle consuete esagerazioni, fino ad indicare all’ammirazione dei presenti il “fulgido eroe sedicenne”…..Alle proteste di quello, che gli dice di non avere sedici anni, ma diciotto, controbatte brusco: “Chetati, bischero, che tu ci fai più bella figura Vale la pena di aggiungere che Pirro Nenciolini era un ingegnere, protagonista del primo squadrismo fiorentino, su posizioni “rivoluzionarie” per questo, nel febbraio del ’23 fu ucciso, in una violenta sparatoria sulla piazza di Signa da alcuni sicari “pseudo fascisti” assoldati dagli agrari


FLORIO FEDERICO  DI PRATO
A novembre del 1919, Federico Florio, eroico pratese presente a Fiume, viene inviato da d’Annunzio a Milano, a capo di un gruppo di legionari incaricati di proteggere la campagna elettorale fascista. A seguito di Mussolini che deve tenere un comizio a Monza, improvvisa, con i suoi, un corteo nella cittadina “Durante il corteo fascista, da un gruppo di comunisti si grida: “Viva Lenin!” Florio individua chi l’ha detto, gli piomba addosso, lo schiaffeggia, gli sputa su viso e gli grida. “Portalo a Lenin”
(Tommaso Fracassini, a Prato dal 1919 al 1922, Prato 1930)
A prescindere da questo specifico episodio, Florio era un coraggioso che, al rientro da Fiume, fu protagonista di molteplici scontri con i sovversivi della sua città che ridusse a più miti consigli. Venne ferito, in un agguato, l’11 gennaio del 1922, e morì dopo sette giorni di agonia, ad appena 22 anni.
Le sue ultime parole furono: “Mi dispiace di non potere fare altro per il mio paese! Che il mio sacrificio salvi Prato! Addio, Fiume!”



“Nessun partito d'Italia, nessun movimento nella storia recente italiana può essere confrontato al Fascismo; nessun ideale è stato come quello fascista, consacrato dal sangue di tanti giovinetti. Se il Fascismo non fosse una fede, come darebbe lo stoicismo e il coraggio ai suoi gregari? Solo una fede, che ha raggiunto le altitudini religiose, solo una fede può suggerire le parole uscite dalle labbra ormai esangui di Federico Florio”
(Mussolini sul Popolo d’Italia del 20 gennaio 1922, in un articolo significativamente intitolato “Vincolo di sangue”, dopo l’assassinio dello squadrista Federico Florio)

biglietto di Florio ai camerati di Firenze


 Le medaglie del caduto Florio Federico

FUNERALI DI FLORIO FEDERICO

FLORIO FEDERICO 
 Balbo in occasione di una cerimonia commemorativa del tragico evento

Manifesti pubblicati dal Fascio di Prato per l'uccisione di Federico Florio 

IL MANIFESTO DIFFUSO DAL FASCIO DI FIRENZE
 PER RICORDARE IL SACRIFICIO DI FLORIO

Giornale “La Riscossa” del 21-1-1922

Telegramma in data 19-1-1922 di Mussolini al Fascio di Prato
 per le onoranze tributate al caduto Federico Florio nell’anniversario della morte

FOSCARI ANNIBALE
primo martire della "Disperata"

“Nel pomeriggio del 12 luglio 1921, il conte Annibale Foscari del fascio di Firenze, in compagnia di altri due fascisti, passava per via dei Pilasti, quando, all’altezza di via Farini, sentì cantare nella bottega di un calzolaio, una canzone insultante Giovanni Berta.... I fascisti si slanciarono nella bottega, dove furono affrontati a colpi di trincetto. La colluttazione fu violenta: il conte Foscari cadde, assieme al compagno Amadio Cimini. Questi aveva riportato una ferita grave al torace ed il Foscari quattro ferite al ventre. Gli assassini, i fratelli anarchico-comunisti Garuglieri e tale Corti, venivano inseguiti dai fascisti e consegnati all’Autorità. Venivano effettuate energiche rappresaglie. Il giorno 17 luglio, dopo inaudite sofferenze, moriva il fascista Foscari Annibale, veneziano, di antica famiglia della Repubblica veneta, una delle più nobili famiglie italiane, legionario fiumano, fascista fin dalla prima ora. Varrà la pena di aggiungere che il Foscari aveva 18 anni e il suo assassino 13.
Da : “Storia della Rivoluzione Fascista” di G. A. Chiurco


Copia di un libretto del 1922 che tratta la vicenda, con la dedica a d’Annunzio
 dei familiari di Foscari 

FIRENZE
LA VIA INTITOLATA A ANNIBALE FOSCARI ORA VIA DEI PILASTRI

FIRENZE BORGO LA CROCE
la strada fu intitolata al caduto fascista Dante Rossi

ISCHIRAS CALAMAI
Operaio ventunenne, camicia nera della Valle del Bisenzio, 
ucciso a Santa Lucia di Prato il 13 febbraio del 1922.

 Viene assassinato l’operaio e squadrista ventunenne Ischiras Calamai. Con tragico presentimento, alla vigilia della morte aveva scritto:  “Il sentirmi solo mi piace e mi inorgoglisce. Mi possono uccidere, se vogliono, ma, anche dopo morto, costerò sempre più di loro”.

I MARTIRI DI LIVORNO

BOTTI UGO-LEONE DINO-MORIANI GIORGIO 

Manifesto pubblicato il 7-9-1922 dall’Avanguardia fascista di Cecina, (LI)
 per il primo anniversario della morte di Aldo Mazzei

BERGANTINO (LI)
LA COMMEMORAZIONE DEL MARTIRE ZANELLI

CAMPIGLIA MARITTIMA (LIVORNO)
LA PIAZZA DEDICATA AL MARTIRE  LIBERO TURCHI


PISA - SAN MINIATO
UMBERTO PONTANARI

Nato a Montaione il 4 giugno 1882, Umberto Pontanari era sposato e padre di due figli. Reduce dalla Prima Guerra Mondiale, aderì al fascismo prendendo parte alle azioni squadriste nel territorio sanminiatese e nei comuni limitrofi. Durante una di queste operazioni, vista la richiesta di intervento urgente proveniente da Isola, una camionetta di squadristi si precipitò da San Miniato verso la pianura. Nel viaggio la camionetta che trasportava gli squadristi si ribaltò, avendo preso una curva a forte velocità nei pressi del cimitero di San Lorenzo a La Scala. Vi furono una quindicina di feriti e un morto: Umberto Pontanari. Tutto questo accadeva nella notte fra il 14 e il 15 maggio 1921.


Ad Umberto Pontanari venne dedicata la strada sanminiatese che dal “Riposo” 
conduce in Piazza Buonaparte, sotto al Convento di San Francesco
 e che anticamente veniva chiamata via Sant'Andrea

SAGRA DECENNALE DEI MARTIRI FASCISTI DELL' ATENEO PISANO
A CURA DEL GRUPPO UNIVERSITARIO FASCISTA DI PISA



IL MONUMENTO ERETTO IN PIAZZA GORGONA A NARINA DI PISA
A RICORDO DI TITO MENICHETTI, GIOVANE FASCISTA, UCCISO A PONTE A MORIANO
 IL 25 MARZO 1921. FU INAUGURATO NEL 1926
La Disperata / la nostra squadra
cantando passa / ebbra d'amor
e muove impavida / verso la meta
e mai non dubita / del suo valor
e mai non dubita / del suo valor
(inno della "Disperata Tito Menichetti" di Pisa)


IL MAESTRO GIUSEPPE MENICHETTI PADRE
 DI TITO NOMINATO "CAPO SQUADRA ONORARIO"

BUGGIANO (PT)
lapide in memoria ZANNI ALESSANDRO ucciso il 13 novembre 1921

MASSA CARRARA - PIAZZA PAOLO PELU'

LUCCA
MONUMENTO AI MARTIRI FASCISTI

 Medaglia commemorativa di GINO GIANNINI

LUCCA 1932
MEDAGLIA PER L'INAUGURAZIONE
 DEL MONUMENTO AI MARTIRI FASCISTI

QUELLA VOLTA CHE I ROSSI “LAPIDARONO” I FASCISTI IN “GITA”
Un episodio rimasto unico nella pur varia storia del quadriennio che portò alla conquista del potere da parte dei fascisti, e che forse vale la pena di essere raccontato. Il 21 maggio del 1921, meno di una ventina di squadristi lucchesi, guidati da Carlo Scorza (destinato a futura ma  incerta fama, perché ultimo Segretario del Pnf, nominato il 19 aprile del ’43, terrà, prima, durante e dopo la famosa riunione del 25 luglio, un comportamento unanimemente criticato) si recano in camion a Valdottavo per presenziare alla fondazione del locale fascio di combattimento. Terminata la cerimonia, alla quale, in un teatro, hanno assistito – e questo è abbastanza inspiegabile – quasi sino alla fine, un po’ defilati, ma indisturbati, tre noti sovversivi del luogo, il camion riparte, nella massima tranquillità. Giunto in località “Croce Celata”, poco prima di Rivangaio, l’automezzo viene centrato in pieno da molti massi (alcuni del peso vicino al quintale ), fatti precipitare dall’alto (monte Elto). Un macigno particolarmente grosso (sarà prima conservato nella sede del fascio di Lucca e successivamente esposto alla Mostra della Rivoluzione Fascista), battendo su una roccia sporgente per la china del monte, fa una parabola e piomba sul veicolo. Vi sono due morti, gli studenti universitari Gino Giannini e Nello Degl’Innocenti, quattro  feriti gravi e svariati feriti leggeri, tra i quali lo stesso Scorza. Le indagini, condotte dalle forze dell’ordine, portano al fermo di quattordici persone, tre delle quali vanno poi a processo. Sono gli stessi tre individui vista alla cerimonia fascista; la tesi accusatoria è che fossero lì per procurarsi un insospettabile alibi, salvo poi allontanarsi prima della fine, per predisporre l’agguato. I tre, durante il processo, cadono in contraddizioni, e si accusano tra loro; in particolare, ad uno viene addebitata dagli altri la frase: “Se vengono i fascisti, gli faremo una scarica di pietrate”. Riconosciuti colpevoli verranno condannati a pesanti pene detentive. I fascisti denunciano l’accaduto con un manifesto nel quale non possono non sottolinearne la “originalità” (e sì che allora ne accadevano di tutti i colori !) dell’accaduto: “Non è in buona fede e non ha retta coscienza chi non sa o non vuole riconoscere l’assalto di una nuova specie che il nemico ci ha mosso. Abbiamo resistito e resistiamo ancora, serenamente e senza tentennare, pensando che il martirio varrà un giorno ad illuminare la nostra azione e a conquistare i ciechi e gli increduli”. I loro avversari, secondo una tecnica già in uso all’epoca e destinata ad avere grande successo anche nei decenni seguenti, cercheranno di avvalorare la tesi che l’attentato fosse stato organizzato dallo stesso Scorza (il quale era –e questa è l’incongruenza- a bordo del camion bersagliato dai massi e finito fuori strada) per crescere d’importanza all’interno del movimento fascista. Si tratta di un disperato tentativo di sminuire portata e rilevanza di un gesto che appare di gratuita malvagità, se si considera che la visita dei fascisti a Valdottavo si era svolta nel massimo ordine, senza alcuna violenza, tra il consenso della popolazione. La prova migliore credo stia nel libretto che lo stesso Scorza, qualche mese  dopo, dedicherà ai caduti: nell’ultima pagina vi è l’elenco dei presenti, e l’intestazione è: “Fascisti che parteciparono alla gita di Valdottavo”. “Gita”, non “spedizione punitiva” o anche solo “azione”, chè questo è lo spirito che anima i partenti radunati a Lucca nella piazzetta San Leonardo: sono sedici inizialmente, ma se ne aggiungono due, dopo che per ben tre volte Scorza ha invano provato a farli scendere dal camion. Per un’atroce beffa del destino, uno di essi, Gino Giannini, sarà una delle vittime, mentre l’altro, Aldo Baralla, resterà gravemente ferito.
Giacinto Reale

22 MAGGIO 1921-I MARTIRI DI VALDOTTAVO (LU)

A Valdottavo, piccolo paese a 8 km. da Lucca era giunto un camion di 22 fascisti al comando del cap. Carlo Scorza per la costituzione del Fascio; di ritorno a Lucca il camion, giunto in prossimità delle Cave dette di Sesto e Rivangaglio, da un'altezza di 50 metri a picco sulla strada è fatto bersaglio a 5 o 6 massi ciascuno di vari quintali; un macigno  in rincorsa battendo su una roccia sporgente per la china del monte, facendo una parabola,  piombò sul camion e prese in pieno Giannini Gino, studente universitario in Chimica, nato a Lucca il 12 marzo 1898, ex combattente, e lo maciullò; Degl' Innocenti Nello studente universitario fu anch'esso colpito al capo e cadde morto sotto il macigno; rimasero feriti Ballerini Felice colpito alla testa dal blocco omicida, Aldo Mandoli, Aldo Baralla, Benedetti Guido e Carlo Scorza; lo chaffeur fermò di colpo la macchina; mentre avveniva tale imboscata, a Ponte a Moriano, presso la località "la Torretta" si stava preparando un altro agguato qualora i fascisti fossero scampati dal primo a Valdottavo.
Da "STORIA DELLA RIVOLUZIONE FASCISTA" di Giorgio Alberto Chiurgo













Intitolati ai due Martiri  si realizzarono monumenti e si intitolarono luoghi simbolo (a Lucca il grande piazzale antistante la porta S. Maria, oggi ribattezzato “piazzale martiri della libertà”, portava la denominazione di “piazzale martiri di Valdottavo”)


Giornale “L’Intrepido” del 21-5-1922

LA STAMPA 24 MAGGIO 1921
L’ ASSASSINO DI DUE FASCISTI CADUTI IL 23 MAGGIO IN UN AGGUATO

IL MONUMENTO AI MARTIRI DI VALDOTTAVO

Uno dei massi che uccisero i due fascisti a Valdottavo

CARRARA 
gagliardetti delle squadre di Carrara su ognuno il nome di un caduto

PISTOIA
 IL MARTIRE PACINO PACINI

I FUNERALI


BUGGIANO (PISTOIA) 
LAPIDE IN MEMORIA DEL MARTIRE
ZANNI ALESSANDRO ucciso 13-11-1921

CIMITERO SUBURBANO DI PISA

LAPIDE DI GIOVANNI ZOCCOLI

Manifesto del Fascio di Partino (Pisa)
 per la cerimonia di commemorazione del caduto Aldo Mazzei

SIENA
A Siena nel 1938 venne inaugurato il Sacrario dei Martiri fascisti con dieci salme all'interno della Basilica di San Domenico, alla cerimonia presenziò anche Achille Starace inviato dal Duce
Il Sacrario dei Martiri Fascisti nella Cripta di S. Domenico a Siena

Nella cripta della Basilica di San Domenico, venne realizzato il “Sacrario Senese dei Martiri Fascisti” (1934), opera dello scultore Vico Consorti. Consisteva principalmente di un' altare e di un’enorme statua di Cristo. In esso trovarono sepoltura alcuni fascisti senesi della prima ora tra cui Rino Daus, il martire fascista senese per antonomasia.

SIENA CARTOLINA PER L' OFFERTA AL 
SACRARIO DEI CADUTI FASCISTI DELLA PROVINCIA DI SIENA


CRISTO RISORTO DEI MARTIRI FASCISTI 

NEL CIMITERO DELLA MISERICORDIA DI SIENA

L’opera fu inizialmente posta nel Sacrario dei Martiri Fascisti di Siena, nella Cripta della Basilica cittadina di San Domenico. Il Sacrario, in cui era presente anche Fra Angelo Galassi, una delle vittime della ferocia socialista nell’Eccidio dell’Assunta, fu poi smantellato negli anni del dopoguerra: i corpi furono translati in cimiteri periferici e le lapidi con i nomi dei caduti vennero rovesciate e poste ai lati per essere riutilizzate come basi per altari.



SIENA - SALA DEI MARTIRI SENESI

PRATO NOVEMBRE 1921 
Adunata dei fascisti pratesi in piazza delle  Carceri 
per l'Anniversario della Vittoria - 
Quasi al centro con  il frustino in mano Federigo Guglielmo Florio

AREZZO
 ARA DEI CADUTI FASCISTI

MARTIRI DI MONTELUPO FIORENTINO

 


LA STRAGE DI EMPOLI


Con i fatti di Empoli ci si riferisce ad una strage compiuta il 1º marzo 1921 da militanti del Partito Comunista d'Italia e membri delle Guardie Rosse contro 46 marinai, aventi il compito di riattivare le linee ferroviarie interrotte dagli scioperi di quei giorni a Firenze, scortati da 18 carabinieri. Il numero delle vittime fu di 9 morti e di 18 feriti, tutte fra i militari. Il 1º marzo 1921, Onorato Damen, segretario della Camera del Lavoro di Pistoia, e Abdon Maltagliati, segretario della Camera del Lavoro di Empoli, erano a Livorno dove partecipavano alle fasi conclusive del Congresso della CGL. Durante tale occasione, alla vista di due camionette di carabinieri lungo la strada che trasportavano dei giovani (tale fatto spesso significava Squadre di Azione in movimento) il Maltagliati stesso, venuto a conoscenza che Empoli era la destinazione e fraintendendone le intenzioni, fa circolare la voce di un imminente assalto credendole far parte di un ipotetico corpo di spedizione fascista; la notizia fatta circolare afferma che un gran numero di squadristi (si trattava in realtà solo di quel gruppo di marinai di Livorno, scortati da carabinieri ai quali era stato ordinato di recarsi a Firenze per riavviare i treni), avrebbero assalito Empoli. Giunta telefonicamente ad Empoli la notizia dell'avvicinarsi della spedizione i militari e i carabinieri della città si chiusero all'interno della caserma, per proteggere le loro famiglie, senza intervenire, mentre circa 4-500 empolesi, sostenuti dalla Guardia Rossa, tesero un agguato al convoglio e lo assalirono con armi da fuoco nei pressi di via Chiarugi. Le due camionette furono investite dal fuoco: la prima contò due morti, ma riuscì a manovrare e ad allontanarsi, mentre la seconda sbandò e i militari, rimasti bloccati, furono linciati dalla folla uno ad uno. Un carabiniere riuscì ad allontanarsi verso le campagne, dopo aver vanamente chiesto aiuto a dei contadini, fu raggiunto e ucciso a bastonate. Il corpo fu poi gettato nel fiume che scorreva poco distante. «Cercavo di ripararmi il viso con le mani e loro giù coltellate anche su queste e uno gridava "gli occhi ti voglio cavare, gli occhi carne venduta". Bestie, sapete, bestie! Che prima ci avevano scambiati per fascisti ma poi anche quando ci riconobbero per marinai presero a finirci lo stesso perché eravamo "carne venduta". Non sono cristiani, credetemi non sono cristiani.» (Racconto di uno dei marinai feriti). Il numero finale fu di 9 morti, sei marinai e tre carabinieri, e 9 feriti : Enrico Bottini- Alberto Incarbone-Salvatore Lo Pinto-Salvatore Santaniello-Antonio Sergianni-Carlo Alberto Tulli- Francesco Cinus-Salvatore Masu Giovanni Pinna. Nel 1924 fu svolto un processo in cui furono imputate ben 132 persone per l'omicidio dei nove militari sorpresi a Empoli e ben 92 furono condannate. Molte di queste furono estradate dalla Repubblica di San Marino, ove erano scappate in cerca di asilo.

Manifesto del Fascio di Empoli  2-3-1921

 IL MONUMENTO IN RICORDO DEI NOVE MARTIRI DELLA STRGE DI EMPOLI

EMPOLI 1-3-1922
 COMMEMORAZIONE DELL' ECCIDIO NEL PRIMO ANNIVERSARIO

EMPOLI 
 Viale della Rimembranza e Martiri del Fascismo

 LUCCA MONUMENTO AI CADUTI PER LA RIVOLUZIONE FASCISTA

CLARA ROSSI
In un opuscoletto del 1936 dedicato a Dante Rossi si trova questa bella foto: è la figlia del martire fascista, concepita –come si diceva- in assenza di matrimonio, nata già orfana e praticamente adottata (il libro non è molto chiaro) dalla madrina della squadra che da suo padre prese il nome. La “Dante Rossi” fu la terza squadra del fascio fiorentino, e di essa fece parte anche Pavolini. Rossi, autista di un camion fascista caduto, il 17 aprile del ’21, in un’imboscata al termine di una spedizione che non aveva visto violenze contro le persone, fu praticamente decapitato ad accettate.
 (in: Riccardo Melani, Dante Rossi, Firenze 1936)

DOMENICA 9 OTTOBRE 1921 SALSOMAGGIORE (PR)
Tre membri della squadra Ardita entrano in serata in un esercizio pubblico nella frazione del comune di Salsomaggiore: scoppia un serrato scontro con gli avventori che costa la vita al diciottenne fascista Livio Rossini (spirerà il 15 ottobre). Dal Corriere della Sera dell’epoca.

PIACENZA
Casa Littoria - Sacrario Martiri Fascisti

CESARI ERNESTO
"Nel pomeriggio del 27 novembre 1921, si trovava in un locale di Trebbo, con altri due camerati, quando un gruppo di comunisti, provenienti da Bologna, irruppe nel locale per imporre l'acquisto di giornali sovversivi. I fascisti si opposero ed uscirono dal locale per affrontare i sovversivi in strada, ma quelli aprirono il fuoco con le rivoltelle. Ci furono tre feriti, tra cui il Cesari, che si spense circa un mese dopo all'Ospedale di Bologna"
(da: "Per l'Italia", a cura del circolo Filippo Corridoni, Parma 2002)

 MARTIRI FASCISTI DEL REGGIANO

La lettera del diciottenne Norberto De Bruyn ai suoi familiari, nella primavera del ’22. Il De Bruyn, deceduto qualche mese dopo, nel settembre del ’22 (per i postumi di ferite riportate, perché il libro dice: “su richiesta della famiglia gli verrà riconosciuto il titolo di martire fascista”)
Carissimi...per il resto posso dirmi soddisfatto: ho la mia libertà, ho la mia idea per la quale rischio giornalmente la galera e qualche volta la pelle. Infatti, a Roma, ci si è svegliati, noi fascisti, o meglio, i nostri Capi ci svegliano e cercano di scuotere l’apatia che sembra una prerogativa della città dei Cesari. Per varie sere di seguito abbiamo fatto a revolverate nel quartiere Salario, sono state bellissime serate. . Poi hanno ucciso a Tivoli il nostro Veroli. Aspettavamo di partire ogni istante, ma non si potè. Tivoli era circondata dalla Polizia. Quelli che partirono furono arrestati, per cui noi abbiamo ancora da vendicare il nostro morto, lo vendicheremo. Ieri, primo maggio, siamo stati tutta la giornata sul piede di guerra. Durante la mattinata fummo pronti ai nostri posti per impedire il corteo con ogni mezzo. Il corteo non fu fatto. Il pomeriggio passammo all’offensiva e visitammo tutti i quartieri popolari. Nessuna provocazione, qualche bastonata ben data e la constatazione della scomparsa dei famigerati Arditi del popolo. Questa è la nostra vita”
(in: Andrea Augello, Arditi contro, Mursia 201 La lettera del diciottenne Norberto De Bruyn ai suoi familiari, nella primavera del ’22. Il De Bruyn, deceduto qualche mese dopo, nel settembre del ’22 (per i postumi di ferite riportate, perché il libro dice: “su richiesta della famiglia gli verrà riconosciuto il titolo di martire fascista”)

RAVENNA LUGLIO 1922
Aldino Grossi, del fascio ferrarese, 18 anni, figlio di fabbro e fabbro egli stesso, ucciso in un agguato in località “Case nuove”, dopo aver partecipato, in primissima linea, alle azioni punitive contro le sedi social-comuniste
Giovanni Balestrazzi, detto “Pagnocca”, del fascio ravennate, 37 anni, facchino, aggredito e ucciso, solo sul suo biroccio, da attivisti repubblicani e comunisti a colpi di randello, e lasciato morto col cranio scoperchiato


BALESTRAZZI GIOVANNI NELLA BARA

 Manifesto pubblicato il 31/7/1922 dal Fascio di Ravenna
 per l’uccisione del caduto Grossi Aldino

Ravenna 
Inaugurazione della lapide in onore di Balestrazzi, il capo dei facchini fascisti ucciso negli scontri di Borgo San Biagio del 26 luglio ’22, con Grandi oratore ufficiale

La Squadra "D'Annunzio" a Ravenna
Gli album di Ravenna fascista si aprono proprio con una foto della “squadra D’Annunzio”, non datata ma risalente con ogni verosimiglianza al marzo/aprile 1921. Stretti attorno ai ritratti del comandante e del duce, vi si riconoscono alcuni dei principali artefici dell’originario squadrismo ravennate. C’è, primo da sinistra in seconda fila, il legionario Rambelli. Regge un bastone da passeggio. Al suo fianco siedono Guarniero “Eros” Guardigni, anche lui reduce dal Carnaro, che dopo la prematura morte diventerà un “eroe della rivoluzione fascista”

RAVENNA
Nuova Casa del Littorio - Piazza dei Caduti

ALFONSINE (RAVENNA)
FACCANI ABELE
UCCISO IL 18 MARZO 1924

ALFONSILE
 la rampa e i portici dove fu ucciso Abele Faccani

21 MARZO 1924 
Alfonsile-Piazza Monti
 il funerale di Abele Faccani 

ALFONSILE -VIA ADELE FACCANI




MARTIRI FASCISTI DEL MONFERRATO

funerale di un Caduto Fascista

FUNERALI DI SEI CADUTI NEGLI SCONTRI CON I COMUNISTI

      CARTOLINA COMMEMORATIVA CHE RITRAE LO
 SQUADRISTA VEROLI GUGLIELMO 
ASSASSINATO A TIVOLI IL 22 APRILE 1922

BOLOGNA - OTTOBRE 1932
I MARTIRI FASCISTI ALLA CERTOSA
A Bologna il 28 ottobre 1932 venne inaugurato il Monumento ai Martiri del Fascismo alla Certosa di Bologna con 53 salme di caduti per la causa della Rivoluzione fascista progettato dall'architetto Giulio Ulisse Arata
 con le statue dello scultore Ercole Drei

Bologna-Certosa-Sacrario dei Martiri Fascista
Al centro del grandioso Chiostro VI, il 28 ottobre 1932 venne inaugurato il monumento ai martiri della rivoluzione fascista, progettato dall’architetto Giulio Ulisse Arata (1881-1962), e con sculture di Ercole Drei (1886-1973). Il chiostro VI venne realizzato a partire dal 1901 e venne terminato negli anni venti del secolo; l'area centrale inizialmente era adibita alla normale inumazione a terra con lapidi a stele, e quindi è plausibile che nel progetto originario non fosse previsto la presenza 'ingombrante' di altri complessi monumentali. Il fascismo bolognese volle celebrare la marcia su Roma con la solenne traslazione, nel nuovo sacrario della Certosa, delle salme dei caduti per la causa del fascismo. Il sacrario si presenta come un vasto ipogeo sovrastato dall'Ara dei Caduti. La struttura architettonica povera di decorazioni e dai volumi semplici e dall'aspetto monolitico fu tra i progetti che l'architetto Arata ritenne tra i più riusciti del suo ampio catalogo di opere. Particolarmente felice è la collaborazione con lo scultore Ercole Drei, che seppe inserirsi armonicamente con le due grandiose allegorie della Forza (a sinistra) e della Gloria (a destra). La struttura fu costruita grazie ad una sottoscrizione pubblica ed è interamente eseguita in travertino di forte spessore, quando non monolitico. Nel corso del tempo il monumento non ha subito nessuna modifica ad eccezione dell'epigrafe a rilievo che si trovava sulla facciata principale, con tutta probabilità distrutta immediatamente dopo la fine del secondo conflitto mondiale.

Bologna-Certosa-Sacrario dei martiri Fascista

Bologna - Cerimonia di traslazione delle salme dei caduti fascisti


Bologna-Cerimonia di traslazione delle salme dei caduti fascisti 
Il primo a sinistra è il podestà Arpinati

LA TRASLAZIONE DELLE SALME DEI MARTIRI DEL FASCISMO BOLOGNESE










MONARI SEBASTIANO
PRIMO MARTIRE DI BOLOGNA 28 MAGGIO 1921

MARTIRI FASCISTI-NANNINI PAOLETTI-BOLOGNA 1922


GIANCARLO NANNINI

Lo squadrista Giancarlo Nannini: “ragazzo del ‘99”, Sottotenente in guerra, decorato di medaglia di bronzo e con due croci di guerra, fu a Fiume, Comandante del Presidio di Porto Sauro, fino al Natale di sangue. Rientrato in Italia, fu squadrista e comandante di squadra a Bologna, dove troverà la morte nelle giornate della Marcia, nell’attacco, a San Ruffillo, ad una caserma dei Carabinieri (a smentire chi continua a parlare di una passeggiata fatta con la tolleranza delle Forze dell’Ordine).

Ecco il racconto dell’episodio:

“Verso le 15 del 29 ottobre 1922  partirono in automobile dalla sede del fascio alcuni squadristi e Arditi, al comando del Seniore Giancarlo Nannini, vice-segretario del fascio bolognese…..Giunta l’automobile presso la caserma dei Carabinieri (di San Ruffillo ndr), i fascisti chiesero a gran voce che il Brigadiere cedesse le armi, come già era accaduto in tutti i paesi delle provincia. Il Brigadiere rispose negativamente…..per notorio antifascismo e per la covata avversione contro Nannini, il quale in precedenza aveva assai frequentato la zona di San Ruffillo. Alla risposta negativa……(seguì) l’inizio delle ostilità, con sparo da ambo le parti di fucilate, bombe e mitraglia…..l’eroico Oscar Paoletti (anch’egli ex legionario fiumano ndr) ebbe l’impulso temerario di salire a mezzo di una scala a pioli, verso una finestra al primo piano della Caserma, di fianco alla facciata dove stava esaurendosi il conflitto….In un impeto di ardore, scavalcando la finestra, si arrampicò dentro la Caserma, ma….non pratico dell’ambiente, invece di scendere le scale, per aprire la porta d’ingresso ai suoi camerati,  capitò nella stanza di un Carabiniere che non partecipava alla battaglia. L’avversario, si allude al Brigadiere, con il quale c’era già stata una prima zuffa, intanto, rialzatosi, trasse una bomba e la lanciò, facendola scoppiare sui due uomini….Paoletti giacque, forse presago dell’imminente orribile morte che il Brigadiere subito gli inferse con la rivoltella…..Giancarlo Nannini ordinava la calma ai suoi, e, alzando le braccia verso quel feroce che lo mirava (il Brigadiere protagonista dell’intera vicenda), insisteva per la tregua, incurante di se stesso, quando, ad un tratto, cadde fulminato.
La sua vita guerriera si era offerta al sacrificio con parole di pace !”

(Giorgio Pini, “Le legioni bolognesi in armi”, Bologna 1923)


BOLOGNA 30 OTTOBRE 1922
LE SALME DEI FASCISTI CADUTI NELL'ORA 
DELL'INSURREZIONE VENGO ESPOSTE NELLA SEDE DEL FASCIO


BOLOGNA
  Casa del Fascio Cappella dei Caduti  Beretta e Giacominidei

La tomba di Roberto Poletti al Sepolcreto dei Prodi Fascisti di Bologna

La tomba di Gesù Ghedini al Sepolcreto dei Prodi Fascisti di Bologna

BOLOGNA UN GRANDIOSO FUNERALE AD ALCUNE VITTIME

Gli incidenti di Calderara di Reno e la morte del caposquadra Celestino Cavedoni
Il 21 maggio a Calderara di Reno scoppiano gravi incidenti tra gruppi di antifascisti e una squadra di fascisti di Santa Viola. Gli incidenti si ripetono il 25 maggio: nel pomeriggio centinaia di fascisti, guidati dal segretario di Santa Viola ed ex capitano di marina Celestino Cavedoni, arrivano in paese.. Nella notte tra il 25 e il 26 maggio Celestino Cavedoni sarà ritrovato cadavere in via Battindarno a Bologna. Vittima di un agguato comunista

CAVEDONI CELESTINO

 BOLOGNA Cenotafio dello squadrista Celestino Cavedoni - Cimitero della Certosa 


Giornale “Il Resto del Carlino della Sera” del 27-5-1922

La camera ardente dei caduti di San Ruffilo a Bologna


Portonovo (Bologna)
 Caduti per la Causa Fascista Barbieri Luigi, Ghedini Gesù, Poletti Roberto

“L’epilogo dell’eccidio di Portonovo”


IMOLA - PIAZZA MARTIRI FASCISTI


BUDRIO (BO) - CASA DEL FASCIO SACRARIO DEI CADUTI

I MARTIRI FASCISTI BOLOGNESI
Oleografia dei caduti della provincia di Bologna

Immagine  incompleta, perché  in effetti,   alla fine,  il triste primato arriverà a  54 vittime, contro le 31 comprese, Bologna, Ferrara e Parma avranno, nella vigilia rivoluzionaria, 91 caduti, circa il quindici per cento cioè dell’intero martirologio 




"Per i fascisti ci sono 3 strade: l'ospedale, la galera, la morte", così si diceva all'epoca.....
Ma gli squadristi bolognesi "se ne fregavano"

L' ASSALTO 8 APRILE 1922
E' sicuramente di rara efficacia...il fascio di Bologna fu sempre molto sensibile al problema della persecuzione poliziesca (perchè ci fu anche quella...altro che connivenze !): Arpinati, dopo il conflitto di Lodi, a fine 1919 fece parecchi mesi di carcere, fu poi più volte arrestato (anche per "responsabilità oggettiva", essendo capo del fascismo cittadino), e, alla data del 28 ottobre, erano 39 i carcerati fascisti...che, con atto rivoluzionario, furono subito liberati

FAENZA (RE)
LICEO TORRICELLI LAPIDE IN MEMORIA DEI MARTIRI VOLTERRA-GHINASSI 

FAENZA VIA INTITOLATA AL MARTIRE VOLTERRA GUGLIELMO

CIMITERO MONUMENTALE DI REGGIO EMILIA
sepolcro del Martire Fascista Cugini Adolfo 

FERRARA - 20 DICEMBRE 1920
A Ferrara, il 20 dicembre del 1920, Guardie Rosse appostate tra i merli del castello aprirono il fuoco sui fascisti che sfilano in pacifico corteo, uccidendo tre camicie nere e ferendone diverse altre. Tra i morti, il diciannovenne Natalino Magnani, iscritto al fascio da 13 giorni e presente alla manifestazione col padre. Il vecchio genitore raggiunse il figlio all’Ospedale, finchè lo vide spirare: “E mentre quel fanciullo muore, un uomo che pare una statua lo guarda con un occhio che non versa una lacrima e la sua bocca non dice parola. Poi, quando tutto è finito, quell’uomo ha lasciato suo figlio come una cosa consumata, che non ha più nulla a che fare con noi e con i nostri sogni; se ne è andato solo, insalutato, inconsolato; si è perso nelle strade vuote, è ritornato nella sua casa, a ricostruire la sua nuova vita di sacrificio e di dolore, ,esempio ai padri, esempio ai figli, magnifico sprone ai codardi, superbo monito alla gioventù, che non sa il proprio dovere”.
 (Forti-Ghedini, L’avvento del fascismo, cronache ferraresi, Ferrara 1922)

 FERRARA-  COMMEMORAZIONE DEI MARTIRI

FERRARA BASILICA DI S. MARIA IN VADO

Mosaico del fascio fiammeggiante su fondo tricolore, 
simbolo dei Martiri fascisti

Ferrara, Castello Estense

Il luogo ove sorgeva la lapide in memoria del Martiri del XX Dicembre

FERRARA CERTOSA

la tomba di Franco Gozzi, il primo caduto dei tragici eventi del 10 Dicembre

FERRARA LA CELEBRAZIONE DEL 18° ANNUALE 
DELL’ECCIDIO DI CASTEL ESTENZE 





FERRARA COMMEMORAZIONE FUNEBRE DEL XVI ANNIVERSARIO
DI ALCUNI CADUTI FASCISTI 


CADUTI FASCISTI DI FERRARA


Cimeli dei martiri di Castello Estense di Ferrara

FERRARA
Medaglia coniata alla memoria dei caduti fascisti consegnata ai familiari

MAGNANI NATALE
UCCISO IL 20 DICEMBRE 1920 A FERRARA

L’ agguato subito dai fascisti, che sfilavano in pacifico corteo  quando le Guardie Rosse appostate tra i merli del castello aprirono il fuoco, uccidendo tre camicie nere e ferendone diverse altre. Tra i morti, il diciannovenne Natalino Magnani, iscritto al fascio da 13 giorni e presente alla manifestazione col padre. Il vecchio genitore raggiunse il figlio all’ospedale, finchè lo vide spirare.

FASCIO FERRARESE DI COMBATTIMENTO "FRANCO GOZZI"

FERRARA "IL BALILLA"  NOVEMBRE 1921 
RESOCONTO PROCESSO FATTI DEL 20 DICEMBRE 1920

CORRIERE DELLA SERA 
LA CRONACA DELL' ECCIDIO DI FERRARA 
CHE COSTO' LA VITA A TRE FASCISTI

MODENA
COMMEMORAZIONE DEI MARTIRI DEL 1921




Mario Ruini è il primo fascista ucciso a Modena e il fatto desta una enorme impressione in città ma, a provocare ancora più clamore sulla stampa locale e nazionale è l’assalto che gli antifascisti modenesi preparano per il 24 gennaio 1921, giorno dei funerali dello stesso Ruini. A Modena i fascisti ‘non devono passare’ e C. è uno degli organizzatori del ‘colpaccio’. Il lunghissimo corteo funebre si snoda lungo la via Emilia. Sono presenti tutti i fasci e le asso­ciazioni combattentistiche dell’Emilia Romagna comprese rappresentanze da Milano e diverse altre città. All’altezza del palazzo delle Poste, in pieno centro cittadino, un gruppo di ‘guardie rosse’, anarchici e socialisti sbuca dal portico del Collegio e si getta sul corteo sparando. Poi dall’alto, da tetti e finestre, piovono colpi di moschetto e di rivoltella sul corteo e sul feretro di Ruini. I fascisti rispondono al fuoco, la confusione è totale. Al termine della battaglia a terra restano uccisi i fascisti Augusto Baccolini di Bologna e Orlando Antonini di Forlì. Altre 14 persone ferite ricevono le cure della Croce Verde, tra questi Leandro Arpinati. 

I FUNERALI DI MARIO RUINI
Funerali di Ruini La foto riprende il corteo funebre poco prima della sparatoria che provoca la morte di due fascisti e il ferimento di numerosi altri, tra cui Leandro Arpinati





MONUMENTO A SINIGAGLIA GIULIO DI 24 ANNI 
 martire fascista modenese

I FUNERALI DEI MARTIRI DI MODENA
MUSSOLINI E FARINACCI
in attesa di pronunciare il discorso ai funerali dei martiri di Modena
MUSSOLINI AI FUNERALI DEI FASCISTI UCCISI A MODENA 

I CADUTI
















BOSI EZIO-CARPIGIANI UMBERTO-GALLIANI GIOACCHINO-GARUTI TULIO-MICHELI GIOVANNI-SANLEY AURELIO-SINIGAGLIA DUILIO-ZULATO ALFREDO

1° OTTOBRE 1922
L’arrivo di Italo Balbo a Modena in occasione della prima celebrazione
 dei fascisti caduti nell’eccidio del 26 settembre 1921

IL “POPOLO D’ ITALIA” DEL 30 SETTEMBRE 1921

I FUNERALI  DEI FASCISTI UCCISI A MODENA


MODENA 1932 COMMEMORAZIONE DEI MARTIRI FASCISTI

L'ASSALTO 26 FEBBRAIO 1921-COMMEMORAZIONE DEI MORTI DI MODENA
 ANTONIO ORLANDO E BACCOLINI AUGUSTO


"LA VALANGA"  del 30-9-1922

LA PRIMA PAGINA DE "L'ASSALTO" 26 SETTEMBRE 1921
MODENA QUANDO CADDERO GLI OTTO FASCISTI SOTTO IL FUOCO DELLE GUARDIE REGIE DURANTE UNA MANIFESTAZIONE IN VIA EMILIA A MODENA

P.N.F.-Fascio Combattimento di Modena
relazione sull' eccidio  del 26-9-1921.



MODENA IL GRUPPO RIONALE "GIOACCHINO GARLINO "

 MODENA GRUPPO RIONALE FASCISTA "DUILIO SINIGAGLIA"

MODENA

MODENA  2 NOVEMBRE 1924
Inaugurazione del Parco delle Rimembranze a Stuffione di Ravarino
in basso a sinistra la foto di un caduto

MODENA
 Monumento ai caduti fascisti (obelisco costituito da un blocco in marmo con croce) 
                                    in Piazza Italo Balbo; il sacerdote celebra la funzione
                                                                     
                                                                        28.09.1941
Manifesto in onore ai caduti fascisti -due camicie nere fanno la guardia

Il testo del manifesto: Verrà giorno in cui il nostro esercito invitto ed invincibile strapperà la definitiva vittoria ... converremo allora alle vostre tombe di precursori e di avanguardie a sciogliere il voto della riconoscenza e della fede. Mussolini (al fianco si intravedono due nomi di martiri fascisti)

Manifesto pubblicato dal Fascio di Modena dopo l'eccidio dei sette fascisti

L’ASSALTO SETTIMANALE DEL FASCIO DI BOLOGNA -1 OTTOBRE 1921
Questo il manifesto del Fascio bolognese dopo l’eccidio di Modena del 24 settembre 1921, quando le Guardie Regie aprirono il fuoco su un corteo di camicie nere e fecero otto morti e una ventina di feriti.
“Fascisti,
inginocchiatevi davanti ai nostri morti, stringetevi fraternamente intorno ai nostri feriti.
Non inutili atti isolati, non vendette contro gli strumenti ciechi della politica vile di un Governo anche più vile.
Mirate in alto !
E intanto chinate i gagliardetti, serrate le file, rafforzate la fede.
E urlate ai bolscevichi che ridono, e urlate al Governo assassino, il vostro amore di Patria rinnovato nel sangue.
Federazione provinciale dei Fasci – Fascio bolognese di Combattimento”

FUNERALI DI FRANCO GOZZI DI 21 ANNI UCCISO A FERRARA IL  20.12.1920 

Il testo dell’epigrafe:
FRANCO GOZZI
Dott. In Scienze Commerciali, Ten. Dei Bersaglieri
N. 25.1.1899 M. 20.12.1920
FASCISTA PURISSIMO
DOPO IL MARTIRIO DI SANGUE
DEL 20 DICEMBRE 1920
QUI COMPOSTO IN PACE
FIAMME RIACCENDE DI INFINITO AMORE

Spartito in memoria di Franco Gozzi
ventunenne fascista caduto a Ferrara il 20 dicembre del 1920, quando dai tetti del Castello, fu aperto il fuoco a tradimento contro un corteo fascista

Cartolina ricordo del caduto  Franco Gozzi

Ingresso della federazione fascista di Modena 
con il sacrario ai martiri fascisti della rivoluzione

PARMA - PIAZZALE MARTIRI FASCISTI 


Silvio Vaga nasce a Parma, nel popolare Borgo del Naviglio, il 10 aprile 1900. Per la giovane età, non fa in tempo a prendere parte, come vorrebbe, alla guerra, ma è, a soli 19 anni, tra i fondatori del Fascio cittadino, e si mette ben presto in mostra con la partecipazione ad azioni che lo portano anche fuori Parma. Le minacce ricevute dai sovversivi del suo quartiere, lo costringono ad abbandonare la casa paterna e a dormire, per parecchie settimane, alla sede del Fascio, finchè, il 21 aprile del 1921 un gruppo di Arditi del popolo dà l’assalto alla sua abitazione, provocando incidenti che si concludono con un morto e vari feriti.  L’insostenibile situazione lo costringe a lasciare Parma e stabilirsi a Sestri Ponente, dove pure si impegna in azioni fasciste, subendo un’aggressione nell’agosto del 1921, della quale così scrive alla sorella, rimasta a Parma: “Le mie condizioni di spirito sono ottime; e se prima ero caldo, ora sono bollente. Non ho mai temuto il nemico perché lo so vile, e, nonostante io fossi solo contro ben 150 Arditi del popolo, ho dimostrato quale sia il nostro spirito, quale sia la nostra fede, e come il fascista sappia non tremare mai…” Arrestato e detenuto a Marassi, alla scarcerazione viene eletto primo Segretario politico del fascio di Voltri, e, con i suoi uomini partecipa alle giornate genovesi dell’agosto 1922. Chiude la sua attività squadrista, nei giorni della Marcia, con l’occupazione della Prefettura di Genova. È’ molto probabile che i disagi di anni così errabondi abbiano influito sulla sua salute: infatti, muore a Parma (dove è tornato da vincitore) il 28 novembre del 1924, a soli 24 anni. Nel 1927 il PNF gli attribuisce la qualifica di “caduto per la causa fascista”.(notizie da:  Cesare Bocconi, “Pattuglia eroica”, Parma 1931)


FIDENZA (PR)  BORGO S. DONNINO
PIAZZA MARTIRI FASCISTI

LUGO DI ROMAGNA (RA)
Manifesto pubblicato l’11-8-1921 dal Fascio lughese di combattimento 
per il barbaro assassinio di Bartolotti e Figna

PIACENZA

Piacenza Cappella dei Martiri Fascisti

Piacenza ex Casa dei martiri fascisti” tra via Cittadella e via Borghetto 

Piacenza Sacrario ai caduti di “Casa Littoria” 

PIACENZA CAPPELLA VOTIVA AI MARTIRI 











GENOVA 

“Talvolta il Comando doveva tenere celate le disposizioni date ad una squadra, altrimenti anche le altre volevano accorrere ove maggiore poteva essere il pericolo….E che musi lunghi, quando quelli dell’Ardita venivano a conoscenza di un’azione compiuta dalla Disperata, quante recriminazioni per non essere chiamati ad agire ! Quello spirito di corpo, creatore miracoloso di eroismi, era sentito dallo squadrismo con passione e con orgoglio, e generava un sentimento tale di emulazione, da poter ottenere qualsiasi successo. La reputazione e l’onore della propria squadra, portando la completa fusione degli animi e dei valori, erano dagli squadristi difesi valorosamente, come l’onore e la reputazione propria”

(la testimonianza di Silvio Parodi, riportato in: Francesca Alberico, “Le origini e lo sviluppo del fascismo a Genova”, Milano 2009)


GENOVA 1922 - CERIMONIA PER UN CADUTO FASCISTA

MARTINI PRIMO

GENOVA 
funerale  di Primo Martini ucciso il 05/08/1922 


GENOVA - FUNERALI DI UN CADUTO
a reggere uno dei cordoni del carro funebre è Renato Ricci

GENOVA - VIA XX SETTEMBRE FUNERALI

LAPIDE POSTA SUL PALAZZO DI VIA XX SETTEMBRE 
DOVE FINO AL 1924 VI FU LA SEDE DEL FASCIO GENOVESE

GENOVA - VIA MARTIRI FASCISTI

SAMPIERDARENA (GE)
LA VIA DEDICATO AL MARTIRE EGIDIO MAZZUCCO 
CON LA LAPIDE E LE CORONE NEL LUOGO DEL SUO
ECCIDIO AVVENUTO IL 2 AGOSTO 1922

SAMPIERDARENA (GE) 
Nel quartiere genovese di Sampierdarena il 19 agosto 1935 via Milite Ignoto 
cambiò nome in via dei Martiri Fascisti
  via dei Martiri Fascisti

PEGLI - strada intitolata a Corrado Quario

NOVI LIGURE - FONTANA LUMINOSA MARTIRI FASCISTI

LA SPEZIA - 1922
La «Martoriata» di La Spezia con i ritratti dei martiri  Maiani e Bisagno

LA SPEZIA 28-7-1921
Funerali di un caduto fascista 

LA SPEZIA
via dei Colli, monumento eretto negli anni '30, in memoria dell'Ing. Podestà Francesco ucciso nel 1922, da comunisti, mentre con il figlio tornava dal un funerale di un altro fascista ucciso.

MEDAGLIA SQUADRISMO SPEZZINO

“La Provincia della Spezia” del 30-7-1921

SAVONA
Via dei Martiri Fascisti  Ettore Ghelardi ed Andrea Prefumo

TORINO 
campana dei martiri fascisti nella torre Littoria

PARTICOLARE  DELLA CAMPANA 

1929 
I NOSTRI MARTIRI 
Pagine eroiche del fascismo torinese

TORINO PARTICOLARE DEL MONUMENTO AI MARTIRI FASCISTI
DRESTA GIUSEPPE E BAZANI LUCIO

MONUMENTO ALLA MEMORIA DEL FERROVIERE G. DRESDA E 
DELLO STUDENTE L. BAZZANI TRA VIA GENOVA E TEPITE

DETTAGLI  DEL MONUMENTO 

TORINO 
Gruppo Rionale Fascista Giovanni Porcà del Nunzio

"IL MAGLIO" ORGANO DELLA FEDERAZIONE TORINESE - 24 GIUGNO 1922

AMOS MARAMOTTI
(Reggio nell'Emilia, 12 giugno 1902 – Torino, 25 aprile 1921)

All'età di 16 anni fuggì da casa per arruolarsi come volontario nella prima guerra mondiale, ma fu fermato e riconsegnato al padre. Presidente dell'associazione fascista degli studenti reggiani durante gli anni dell'adolescenza, si iscrisse poi alla facoltà di ingegneria del Politecnico di Torino.. La notte del 25 aprile 1921 prese parte alla spedizione punitiva contro la Camera del lavoro del capoluogo piemontese, fatta per vendicare l'assassinio del trentatreenne mutilato di guerra fascista Cesare Odone ad opera del comunista Giovanni Galbiati (precedentemente aggredito da Odone). L'edificio fu messo a ferro e fuoco ma le guardie regie non intervennero a ristabilire l'ordine. In quei momenti convulsi Maramotti fu freddato da una fucilata alla testa appena dopo aver scavalcato il muro di cinta dell'edificio. Venne in seguito celebrato come martire fascista.. Fu seppellito a Reggio Emilia: la sua targa, presente ancora oggi è nel cimitero reggiano

MARAMOTTI AMOS NELLA BARA

Giornale “Il Solco Fascista” del 26-4-1928

1933 TORINO
COSTANTINO SCIMULA BREVIARI MARTIRI RIVOLUZIONE FASCISTA 

TORINO
La attuale via Cordero di Pamparato inizialmente è dedicata a Lucio Bazzani, nato a Viareggio, studente al Politecnico di Torino, ferito a morte il 17 dicembre 1922 in un agguato alla barriera di Nizza e successivamente a Gabriele Berutti, di Pinerolo, morto a 19 anni a Trieste, il 4 ottobre 1921, durante l’assalto alla Camera del Lavoro. La attuale via Aldo Barbaro è dedicata a Aldo Campiglio, allievo sottufficiale del 3° Reggimento Alpini, ucciso, a 19 anni, il 7 luglio 1921 presso Brandizzo (Torino). Campiglio è stato massacrato a tradimento, a colpi di roncola, poi il suo cadavere è stato denudato e gettato in un canale. Delle tre vie perpendicolari al corso Tassoni, due hanno nomi diversi dagli attuali: via Massimo Montano è dedicata a Luigi Scaraglio, studente ginnasiale torinese diciassettenne, legionario fiumano, ucciso a fucilate a Casale Monferrato il 6 marzo 1921 in un agguato di comunisti locali. Il primo tratto di via Bianzè, fino a via Rosta, porta il nome di Amos Maramotti, studente di Reggio Emilia, ucciso da una fucilata il 5 aprile 1921, durante l’assalto alla Camera del Lavoro di Torino. La terza via mantiene anche oggi il nome di Vincenzo Nazzaro, appartenente alla Regia Guardia per la Pubblica Sicurezza, ucciso il 22 settembre 1920 a Torino in corso Regina Margherita all’altezza di via Napione, da un colpo di pistola sparatogli freddamente alla testa. Anche Vincenzo Nazzaro è stato inserito fra i “martiri fascisti”.

BAZZARINI LUCIO-BERUTTI GABRIELE-CAMPIGLIO ALDO-
MARAMOTTI AMOS-SCARAGLIO LUIGI
SONZINI MARIO-SIMULA COSTANTINO

IL 22 SETTEMBRE 1938 FU INAUGURATO IL CIPPO 
CHE RICORDA GLI EVENTI CHE PORTARONO 
ALLA MORTE DI SIMULA E SONZINI NEI PRESSI DI PIAZZA SOFIA

GIOVAANNI PORCU’ del NUNZIO ucciso durante la rivolta delle guardie Regie il 30 Dicembre 1922 -SONZINI MARIO nato ad Oleggio (Novara)-STRUCCHI ANTONIO ucciso insieme a Scaraglio e Brioglio a Casale Monferrato il 6 Marzo 1921-ODONE CESARE nato a Torino l’11 Novembre 1888 ucciso il  24 Aprile 1921-CAMPIGLIO ALDO nato a Torino il 1° Novembre 1901 ucciso il 7 Luglio-SCARAGLIO LUIGI nato il 17 Ottobre 1904 a Torino ucciso Il 6 Marzo 1921-SIMULA COSTANTINO nato a Pozzomaggiore (Sassari) 11 Settembre 1900 ucciso il 22 Settembre 1920       

CIPPO IN MEMORIA DI GIOVANNI PORCU' DEL NUNZIO
 ERETTO NEL LATO SUD DI PALAZZO MADAMA

CIPPO IN MEMORIA DI NATALE BIANCHI
 COLLOCATO NELL'OMONIMO LARGO UCCISO NEL 1926

TORINO
C.so Peschiera. VI Gruppo Rionale Fascista Amos Maramotti

MONUMENTO ERETTO NEL 1934 PRESSO IL CIMITERO DI TORINO

I MARTIRI TORINESI DELLA RIVOLUZIONE FASCISTA

   
Ecco come si presentano oggi le sepolture dei Martiri della Rivoluzione,
 presso il Cimitero Monumentale di Torino 
TOMBA DI ODONI CESARE

TOMBA DI SIMULA COSTANTINO E SONZINI MARIO

Doglia Gustavo, di Mezzana Bigli, cadde a Torino
 il 1° Ottobre 1922 in un attacco impari di dodici comunisti contro tre Fascisti

 1 OTTOBRE 1922 - FUNERALI DI GUSTAVO DOGLIA

LAPIDE IN RICORDO DI GUSTAVO DOGLIA MORTO IL 1 OTTOBRE 1921

 Arnaldo Monti, Commemorazione di Gustavo Doglia, Torino, 1922

TORINO
 Il Gruppo rionale fascista “Gustavo Doglia” 

TORINO QUARTIERE GUSTAVO DOGLIA

Il “Gustavo Doglia” è il primo dei gruppi
 rionali torinesi che ha sede in un edificio appositamente progettato per ospitarlo



 La sera del 25 aprile 1921, a Torino, Cesare Oddone, operaio fascista e mutilato di guerra, viene freddato a pistolettate da un comunista. Giunta la notizia al fascio, i pochi squadristi presenti decidono di passare all’azione, e in una trentina, muovono all’assalto della munitissima Camera del Lavoro. Accolti a fucilate e lancio di bombe, non desistono, e alla fine riescono a penetrare all’interno e ad incendiarla. Nell’azione muore il diciannovenne Amos Maramotti, di Reggio Emilia, iscritto all’ università torinese. Prima di partire per l’azione aveva indirizzato alla madre questo biglietto, tristemente profetico: “Vado forse a morire. Non piangere, ma sii orgogliosa di tuo figlio. Viva il fascismo. Viva l’Italia. Tuo figlio. Torino, 25 notte”


Lapide apposta sulla casa natale di Mario Gioda, l'anarco-sindacalista torinese che seguì Mussolini nell'avventura fascista, e che nella sua città ebbe contro il plutocrate Agnelli e il conservatore De Vecchi...fino alla prematura morte

TORINO CASA LITTORIA
SACRARIO DEI CADUTI FASCISTI

Giornale “Cronache e Tribunali” del 17-8-1926

MARTIRI FASCISTI PIEMONTE

DELL PIANO PIERINO
 morto il 3 dicembre 1919 dopo essere stato raggiunto da dei colpi di pistola
UCCISO A TORINO MENTRE USCIVA DALLA SCUOLA 
PER AVER OSATO GRIDARE “VIVA L’ITALIA”
CIMELI DI DEL PIANO PIERINO

TORINO -LAPIDE IN MEMORIA DI DELPIANO GUERRINO
Si trovava in via Don Minzoni, all'angolo con Corso Matteotti 

3 DICEMBRE 1919
 Pierino Delpiano,  viene ucciso a rivoltellate di fronte all'Istituto Sommeiller a Torino 
durante sommovimenti rossi sfociati in disordini. 

Carlo Albanese, La nostra rivoluzione, Torino 1934
CARIGNANO (TO)  -  LARGO MARTIRI FASCISTI

CASALE - 6 MARZO 1921
A PERENNE RICORDO DEI GLORIOSI TAMBURINI DELL’ ESERCITO SARDO ANTONIO STRUCCHI, COSTANTINO BROGLIO, TORINESI, CADUTI A CASALMONFERRATO IL 6 MARZO 1921 E AD ONORE DEL VALOROSO CASALESE GRAVEMENTE FERITO CAP. CESARE MARIA DE VECCHI, CAPO DEI FASCI PIEMONTESI. A LATO I TAMBURINI CADUTI, PENULTIMO A DESTRA IL CAP. DEVECCHI

Cimeli dei tamburini sardi Strucchi e Brioglio

CASALE MONFERRATO (AL)
I funerali dei caduti fascisti Scaraglio, Brioglio e Strucchi 


L'inaugurazione della lapide a ricordo dei caduti Scaraglio, Brioglio e Strucchi 
in piazza 6 marzo a Casale Monferrato 

BIELLA
Il Sacrario dei Martiri Fascisti della Casa del Fascio 
I
NOVARA
 Sacrario dei Martiri Fascisti di Novara fu realizzato nel 1934; prima di quell’anno, la Città non aveva un Parco delle Rimembranze dedicato alla memoria dei Caduti. L’allora podestà Tornielli, l’11 agosto 1934 scrisse in una comunicazione ufficiale: “L’amministrazione comunale intende sanare questa grave lacuna con la costruzione di un Parco della Rimembranza nel quale troverà degno e suggestivo ricetto anche l’erigendo Sacrario dei Caduti Fascisti. La riunione in un unico complesso monumentale della glorificazione di quanti caddero nella Guerra e per la Rivoluzione vuole essere simbolo dell’unità degli intendimenti perseguiti e realizzati con uguale e generoso olocausto, quello della vita per il comune ideale della maggiore grandezza ed unità della Patria”. Nel settembre 1934 i lavori vennero terminati e l’8 ottobre 1934 Mussolini giunse a Novara. Dopo il saluto delle autorità vi fu l’inaugurazione del Colle  della Vittoria e del sacrario. Venne sottolineato il dovere di rendere omaggio ai Caduti della Rivoluzione Fascista come eredi e continuatori della Grande Guerra. Le bare dei Caduti furono traslate dopo la funzione funebre al sacrario alla presenza dello stesso Mussolini. Lo squadrismo novarese dovette affrontare uno dei contesti più duri e ostili, se non d’Italia, quanto meno del nord. Pochi sanno che la “battaglia di Novara ”del luglio 1922, ovvero lo scontro tra le squadre fasciste e l’imponente resistenza armata socialcomunista in quella che era allora chiamata “la provincia rossa”, è stata definita dalla storiografia antifascista “l’ antemarcia su Roma”, sia per la consistenza del livello di scontro, sia per il carattere strategico della posizione della città piemontese, punto centrale del triangolo industriale. La vittoria della battaglia di Novara infatti aprì definitivamente la strada della Marcia su Roma. E’ nel proseguo di questa visita che Mussolini pronunciò la famosa frase “Novara fa da sé”. Alle tredici salme traslate nella cripta del
   Sacrario, durante la Repubblica Sociale Italiana ne vennero aggiunte altre quattordici. La fede nei Caduti della Rivoluzione durante il periodo repubblicano costituì la linfa vitale di coloro che scelsero di difendere la Patria dall’invasore e di riscattarla dal tradimento. Nel secondo dopoguerra andò in scena la Damnatio Memoriae neroniana: l’odio e il rigetto verso tutto ciò che si ricollegava al passato regime diede il via ad un’epurazione ideologica che non lasciò immune il Sacrario dei Martiri Fascisti. L’amministrazione comunale di allora inizialmente dispose il trasferimento delle salme adducendo l’illiceità della sepoltura fuori dal perimetro cimiteriale in base alle leggi vigenti. Tuttavia, quando si decise l’abbattimento del Sacrario, le motivazioni furono ben più chiare: nei documenti ufficiali del Comune di Novara si parlò chiaramente dell’inopportunità di mantenere un monumento con effigi celebrative del regime fascista. L’Avvocato Aldo Rossini, in articolo della Gazzetta di Novara del 1946 stigmatizzò questo accanimento scrivendo che “sembra al comune buon senso eccessiva la persecuzione delle salme”, procurandosi una querela per diffamazione da parte dell’amministrazione comunale. Oggi, sul luogo dove sorgeva il Sacrario sono ancora visibili delle colonne su una gradinata presso le quali ogni anno in occasione dell’anniversario della battaglia di Novara vengono deposti segni di ricordo per i martiri del Fascismo Novarese. Segno che l’abbattimento del marmo di un monumento non potrà mai abbattere il ricordo di chi ha sacrificato la propria vita per l’Italia, rendendo veritiero che chi muore per la Patria non muore mai.

 NOVARA 
  MUSSOLINI ALLA TESTA DEL CORTEO FUNEBRE 





 LA CERIMONIA DI APERTURA  DEL PARCO DELLE RIMEMBRANZE

NOVARA SACRARIO DEI MARTIRI FASCISTI
NOVARA - SACRARIO DEI MARTIRI FASCISTI


CARLO RAVETTO
Nato a Serravalle Sesia il 18 gennaio 1903, morto a Novara il 28 ottobre 1922. Studente di ragioneria, caldo d’’italianità, il Ravetto accorse all’ordine che chiamava a Novara parecchie squadre della provincia. Ma l’autocarro che lo portava con altri compagni di fede la sera del 28 ottobre 1922 verso il Borgo S. Martino non poté arrestarsi immediatamente alla imposizione della forza pubblica, la quale fece uso della armi, interpretando con troppo rigore gli ordini ricevuti. Così Carlo Ravetto cadde vittima deplorata alla vigilia del coronare gli studi e di vedere il Duce supremo stringere in pugno le sorti d’Italia. Studente di ragioneria, apparteneva al Fascio del suo paese. Alla fine dell’ottobre 1922 si diresse con la sua squadra a Novara, nel corso della mobilitazione per la Marcia su Roma. L’autocarro su cui era si trovò di fronte, all’ingresso di Novara, la forza pubblica che, non essendosi l’autista immediatamente fermato, aprì il fuoco sui fascisti. Colpito in pieno, Carlo Ravetto morì all’ istante.


Opuscolo dedicato ai caduti della Rivoluzione di Novara

I nomi sono 16, di cui 7, però, successivi al 28 ottobre e alcuni un pò tirati per i capelli, come Nini, il cuoco originario del Novarese, ma ucciso a Trieste il 13 luglio del 1920 (la conseguenza fu l’incendio del Balkan) o Sonzini, nato ad Oleggio, ma ucciso a Torino il 22 settembre del 1920 durante le occupazioni delle fabbriche. Un caso limite, quello di Roberto Forni, deputato fascista, caduto con l’aereo a Cameri il 7 ottobre del 1927. Un caso tipico, quello di Luigi Magni, agricoltore quasi cinquantenne, padre di sette figli, che dà, invece, un’idea della violenza rossa nel quadriennio squadrista, Il 10 ottobre del 1920, sorpreso da Guardie Rosse mentre con 4 suoi figli mungeva e dava da mangiare alle mucche nella sua stalla, in una giornata di sciopero, fu ucciso da una scarica di revolverate che ferirono anche i figli. Di ritorno dall’epica impresa, gli scioperanti, incrociato il medico condotto che, avvisato, si stava recando sul posto, gli impedirono di soccorrere i feriti, provocando così la morte del Magni

In 
COPPA LUIGI 
Manifesto in data 22-7-1922 del Fascio di Novara per i funerali


Manifesto pubblicato a Novara il 22-7-1922
 dall'Unione costituzionale novarese per i funerali del caduto Coppa Luigi 

3-7-1920 in seguito ai fatti di Spalato, il Fascio Triestino di Combattimento invitava a comizio la cittadinanza per protestare contro le violenze jugoslave. Mentre l’on. Giunta parlava all’immensa folla che attenta ascoltava la narrazione degli avvenimenti, il cameriere Nini Giovanni, conosciuto nella città per i suoI nobili e alti sentimenti di italiano, veniva aggredito da alcuni individui e colpito alle spalle da tre pugnalate, in seguito alle quali poco dopo moriva. La notizia fu conosciuta immediatamente e comunicata

dall’on. Giunta alla folla, la quale già eccitata per i fatti di Spalato diventò esasperata. Si formò un imponente e tumultuoso corteo per la vie di Trieste. Giunto il corteo all’Hotel Blaklan fu accolto da colpi di rivoltella e da bombe a mano che partivano delle finestre e dal tetto di detto Hotel. I feriti furono parecchi: i più ardenti fra i dimostranti, giunti presso le saracinesche dell’albergo, dopo non lievi sforzi riuscivano ad abbatterle, ed entrati nei locali, appiccarono fuoco al mobilio. In breve tempo tutti i locali ardevano: chiamati i pompieri, questi non poterono che limitarsi a circoscrivere l’incendio. L’interno dell’albergo non era che un immenso rogo. Vennero in seguito devastati la sede della delegazione jugoslava, i locali del Banco Adriatico e della Cassa di Risparmio Croata, e diversi appartamenti di elementi croati. Il giorno 16 ebbero luogo i funerali del Nini, funerali imponenti a spese della Federazione dei lavoratori della mensa con somme raccolte fra il personale degli esercizi pubblici. Assisteva al funerale anche il padre della vittima

(Partito Nazionale Fascista – Federazione dei Fasci di Combattimento Novara, Biografie di Caduti per la Rivoluzione, Stabilimento Tipografico Cattaneo, 1936 – XIV)



 La Colonia marina della Federazione fascista novarese di Rimini
All’interno della colonia vi era una cappella votiva, un sacrario per il culto degli eroi, interamente rivestita di «travertino lucido policromo di Rapolano con fasci littori in nero di Carrara e giallo di Siena». La domenica vi si celebrava messa per onorare i 18 caduti fascisti novaresi «per la causa della Rivoluzione» – ai quali peraltro era dedicata la colonia stessa – e i cui nomi erano incisi sulle pareti laterali. Si trovava proprio di fronte all’ingresso principale, sul piano rialzato: nel centro spiccava la statua della Vittoria, opera dello scultore novarese Mella. 

Sacrario Martiri Fascisti a Cameri (No)

CADUTI NOVARESI DELLA RIVOLUZIONE FASCISTA 
fonte  “LATIN SANGUE GENTILE”, 
pubblicazione degli anni ’30 a cura del Fascio Femminile di Novara 

















MUSSOLINI INAUGURA LA COLONIA 
INTITOLATA AL MARTIRE AMOS MARAMOTTI

La Colonia Marina  di Miramare 


Nell’agosto del 1934 a Rimini, e più precisamente a Miramare, vengono inaugurate due colonie, la Novarese e la Reggiana. Queste due notevoli opere vennero inaugurate ufficialmente lo stesso giorno, a brevissima distanza l’una dall’altra, dal Duce in persona. Una cronaca abbastanza dettagliata dell’evento ci è fornita dal Corriere della Sera, eccone alcuni stralci:
«Riccione, 1 agosto. Stamane, alle ore 9, il Duce ha inaugurato a Miramare le colonie marine dei Fasci di combattimento di Reggio Emilia e di Novara, colonie che ospitano complessivamente 1.600 bambini. Accolto dai prefetti, dai segretari federali e dai deputati delle due provincie, il Capo del Governo ha assistito alla benedizione impartita da Mons. Arturo Mammoli per Reggio Emilia e dal Vescovo di Rimini per la colonia di Novara […]».
Quindi prosegue: «nelle colonie di Reggio e di Novara, che distano l’una dall’altra circa 200 metri, nei pressi di Miramare, si è sparsa la voce che il Duce stava per giungere […] I primi ad avere l’onore dell’attesa visita […] sono stati quelli della colonia di Reggio Emilia. La colonia reggiana è stata costruita su progetto dell’architetto Costantini in soli cento giorni: i lavori iniziati il 3 aprile sono stati completati il 13 luglio scorso: grandi vetrate, vastissimi piani, una vetrata che corre lungo tutto l’edificio. Da una quindicina di giorni la colonia ospita circa 500 bambini […]». Mussolini, dopo aver ascoltato i discorsi di rito delle autorità, «prima di predisporsi alla visita fa l’appello del Caduto reggiano che dà il nome alla colonia: Amos Maramotti». Tralasciamo volentieri i dettagli enfatizzati della visita del Duce in mezzo ai fanciulli e ci “dirigiamo” con lui verso la colonia Novarese: «La colonia dei Fasci di combattimento di Novara ospita più di mille fanciulli […] L’edificio dei novaresi è stato costruito dall’architetto Peverelli, preside della provincia di Novara. Anche questo è stato ideato secondo le norme dello stile razionale e moderno, ma ha proporzioni assai maggiori dell’altro. La colonia è dedicata alla memoria dei diciotto Caduti fascisti novaresi».
Sulle pagine del Popolo di Romagna leggiamo anche: «Sulla gradinata marmorea della nuova fabbrica e sotto la bellissima torre littoria tutta a vetri il segretario federale di Novara ha rivolto al Duce un alto saluto, mettendo in evidenza che Novara aveva saputo in pochi mesi realizzare quella imponente opera di bene […]».

VERCELLI 16 OTTOBRE 1938

Traslazione delle salme dei martiri fascisti  alla basilica di Sant'Andrea.

LORENZO TEALDY, Eroi Vercellesi. Caduti Fascisti, 1928

VERCELLI 15 MAGGIO 1921
CELORIA RICCARDO - 16 ANNI


VERCELLI - CASA RIONALE FASCISTA "RICCARDO CELORIA"

MANTOVA - PIAZZA MARTIRI FASCISTI

Striscioni commemorativi dei caduti fascisti in una via del centro storico di Mantova


CADUTI MANTOVANI 

Boselli Romolo-Caleffi Arrigo-Morandini Giuseppe

FEDERAZIONE DEI FASCI DI COMBATTIMENTO MANTOVA
I MARTIRI DEL FASCISMO MANTOVANO

PACINO PACINI
La foto di Pacino Pacini, diciottenne studente pistoiese, frequenta l’Università di Pisa, e il 1 maggio del ’21 con i suoi camerati partecipa –in treno- ad un’adunata a Pietrasanta. La cerimonia si svolge tranquillamente, ma, al rientro, contro il convoglio vengono esplosi colpi di fucile e pistola, uno dei quali colpisce a morte il giovane. Seguirà una spedizione punitiva su Viareggio. A fianco, una ingenua poesia a lui dedicata

MAGGIO 1921-FUNERALI DI PACINI PACINO

Giornale “Giovinezza” del 23-10-1921

Squadra “Pacino Pacini” del Friuli

CARTOLINA IN RICORDO DEI  FASCISTI FERROVIERI CADUTI


PERUGIA
 
Monumento ai caduti della guerra e della rivoluzione

Borgo Rurale "Angelo Rizza"
 a Carlentini in provincia di Siracusa





Il borgo fu intitolato al martire diciannovenne studente siracusano Angelo Rizza ucciso da rivoltellate in un agguato da socialisti il 16 maggio 1921. Oggi le sue spoglie riposano al cimitero comunale di Siracusa

I CADUTI MANTOVANI


DICEMBRE 1920 L'ECCIDIO DEL CASTELLO ESTENSE
LA VERSIONE "GOVERNATIVA"

Il prefetto De Carlo, in un telegramma al Ministero dell’Interno in data 21 dicembre 1920,così, racconta i fatti di quella tragica giornata: “Gruppo fascista imbattutosi casualmente con gruppo socialista con bandiera rossa, avvenne colluttazione, e chi portava la bandiera rossa esplose primo colpo ed uccise fascista Franco Gozzi, determinando conflitto; ma incidenti avrebbero avuto ben minori conseguenze se dall’alto del Castello, sede Amministrazione provinciale, improvvisamente non fossero stati sparati colpi micidiali”. La ricostruzione continuava affermando che la Questura aveva disposto un servizio per controllare che alle sommità del Castello non ci fossero uomini nascosti e che, proprio mentre il conflitto stava accadendo, avevano ricevuto l’indicazione di presenze estranee tra i merli dell’edificio, e quindi là si erano indirizzati, arrestando alcune persone e reperendo qualche rivoltella e qualche bomba. I drammatici fatti del 20 dicembre che provocarono la morte dei fascisti Franco Gozzi, Natalino Magnani, Giorgio Pagnoni ed, in seguito, di Giuseppe Salani e quella dei socialisti Giovanni
Mirella, morto il 20 dicembre e Giuseppe Galassi, morto il 22 febbraio 1921, inseguito alle ferite riportate, colpirono pesantemente la città. Fu quasi tutta la borghesia locale, piccola, media, alta, ad inviare, attraverso le associazioni che la rappresentavano, un telegramma a Giolitti nel quale si chiedeva l’apertura di una inchiesta parlamentare, così come era stato per i fatti di Bologna, che facesse luce sulle responsabilità nella strage degli amministratori socialisti. A questo fecero seguito le dimissioni di tutti i consiglieri comunali di minoranza. I funerali delle vittime si trasformarono in una vera e propria manifestazione di forza, secondo quanto scritto dal prefetto Pugliese, che giunse a Ferrara in sostituzione di De Carlo ben 14.000 cittadini parteciparono alla cerimonia e i 2.000 fascisti presenti ritornarono “in gruppo cantando i loro inni e percorrendo vie centrali, ridotti a poco a poco a circa un migliaio; hanno tenuto vari comizi che si sono svolti senza incidenti”.

Le fotografie di alcuni di alcuni fascisti uccisi tra il 1920 ed il 1921 di Ferrara
BREVEGLIERI ARTURO-GROSSI ALADINO-LENZI 
NAPOLEONE-MORETTI RINO-SQUARZONI ROMILDO-TONIOLI ALBERTO










La Scintilla del 25 dicembre 1920, relativa ai fatti del 20 dicembre 1920 

Telegramma di cordoglio per le vittime di Niccolai, Bologna, 21-12-1920

Fascio ferrarese di combattimento Franco Gozzi

CREMONA
l' eccidio di Cremona: i martiri Ugolini, Sonzini e Simula
ROMA MOSTRA DELLA RIVOLUZIONE FASCISTA

CREMONA 18 GIUGNO 1923
DUCE SULLA LAPIDE DEI MARTIRI FASCISTI CREMONESI


1939 CREMONA 
sacrario dei martiri fascisti in via Balbo

CREMONA PALAZZO DELLA RIVOLUZIONE 
SACRARIO CADUTI FASCISTI CREMONESI

CREMONA 1923 - via Martiri Fascisti

I CADUTI DEL CREMONESE
tratto da "Storia della Rivoluzione Fascista" 


BASSI DOMENICO-CASNICI ABELE-SARZI MADDIDINI GIUSEPPE-CATTADORI FERDINANDO-FANTARELLI GIOVANNI-GREVINI GIOVANNI-TERRENI PIETRO-VICINI ANTONIO-BUONGIOVANNI GIUSEPPE-FEDELI LUIGI RINALDO

BRESCIA
PIAZZA DELLA VITTORIA 
la Torre della Rivoluzione Fascista

Il Gruppo Rionale Fascista “Gesù Ghedini” di Corticella (Bologna)
BRESCIA GRUPPO RIONALE FASCISTA "POGLIAGHI GIUSEPPE"

I PRIMI QUATTRO MARTIRI DEL FASCISMO BRESCIANO
DALLINI GIOVANNI-LUNARDI FAUSTINO-
MARANTA BATTISTA-SCALVENZI GIOVANNI

I CADUTI BERGAMASCHI
BENEDETTI GIULIO-BISETTI GIOVANNI-BOFFELLI SANTE-BRUMANA MARIO-MONTECCHI GIUSEPPE-NAVA VIRGILIO-POLI PIETRO-POMA DOMENICO-PONTI ATTILIO-RESMINI CARLO-TESTA LUIGI







SAN PELLEGRINO CAMERA ARDENTE DI PONTI ATTIGLIO 

1931 MAGGIO 
I FUNERALI DEL FASCISTA TESTA ASSASSINATO IN BELGIO
 
ALBO D'ORO FEL FASCISMO GARIBALDINO

 LA FIAMMA DELLA DISPERATA DI BERGAMO

1930 MAGGIO IL RICORDO DEI CADUTI NELLE SCUOLE DI BERGAMO


BERGAMO IL MONUMENTO AI CADUTI E ALLA RIVOLUZIONE FASCISTI












BERGAMO - VIA MARTIRI FASCISTI
DALLA VIA LOCATELLI A MONTE DELL' INTENDEZA
DI FINANZA ALLA VIA PRADELLO

"LA VOCE DI BERGAMO” 10 GIUGNO 1925
I MARTIRI FASCISTI DAL GIUGNO 1924 AL GIUGNO 1925,NELL’ ELENCO VI SONO RIPORTASTI I CADUTI BERGAMASCHI : NAVA VIRGILIO, POMA DOMENICO, POLI PIETRO, BENEDETTI GIULIO

16 AGOSTO 1932 “LA VOCE DI BERGAMO”

 29 SETTEMBRE 1932 “LA VOCE DI BERGAMO”

      “IL GAGLIARDO” del 15-10-1922
SETTIMANALE DELLA SEZIONE BERGAMASCA DEL P.N.F.
 Riportante un articolo sugli agguati assassini e ferimenti di fascisti

LA VOCE DI BERGAMO DEL 10 GIUGNO 1925
SETTIMANALE DELLA SEZIONE BERGAMASCA DEL P.N.F.
 riportante un elenco sui fascisti ferimenti e assassinati

"ECO DI BERGAMO" 17 OTTOBRE 1924
I FUNERALI DI GIULIO BENEDETTI

 "ECO DI BERGAMO " 17 OTTOBRE 1924
 I FUNERALI DI ATTILIO PONTI

"ECO DI BERGAMO" 14 AGOSTO 1925
I FUNERALI DI SANTE BOFFELLI

DALMINE (BERGAMO)
CASA DEL FASCIO : IL SACRARIO DEI MARTIRI FASCISTI

TREVIGLIO (BG) PIAZZA GARIBALDI
 IN FONDO L'ANTENNA CON LA BANDIERA DEDICATA AI MARTIRI FASCISTI

CIVIDATE
 Piastra Caduti per La Rivoluzione Fascista

MACERATA
 INAUGURAZIONE AL MONUMENTO AI CADUTI E AI CADUTI PER LA RIVOLUZIONE



BASILICATA 
Cattedrale (Tempio Malatestiano) lapide che ricorda i caduti

ANGELO SCAMBELLURI – BARLETTA  8 MAGGIO 1924

 “Perciò vi prego di non far pratiche per farmi rimpatriare; appartengo ad uno Stato libero, perché ho la cittadinanza fiumana, e poi, se mi prendessero, rischierei la galera, perché ho attraversato la zona di armistizio sotto falso nome e con documenti falsi. Però, state tranquilli, io farò il mio dovere e lo farò fino all’ultimo. Spero di salvare la pelle perché sono audace, e allora riprenderò i miei studi” Con queste parole, il 12 agosto del 1919, Angelo Scambelluri, che è partito qualche giorno prima clandestinamente da Roma per Fiume, probabilmente con l’appoggio della Legione Volontari di Host Venturi, comunica agli ignari e preoccupati genitori dove si trova e cosa intende fare. Il giovanotto, diciottenne, e che quindi non ha fatto in tempo ad andare al fronte, è già iscritto al Fascio romano, collabora con “Roma Futurista” e si sta mettendo in mostra nelle manifestazione nazionaliste della Capitale. Fedele al principio che “alle parole devono seguire i fatti”, non può quindi mancare a questo ultimo passaggio della guerra: il 10 settembre è a Ronchi da D’Annunzio, probabilmente inviato proprio da Host Venturi a fare da guida alla colonna che si dirigerà su Fiume. Con il Poeta rientra in città, nella tarda mattinata del 12. Si guadagna da subito la stima e la considerazione di tutti, tanto che in una lettera al padre, del 19 ottobre, riferisce, con legittimo orgoglio, del suo inserimento in un “Reparto d’Assalto” fiumano (l’Ottavo, già Legione Sernaglia, comandato dal Tenente Moroni), degli elogi dei superiori, ma, soprattutto, del telegramma augurale e di plauso ricevuto dal fascio romano che lo ha nominato Presidente Onorario. La missiva così si conclude: “Sulla lama di puro acciaio del mio pugnale ho inciso “Volere è Potere”. È la mia divisa. Se mi vedeste nella mia divisa sareste orgogliosi: la giubba spalancata sul petto, le decorazioni fiumane, le fiamme nere e il pugnale, la mia sola arma”. Il Poeta, in segno di personale considerazione, lo manda con una sessantina dei suoi migliori Arditi, a Milano, a sostenere la campagna elettorale dei fascisti, presidiare le sedi, difendere i comizi. La sconfitta schedaiola non lo preoccupa più di tanto, e chiaramente lo dice ai genitori: “Come avrete appreso dai giornali, purtroppo i pussisti sono vincitori. Ne siamo amareggiati ma non scoraggiati. Verrà presto il giorno della rivincita e sarà quello in cui prenderemo a pedate nella schiena Cagoia…..Mi accingo a partire per Zara e di lì marciare per Spalato….Già mi sono fatto fama di audace e coraggioso. D’Annunzio mi ha abbracciato quando sono tornato dall’azione di Grado, e mi ha detto “Ragazzo, tu hai del fegato”. Ceccherini mi ha detto che sono il più ardito fra gli Arditi, ma ciò non importa, non lo faccio per gli onori,
non per le onorificenze (ne ho due, medaglie e campagna)…”.Da questo punto in poi è difficile anche seguire le mille imprese che lo vedono coinvolto: treni dirottati perché carichi di materiale utile alla città olocausta, missioni in Italia (viene arrestato due volte), fino all’epilogo finale, quando, al “Natale di sangue”, è ferito negli scontri con i soldati. Prima, però –e questo sarà sempre il suo maggior vanto- si è guadagnato concreto riconoscimento di valore e fedeltà da d’Annunzio: “Il volontario Angelo Scambelluri ha disimpegnato difficili, delicate e pericolose mansioni, dando prova di abilità, energia, coraggio e intelligenza non comuni, ond’io voglio dargli prova del mio compiacimento conferendogli il grado di Aiutante di battaglia nell’Esercito fiumano. Fiume d’Italia, 3 febbraio 1920. Firmato: Il Comandante Gabriele D’Annunzio”. Rientrato in Italia, riprende il suo posto di combattimento nel Fascio: è il primo Comandante delle squadre della Capitale (poi dovrà cedere il posto al più “titolato” Igliori), sempre in prima linea, come ricorderanno i suoi camerati: “Nel Lazio e nella Sabina organizzò e comandò personalmente ben 29 azioni punitive. Dovunque vi fu pericolo egli fu presente, e, primo fra i primi, pronto all’azione, noncurante del rischio, pur essendo stato oggetto di ben due attentati alla sua persona per opera degli Arditi del Popolo che ne avevano deliberato la soppressione e gliene avevano fatto trovare affissa la sentenza dietro l’uscio di casa”. Nel corso degli scontri che, nel quartiere di San Lorenzo, si svolgono il 24 maggio del ’22, durante il corteo funebre per Enrico Toti, non esita a slanciarsi, con qualche decina di squadristi disarmati, all’assalto di un edificio dal quale si fa fuoco, e resta gravemente ferito. Ristabilitosi, sarà il Comandante della “Guardia d’Onore” che sorveglierà l’hotel che ospiterà Mussolini appena giunto a Roma, il 28 ottobre, e poi entrerà a far parte della sua Segreteria particolare, fino alla morte, che sopravverrà, per i postumi delle ferite, nella natia Barletta, l’8 maggio del 1924. Il Duce lo ricorderà con un affettuoso bigliettino alla famiglia: “Conoscevo Angelo Scambelluri come uno dei più fedeli tra i primissimi fascisti, e ne apprezzavo le belle doti di mente e di cuore. La notizia della sua morte mi addolora profondamente. Le condoglianze che porgo sono vivissime”.

Giacinto Reale

1932 MINERVINO MURGE (BARLETTA)
FARO SACRARIO DEI CADUTI FASCISTI

Il Faro è un monumento eretto nel 1932 ad esaltazione del fascismo e dei suoi caduti, come attestano le numerose decorazioni e le iscrizioni commemorative ancora leggibili. L'idea nacque durante una commemorazione per il caduto Riccardo Barbera, a Molfetta, ad opera dell'Avv. Altomare. Lo stesso Mussolini offrì £ 10.000 per la costruzione, affidata all'architetto fascista Aldo Forcignano. La costruzione iniziata con la posa della prima pietra il 28 ottobre 1923, fu compiuta in nove anni, ed inaugurata il 29 giugno 1932, alla presenza del Segretario del Partito Fascista, Starace, che rappresentava lo stesso Mussolini. Fra i trenta nomi di caduti pugliesi , cinque erano di Minervino: Riccardo Barbera , Agricoltore Ferruccio Barletta – Studenti, Nicola di Stasi – Agricoltore-Domenico Lorusso – Cavamonte, Vincenzo Nobile -Guardia Municipale


MINERVINO MURGE -  CIPPO IN MEMORIA DI  
RICCARDO BARBERA UCCISO IL 22 FEBBRAIO 1922

TARANTO 31-8-1922 
Manifesto  pubblicato dal Fascio di Taranto per l'uccisione di Perrucci


REGGIO CALABRIA 13/12/1939
Solenne traslazione dalla Casa del Fascio al Tempio della Vittoria delle salme dei caduti fascisti: Amodeo, Carisì, Di Chiera, Galluzzo, Gerocarni, e Jemma. Il vicesegretario del Guf, Console Pallotta, depone una corona di Mussolini




CROTONE 
PIAZZA DELLA RIVOLUZIONE E MARTIRI FASCISTI

MONUMENTO ARENGARIO COMNTENENTE IL SACRARIO DEI CADUTI PER LA RIVOLUZIONE FASCISTA PER L’IMPERO E PER LA SPAGNA

BRINDISI 
Elio Galiano di 17 anni - ucciso il 16 agosto 1925
Il dolore per la sua morte porta la fidanzata Laura Del Mare al suicidio







GALIANO ELIO OMAGGIO ALLA SALMA- I  FUNERALI 

BRINDISI-LA PALESTRA COMUNALE INTITOLATA A GALIANO ELIO 


A FRANCAVILLA FONTANA BALILLA E AVANGUARDISTI DI BRINDISI RENDONO OMAGGIO AL MARTIRE ELIO GALIANO

GIORNALE DI BRINDISI 24 AGOSTO 1923
COMMEMORAZIONE DI GALLIANO ELIO

VARESE
il Sacrario dei caduti fascisti




















Al piano terra dell'odierna Questura di Varese sorge il Sacrario dei caduti fascisti. Si tratta di una sala semicircolare, normalmente chiusa, simile ad un tempietto, corredato da grandi ed eleganti leggi in legno, una croce, l'elenco dei nomi di giovani caduti agli albori del regime. Le pareti sono scure, caratterizzate da pietre nere, ornate coi tipici messaggi mussoliniani e disegni che rievocano l'onore delle armi e dei simboli imperiali.

LONATE POZZOLO (VA) via dei Martiri Fascisti

LONATO POZZOLO (VA) VIA CHE FU DEDICATA A MARIO BRUMANA

SANTOSTEFANO GIUSEPPE

 Manifesto del Fascio di Varese per i funerali del caduto Giuseppe Santostefano


RINO DAUS
Rino Daus nato Perugia, 1 novembre 1900 ucciso a Grosseto, 29 giugno 1921 appartenente ai Fasci Italiani di Combattimento, nei quali militò come squadrista. Morì durante una spedizione di rappresaglia contro i socialisti a Grosseto, divenendo una figura simbolo dell'Italia fascista, che lo celebrarono come martire

LA CAMERA MORTUARIA

IL FUNERALE

Piazza Indipendenza il giorno del funerale


LA TOMBA
SIENA CIMITERO DELLA MISERICORDIA
CON LA TOMBA DI RIMNO DAUS



SIENA - STADIO RINO DAUS

SIENA - VIALE RINO DAUS

GROSSETO-LA PIAZZA INTITOLATA A RINO DAUS

Giornale “La Scure” del 10-7-1921

INES DONATI "LA CAPITANA"

LA SUA ULTIMA LETTERA PRIMA DELLA MORTE

ROMA 1933
INUMAZIONE DELLE SPOGLIE DI INES DONATI NELLA CAPPELLA DEGLI EROI
 AL CIMITERO MONUMENTALE DEL VERANO

 17 OTTOBRE 1937 - SAN SEVERINO MARCHE


Davanti a 25000 persone, le venne intitolata una statua bronzea, opera dell'architetto Rutilio Ceccolini e dello scultore Luigi Gabrielli nelle vicinanze della piazza principale di San Severino Marche; il discorso di presentazione venne pronunciato da Wanda Bruschi, moglie di Raffaele Gorjux ed importante ispettrice fascista.

MARIANO DE CARO - UCCISO A  MISILMERI (PA) IL 7 APRILE 1921
Nel punto esatto del suo martirio, la lapide che riporta: «per Mariano De Caro, fascista, qui caduto il 7 aprile 1921, in avanguardia sulle insidiate vie di un sogno di redenzione cui egli diede con siciliana passione la sua balda giovinezza quando il farlo parea follia ed era eroismo. Misilmeri nell'alba radiosa della raggiunta realtà pone, con fede littoria ad onore ad esempio a monito. Luglio 1928  A. VI. 

CALTANISSETTA
IL CIPPO ERETTO IN ONORE DI GATTUSO GIGINO DI ANNI 18 
 ucciso a Caltanissetta il 25 aprile 1921

"IL POPOLO VALTELLINESE"
QUOTIDIANO DEDICATO AI MARTIRI DELLA CAUSA FASCISTA 

I MARTIRI FASCISTI VALTELLINESI




SONDRIO
SOLENNI FUNERALI PER I MARTIRI FASCISTI


All’inizio del 1922, due sono i passi necessari da compiere per i fascisti, prima della conquista definitiva del potere, vediamoli. In primo luogo occorre ottenere le dimissioni di quelle Amministrazioni locali socialiste che, elette alla fine del ’20, ancora sopravvivono e che invece, secondo l’opinione degli uomini di Mussolini, non sono più legittimate, e richiedono un’ immediata verifica elettorale, alla luce del mutato clima politico nazionale. E’ una richiesta solo apparentemente pretestuosa, perchè identica a quella avanzata a suo tempo dagli stessi socialisti, allorché, dopo il successo alle elezioni politiche del ’19 non riconobbero più alcun valore alle vecchie Amministrazioni liberaldemocratiche preesistenti nelle realtà locali.
La polemica fascista è mirata:
“La legge dà a questi signori il diritto di sedere sugli scanni comunali per svariati anni: ma la storia in questi tempi corre a velocità vertiginosa, un anno vale un lustro o un decennio: le idee si incalzano….. E i buoni villici del piccolo Comune (o i cittadini delle metropoli) guariti dalla psicosi politica, non vogliono più sapere degli eletti di un tempo, non solo perché la dissoluzione amministrativa conquista ogni fibra della vita comunale. La legge dà agli eletti il diritto di governare. La legge non dà il diritto di sgovernare…a Milano come a Mezzana. “ In secondo luogo, è necessario assicurare alle squadre fasciste il completo controllo militare delle vie di grande comunicazione e dei centri strategicamente più importanti, per un’eventuale marcia sulla Capitale. Sono gli irrequieti squadristi della provincia toscana a dare l’esempio: prima l’uccisione a Bergiola, in provincia di Carrara, l’8 gennaio, di tre aderenti al Fascio carrarese, i fratelli Renato ed Eugenio Picciati, studenti universitari e l’operaio cavatore Giulio Morelli, poi l’uccisione a Prato, il giorno 11, del Tenente Federico Guglielmo Florio, volontario e ferito di guerra, Ardito e legionario fiumano, provocano la mobilitazione generale. Gli squadristi carraresi mirano decisamente all’eliminazione della locale Amministrazione repubblicana, con un minaccioso proclama: “Sulla piazza dove abbiamo allineato ancora tre morti, tre giovani vite preziose, tre generose giovinezze che stanno alla vostra viltà come l’uomo alla scimmia, noi vi dichiariamo che soltanto se voi uscirete di tra i piedi, il nostro Paese avrà la pace che da tante parti e da tanto tempo si reclama. O ve ne andrete, o vi scacceremo con tutti i mezzi.
I fascisti. “
Lo scopo viene raggiunto, più facilmente del previsto; il 13 gennaio, il Sindaco repubblicano della città, l’avv. Starnuti, si dimette, ed al suo posto viene nominato un commissario.

Da “Primavera di Bellezza”

Giornale “L’Avanguardia” del 17-4-1924

TREVISO

 TREVISO - SACRARIO DEI CADUTI FASCISTI

1929 
Treviso - omaggio caduti fascisti

UDINE
 I FUNERALI DEL FASCISTA PIO PISCHIUTTA UCCISO A PORDENONE

FUNERALI DI TRE CADUTI FASCISTI

FUNERALI DI SEI FASCISTI UCCISI NEGLI SCONTRI CON I ROSSI

FUNERALI DI MAZZA E STOJAN DUE ISTRIANI
 CADUTI NEL CORSO DEGLI INCIDENTI DI FIUME

P. N. F.   PAGINE EROICHE DELLA RIVOLUZIONE FASCISTA 
Raccolta degli episodi più drammatici di cinque anni di battaglie fasciste 
compilate da Manfredo Di Simone

BERGANTINO (ROVIGO) - COMMEMORAZIONE DEL MARTIRE ZANELLI

LA DISPERATA DI SCHIO-(VICENZA)
IN BASSO A SINISTRA LA FOTO DEL  MARTIRE SETTIMO FADIN

VILLAFRANCA DEL QUADRATO (VERONA) 18 NOVEMBRE 1920
Camera ardente di un caduto fascista 

PORDENONE 
PIAZZA XX SETTEMBRE MONUMENTO AI MARTIRI FASCISTI


VERPOGLIANO  DI  VIPACCO (GORIZIA)
Francesco SOTTOSANTI, nato nel 1894, dopo aver vinto il concorso magistrale andò a insegnare nelle scuole elementari di Verpogliano di Vipacco (Gorizia), oggi in territorio della Slovenia. Ai primi giorni dell'anno scolastico 1930-31, il 4 ottobre, venne ucciso a fucilate sotto gli occhi della moglie e dei figli da elementi antifascisti d'oltre confine. E' ricordato tra i nomi dei caduti della Rivoluzione fascista. (tratto da Martiri fascisti - alla voce: Martire - Enciclopedia Italiana (1934) Il corpo del Sottosanti riposa nel nostro cimitero della Bellia e a lui è stata intitolata la piazzetta antistante la chiesa del Carmine. 
                                  Il  corpo di Francesco Sottosanti, ucciso il 4 Ottobre 1930

La notizia arriva sul Corriere della Sera il 6 ottobre. «Fascista ucciso nel Goriziano in una vile imboscata». Ritornava in bicicletta, scrive, l’altra sera alle 22 da Vipacco dove funzionava nelle ore libere da impiegato in quel municipio... L’ucciso era un ardente fascista e milite della 62a Legione Isonzo... La vittima assolveva nel modo più encomiabile anche le funzioni di insegnante elementare nella scuola del luogo nel cui edificio abitava con la famiglia composta della moglie e di cinque tenere creature. La moglie – «già prossima a divenire madre per la sesta volta», informa La Stampa; ha 32 anni – lo aspettava alla finestra con un bambino in braccio. È stato colpito dopo aver salito i gradini, quando stava per aprire la porta con la chiave. La salma della Camicia Nera è stata trasportata da Verpogliano a Vipacco, dove «a cura e spese del Fascio stesso avranno luogo in forma solenne i funerali». I quali, dice il pezzo successivo, sono riusciti imponentissimi. Vi parteciparono tutte le autorità di Gorizia e della provincia con a capo il prefetto e il segretario federale. Sono intervenuti tutti i segretari politici con i gagliardetti, i podestà dei comuni e della provincia, 300 maestri col provveditore agli studi comm. Mondino e circa 10 mila persone, tra le quali notati anche gli allogeni. Il rito dell’appello fascista venne compiuto dal console Avenanti e il comm. Mondino baciava il feretro porgendo alla vittima il saluto estremo di tutti gli italiani.

ARTICOLO  UN FASCISTA ASSASSINATO A COLPI DI RIVOLTELLA

LA GAZZETTA DEL POPOLO DEL 5 AGOSTO 1922

  IL QUOTIDIANO “LA TRIBUNA” DEL 21 NOVEMBRE 1920

CORRIERE DELLA SERA DEL 23 GIUGNO 1920 

Giornale “Il Popolo d’Italia” del 10-9-1922

Giornale “Il Popolo d’Italia” del 26-1-1922

Giornale “Il Popolo d’Italia” del 9-8-1935

    CORRIERE DELLA SERA DEL 24 NOVEMBRE 1920 

      LA “TRIBUNA” DI ROMA DEL 23 LUGLIO 1921


   IL “POPOLO D’ ITALIA” DEL 28 SETTEMBRE 1921 


ARTICOLO : DUE FASCISTI CONTRO 30 BOLSCEVICHI

Il messaggio autografo di Balbo che precede il volume: "Con i nostri morti in testa" edito nel 1936 e dedicato ai caduti ferraresi della Rivoluzione. "Nell'Italia pacificata e redenta, nella patria conquistata e potenziata giorno per giorno dalla grande idea di Mussolini, i Martiri del fascismo garantiscono la più grande vittoria di domani"

TERNI 
Sacrario Martiri Fascisti intitolato al Caduto Celestino Petrone

TERNI 28 OTTOBRE 1937 
Il  M.llo Graziani commemora i martiri fascisti

PALERMO
A Palermo diverse vie furono intitolate  ai Martiri Fascisti:  Gigino Gattuso ,Silvio Lombardi, Amos Maramotti, Armando Casalini, Ettore Buriani, Domenico Perricone, Giulio Giordani e Carlo Amato; le scuole  “  di via Conte Federico (inaugurata il 28 ottobre 1932), “Carlo Amato” di via Uditore (intitolazione quest’ultima del 28 ottobre 1933), e ancora delle scuole “Michele Bianchi” di via Caltanissetta (inaugurata il 28 ottobre 1935), “Giovanni Berta” di via Isonzo (inaugurata nell’ottobre 1933),  “Nicola Bonservizi” (inaugurata il 21 aprile 1934), e infine “Giulio Giordani” di via San Lorenzo (inaugurata il 28 ottobre 1935). Anche una  palestra di ginnastica costruita in piazza Magione nel 1934, c fu dedicata a Gigino Gattuso, martire fascista ucciso nell’aprile del 1921

PIANA DEGLI ALBANESI (PALERMO)

Giacomo Schirò (Piana degli Albanesi, 23 novembre 1901 – Piana degli Albanesi, 23 luglio 1920) Nato nell'allora Piana de' Greci, figlio di Giuseppe Schirò e Angelina Mandalà. Il padre, docente della Cattedra di Lingua e letteratura albanese e direttore dell'Istituto Orientale di Napoli, lo iscrisse al Seminario Italo-Albanese di Palermo per gli studi ginnasiali e quindi a Napoli per la licenza liceale. Fu tra i ragazzi che assicurarono il servizio postelegrafonico durante i ripetuti e prolungati scioperi del tempo. Nel 1919 la Società di tiro a segno nazionale costituì alcune formazioni volontarie premilitari, tra le quali alcuni battaglioni premilitari bersaglieri. A questi battaglioni accedevano volontariamente quei giovani che aspiravano ad essere inquadrati alla leva tra i Bersaglieri. Giacomo Schirò vi aderì e fu inquadrato nel 12° battaglione premilitare dei bersaglieri di Napoli. Promosso caporale, ebbe una breve licenza per potersi recare a Piana degli Albanesi durante le vacanze estive. Il 23 luglio 1920, mentre ascoltava un concerto in piazza del paese natale vicino al corso principale Kastriota, in divisa di bersagliere, veniva fatto segno a pesanti insulti da parte di numerosi facinorosi di sinistra, dato che il clima politico era molto cambiato - si era nel "biennio rosso" - rispetto all'anno precedente. La minaccia verbale non tardò a trasformarsi in minaccia fisica, tanto che Schirò dovette impugnare e difendersi con la baionetta in dotazione. Inseguito, per le strade del paese, giunse nei pressi di un circolo ricreativo agricolo, e veniva raggiunto da 53 coltellate mortali.  Con decreto 20 dicembre 1925 veniva concessa, motu proprio da re Vittorio Emanuele III, la Medaglia d'Oro al Valor Militare; l'unica mai concessa un non appartenente alle Forze Armate. Gli fu intitolata la sezione albanese dell'Istituto Orientale di Napoli . Negli anni trenta gli veniva intitolato, come martire fascista, un borgo nel territorio di Monreale, Borgo Schirò. È sepolto nella Chiesa di San Domenico a Palermo.

ISPICA - (RAGUSA)
SACRARIO DEI MARTIRI

MERANO 28-3-1922 
a messa al campo per i morti fascisti nell'anniversario della formazione dei fasci

VUCONOVAT RICCARDO 
ASSASITONEL  1920

Ara in memoria di Riccardo Vucassovich 

I funerali di Riccardo Vucassovich

TRENTO
piazza Fiera, sacrario per i caduti della rivoluzione fascista

TRENTO 
commemorazione dei martiri trentini al Castello del Buonconsiglio


TRIESTE  Ara dei Martiri fascisti nel cimitero di S. Anna 
IL 6 AGOSTO 1919 MUORE CARLO POLLA DI 18 ANNI
IL PRIMO MARTIRE FASCISTA DI TRIESTE

ALDO IVANCICH


Aldo Ivancich composta nella camera ardente

  TRIESTE-FUNERALI DI ALDO IVANICH 
ASSASSINATO NEL 1921

 TRIESTE
 Piazza Caduti Fascisti


LA CAMERA ARDENTE DI FLORIANO BUZZER NELLA SALA DANTE
 DI VIA DEL TEATRO PRIMA SEDE DEL FASCIO TRIESTINO

Manifesto del Fascio di Trieste per l’uccisione di Mario Trevisan

I FUNERALI A TRIESTE DELLO STUDENTE BERRUTTI GABRIELE

TRIESTE
FUNERALI DI ALDO IVANCICH ASSASSINATO NEL 1921

PADOVA
Ricordo dei caduti della provincia di Padova nel decennale della rivoluzione. Tra questi c'è anche Zogno Pietro di Bresega di Ponso rimasto ucciso durante gli scontri del 1° maggio 1922 a Megliadino San Vitale, con Barollo Luigi di Megliadino San Vitale e Barbetta Augusto di Vighizzolo

UDINE
I funerali della regia guardia calabrese uccisa dagli arditi del popolo 

FRIULI
MONUMENTO AI MARTIRI FASCISTI

I FUNERALI DI ALCUNI CADUTI
BOTTI UGO 
BUONAMICI G. - MOSCHINI G.



CANTARELLI ANACLETO 
FERRIOLI AGOSTINO



ARBIZZI ENEA 
AMODEO FRANCESCO 









TAMPLENIZZA MARIO
SPAGGIARI ITALO



D'AMBROSA MARCELLINO
MOIA L.- MONTI A.






TIZZONI MODESTO
URBANO GERARDO












GIOVANNUCCI NAZZARENO
GHISELLI G.- FERRIOLI A.


TANZI ETTORE
GALIANO ELIO










TREVISAN MARIO
VISENTIN SILVIO

DRESDA GIUSEPPE
FRANCESCATO SEVERINO











CATTAPAN ANTONIO
BIANCHI NATALE










PISCHIUTTA PIO
GROSSI ANTONIO




MINI ALESSANDRO
CATTELAN GIOVANNI 


FORLAN ATTILIO
LUBRANO GIOVANNI










BRUMANA MARIO 
ZACCHERONI MARIO












VITTIME DI MODENA
MEAZZI E - SPIRIDONE S.









La folla inginocchiata al passaggio dei funerali di un caduto fascista

UDINE
Manifesto pubblicato il 19-5-1921 dall’avanguardia studentesca 
di Udine per la morte di Pio Pischiutta

Manifesto pubblicato il 18-9-1921 dal Fascio Agordo (Belluno)
per l’inaugurazione della fiamma intitolata al caduto Fumei Tito

Manifesto pubblicato dal Municipio di Urbania (Pesaro)
per la morte del caduto Albertucci Alberto

“L’Ora” 
con un articolo dedicato all’assassinio del fascista Albertucci

NAPOLI

1935 NAPOLI 
 STARACE firma al sacrario Caduti Federazione Fascista

NAPOLI 
Palazzo Fondi (già Palazzo Genzano)  ubicato in Via Medina, 24, 
sede della Federazione provinciale fascista e Casa del fascio con il sacrario dei martiri, 
presente al pianterreno, sul lato sinistro del cortile  


CASERTA
I funerali a Caserta del caduto D’Ambrosa Marcello

MANTOVA 1927
  SCUOLE "POMPONAZZO" CONSEGNA QUADRI MARTIRI FASCISTI

PAVIA 
Sacrario-dei-Martiri-Fascisti










L'interno del sacrario dei caduti fascisti a Pavia nel monastero di Santa Maria delle Cacce

 la guardia d' onore all'interno di Santa Maria delle Cacce, sacrario dei caduti fascisti

altare sacrario dei caduti fascisti a Pavia nel monastero di Santa Maria delle Cacce

Nei primi anni del 1930 per la nicchia sul fianco fronte strada della Chiesa di Santa Maria alle Cacce, che oggi appare vuota, era stato programmato di posare un bronzo commemorativo dei caduti della rivoluzione fascista. Per la realizzazione dell'opera fu dato incarico allo scultore pavese Giovanni Scapolla. La forma era di ottima esecuzione plastica e raffigurava un giovane dai tratti littori che sosteneva un caduto, mentre un’altra figura maschile dolente era accosciata al suo fianco. Il soggetto voleva rappresentare il monumento funebre ai caduti fascisti nella guerra civile di Spagna. La statua prese forma ma nel novembre 1936, in occasione della visita a Pavia del Capo del Governo, il bronzo non era ancora stato colato perciò si rimediò mostrando a Mussolini il calco in gesso. Nel 1937 avviene l'inaugurazione del bronzo. Le Ausiliarie pavesi sono in servizio d’onore con in primo piano la corona di crisantemi ai Caduti

Pavia

Lapide a Manlio Sonvico sita nel cortile dei Caduti dell'Università degli Studi di Pavia

Iscrizione: Manlio Sonvico,  scolaro di Chimica, milite e martire nell’epopea fascista, non la uccisione  ma l’idea  lo erige in esempio,  idea  della forza contro la violenza,  dell’ordine avanti la libertà,  della soggezione di tutti allo Stato,  onde la Nazione sia pari  ad ogni più alto destino.  Anno IV del Littorio. La lapide, che risale al 1926, è opera dell’architetto Balducci ed è stata realizzata dalla ditta Cattò di Pavia, come appare dalle iscrizioni poste in corrispondenza dei peducci. Fu voluta dal Gruppo Universitario Fascista, in seguito intitolato a Manlio Sonvico, che il 22 aprile 1926 informa il Rettore che «Manlio Sonvico il goliardo purissimo martire dell’Italia nuova verrà, per iniziativa degli studenti fascisti, eternato con una lapide che sarà inaugurata prossimamente in uno dei cortili del nostro glorioso Ateneo». La raccolta di offerte per le onoranze ebbe evidentemente successo perché a metà maggio i promotori dell’iniziativa ricevono dal Rettore il permesso di inaugurare la lapide il 24 maggio successivo. Il 4 giugno l’Associazione provvede ad inviare al Rettore il testo e lo schizzo della lapide. Il ricordo di Sonvico venne danneggiato dopo la caduta del Fascismo. Tibiletti ricorda un aneddoto della vita di Plinio Fraccaro in occasione della sua commemorazione: «Nel maggio del 1945, vedendo che la lapide del “martire fascista” M. Sonvico era stata danneggiata, disse a noi studenti che potevamo anche distruggerla, ma egli, da storico, ci consigliava di non farlo». 


MILANO CIMITERO MONUMENTALE
cripta del Monumento ai Caduti della Rivoluzione Fascista 

MILANO CIMITERO MONUMENTO E CRIPTA AI
AI MARTIRI DELLA RIVOLUZIONE FASCISTA
 opera dello scultore Armando Violi 
ed inaugurata nel 1925 alla presenza di Benito  Mussolini MONUMENTALE

MILANO
ONORANZE AI MARTIRI DI LIEGI
DALLA CASA DEL FASCIO ALLA CHIESA DI S. AMBROGIO

2 NOVEMBRE 1936
Mussolini rende omaggio al monumento ai caduti fascisti al 
Cimitero Monumentale di Milano
 


 



5 AGOSTO 1922
Il Corriere della Sera scrisse nella cronaca degli scontri che “...il fascista era stato colpito da una scheggia di bomba al cranio ed aveva la fronte fracassata. Trasportato dalla Croce Verde alla guardia medica di Paolo Sarpi, vi giunse morto. Qui venne identificato come Carlo Crespi, ex milite della stessa Croce Verde, e fu tosto riconosciuto da alcuni suoi compagni che lo avevano raccolto rantolante sotto il fuoco… nelle vie adiacenti il fermento aumentava ad ogni minuto, accresciuto anche dalla vista dei feriti che la Croce Verde, con rara abnegazione e sprezzo del pericolo, trasportava dalla zona pericolosa”.

Milano 6 AGOSTO 1922 
I funerali dei tre Fascisti Edoardo Crespi, Cesare Melloni e Emilio Tonoli 
caduti nei conflitti del 4 Agosto
durante l'assalto alla redazione dell'Avanti 



MILANO - CORSO VENEZIA -
 CORTEO FUNEBRE DURANTE LE GIORNATE DI SCIOPERO GENERALE, 6.8.1922
Quando tre colonne di Camicie Nere, appoggiate da autoblindate e armate di bombe, espugnano nel pomeriggio la redazione dell’Avanti!, in via Settala, e danneggiano gli impianti tipografici (è il terzo incendio del quotidiano socialista in quattro anni); negli scontri cadono due Squadristi della Antonio Sciesa: il venticinquenne Cesare MELLONI e il ventiduenne Emilio TONOLI. Viene ucciso il trentenne Edoardo CRESPI della squadra Nazario Sauro mentre transita su di un camion per piazzale Procaccini.

6 AGOSTO 1922 - MILANO - SAN BABILA
Corteo funebre durante le giornate di sciopero generale - 
Stendardo in onore di Edoardo Crespi, Cesare Melloni, Emilio Tonoli,  

6 AGOSTO 1922 I-FUNERALI A MILANO DI CRESPI-MELONI-TONIOLI

6 AGOSTO 1922 I-FUNERALI A MILANO DI CRESPI-MELONI-TONIOLI


EMILIO TONIOLI  NELLA CAMERA ARDENTE

MILANO CORSO SEMPIONE  25 
SEDE DEL GRUPPO RIONALE “E. CRESPI”

Copertina bollettino mensile del gruppo Melloni, 1928

MILANO

 FFontana di via Benedetto Marcello è stata costruita nel 1932, su precisa richiesta di alcuni abitanti della zona, da Renzo Gerla, che ne ha curato anche la progettazione. Fu realizzata proprio dove precedentemente sorgeva un caseggiato per commemorare la memoria di tre caduti nel 1922, della rivoluzione fascista: Edoardo Crespi, Cesare Melloni, Emilio Tonioli. Il parapetto ha linee geometriche, è qua e là interrotto da rientranze pure geometriche a modo di balconcini affacciati sullo specchio d’acqua. I plutei del parapetto, sulle due fronti principali recano profondamente incisi i nomi dei caduti: Crespi-Melloni-Tonoli, e sulle due testate semicircolari figurano le date IV.VIII.MCMXXII – IV.VIII.MCMXXXII”.

Giornale “Libro e Moschetto” del 4-4-1927

Milano - Piazza della Scala la Signora Pepe, madre del Caduto Ugo Pepe, 
durante le giornate di sciopero generale dell'agosto 1922, davanti palazzo Marino 

la banda milanese “Aldo Sette” di Milano l’ultimo a destra guardando, in piedi

è Franco Bandini, che sarà ucciso in un agguato

al Congresso di Roma, il 9 novembre 1920


"L'Illustrazione Italiana" del 13 Agosto 1922 
i funerali dei tre Caduti
CARTOLINA COMMEMORATIVA DELLA MORTE DEGLI  
SQUADRISTI TONOLI EMILIO E MELLONI 
CESARE AVVENUTA A MILANO IL 8 AGOSTO 1922


ll Fascio milanese rende omaggio al monumento 
ai caduti durante lo sciopero dell’agosto 1922

MILANO Cappella Caduti - sede Gruppi Rionali Fascisti in via Marino
MILANO Ingresso Sacrario Caduti fascismo.
MILANO Soffitto con Bassorilievo di Lucio Fontana - 
Vittorie  in Volo - Sacrario Caduti fascisti

MILANO PIAZZA DEDICATA AL CADUTO ASSO MARIO

 MILANO PIAZZA MARTIRI FASCISTI

MILANO VIA ALDO SETTE 
di diciassette anni, rimasto ucciso il 20 marzo 1921

 Squadra "Audace Manipolo Corridoni" di Milano 
con la foto di un caduto
 Legnano (Mi) 30 Ottobre 1922,
Squadra d'Azione "Dino Piochi" col la foto del caduto

SELVINO (BG)
COLONIA INTITOLATA AI MARTIRI   TONOLI E  MELLONI



Copertine  di «Tiremm innaz»

Stemma della fondazione Tonoli e Melloni

Statuto della fondazione Tonoli e Melloni

SELVINO I elenco benefattori della Sciesopoli fascista

Elenco dei “benefattori” fascisti, in ordine cronologico, desunti dalle lapidi incastonate nell’atrio di accesso alla colonia Sciesopoli di Selvino che contribuirono con le loro offerte alla costruzione della Sciesopoli, su progetto dell’architetto Paolo Vietti Violi (architetto nato il 20 giugno 1882 a Grandson, in Svizzera sul lago di Neuchâtel, e morto il 25 dicembre 1965 a Vogogna, nel centro della Val d’Ossola in provincia di Verbania. Da non confondere con un altro grande architetto dell’epoca: Luigi Vietti). Vi sono nomi di primo piano del partito fascista, dell’industria, dell’aristocrazia e delle corporazioni, in particolare del fascismo milanese che volle, con quest’opera gigantesca e moderna, rendere omaggio ai giovani squadristi della “Antonio Sciesa”: Emilio Tonoli di 22 anni e Cesare Melloni di 25 anni, uccisi il 4 agosto 1922 durante l’attacco all’Avanti di Milano, con pistole, bombe a mano e autoblindate, e celebrati come i cosiddetti “martiri della vigilia fascista” e dello squadrismo armato e violento dell’ascesa al potere di Mussolini.Alvino Angelo, lire 5000-Amici di Sciesopoli di Milano, lire 150000-Arborio Mella Luigi, conte, lire 5000,Arborio Mella Sofia, contessa, lire 5000-Argenti Amos, lire 5000-Associazione per la Scuola “Achille Lanzi”, lire 10000-Associazione Sindacale Edili di Milano, lire 50000-Banca Commerciale Italiana di Milano, lire 50000-Banca Popolare di Milano, lire 15000-Bertazzoni Fratelli, lire 5000-Bocchi Camillo, lire 5000-Bonomi Federico, cav., lire 5000-Borelli Aldo, lire 5000-Bozzi Mario, lire 5000-Brugnoni Angelo, lire 5000-Calderara Gaspare, lire 20000-Calderara Gaspare, lire 5000-Cambiaghi Pozzi Clelia, contessa, lire 5000-Cambiaghi Samuele, conte, lire 5000-Campiglio Angelo, lire 55000-Campiglio Necchi Gigina, lire 5000-Cassa di Risparmio per le Provincie Lombarde di Milano, lire 110000-Cassa Edile per le Assicurazioni Sociali di Milano, lire 50000-Colombi Aldo, lire 5000-Comune di Milano, lire 50000-Congregazione di Carità di Milano, lire 20000-Consorzio Antitubercolare Provinciale di Milano, lire 540000-Contini Umberto, lire 5000-Credito Italiano di Milano, lire 50000-Cunietti Delle Piane Maria, lire 5000-Cunietti Mario, lire 5000,Daccò Aldo, lire 5000-Direzione e personale del teatro Alla Scala, lire 5000-Federazione dei Fasci di Combattimento Associazione Famiglie e Minorati Fascisti di Milano, lire 100000-Feltrinelli Carlo, lire 5000-Fiocchini Manlio, lire 10000-Fiocchini Valentini Franca, lire 10000-Fontana Luigi, lire 5000-Fumach Gregorio, lire 5000-Gruppo Rionale Fascista Antonio Sciesa di Milano, lire 410000-Gruppo Rionale Fascista Cesare Melloni, lire 5000-Gruppo Rionale Fascista Edoardo Crespi, lire 5000-Gruppo Rionale Fascista Eliseo Bernini, lire 5000-Gruppo Rionale Fascista Emilio Tonoli, lire 5000-Gruppo Rionale Fascista Franco Baldini , lire 5000,Gruppo Rionale Fascista Paolo Grassigli, lire 5000-Gruppo Rionale Fascista Ugo Pepe, lire 5000-Gruppo Rionale Fascista Vittorio Agnusdei, lire 5000-Gabbioneta, lire 5000-Ghidoli Mario, lire 5000-Gigli Beniamino, lire 5000-Granelli Pietro, lire 20000-In memoria dell’Ing. Angelo Bonomi di Milano, lire 30000-In memoria dell’ing. Mario Franzoni, lire 5000-In memoria di Fabrizio Mataloni di Milano, lire 20000-In memoria di Tommaso Fabbri, lire 5000-In memoria dott. Luigi Ernesto Stoppani, lire 5000-In memoria prof. Maurizio Alfredo Mataloni, lire 5000-In memoria Rosa Gianzana, lire 5000-In memoria Tullio Leoni, lire 5000-Lorenzini Giovanni, lire 10000-Lorenzini Loredana, lire 10000-Marasini Guido, lire 5000-Mario, Aldo e Vittorio Crespi di Milano, lire 50000-Mataloni Chiappe Mimi, lire 5000-Mataloni Fabio, lire 5000-Mataloni Jenner, lire 5000-Mataloni Lister, lire 5000-Mataloni Magdalo, lire 5000-Mataloni Maurizio, lire 5000-Mazza Giuseppe, lire 5000-Monte di Pietà di Milano di Milano, lire 100000-Morgagni Manlio, lire 5000-Morgagni Pozzoli Bice, lire 5000-Mussolini Benito, lire 5000-Mussolini Vito, lire 5000-Orefice Alberto, lire 5000-Papa Bernardo, lire 5000-Patronato Cassa Malattie Operai Poligrafici di Milano, lire 15000-Patronato Fascista Sciesa per i veterani lombardi, lire 5000-Patronato Franco Fedeli Lina ed Ester, lire 5000-Ponti Emilio, lire 5000-Ponti Riboldi Antonia, lire 5000-Porcile Eredi Carlo, lire 5000-Prandoni Emilio, lire 5000-Prandoni Pia, lire 5000-Primi Giuseppe, lire 5000-Provincia e Amministrazione provincia di Milano, lire 75000-Puricelli Combi Carlotta, lire 5000-Puricelli Franco, lire 5000-Puricelli Giovanni, lire 5000-Puricelli Piero di Milano, lire 25000-Puricelli Piero, lire 5000-Puricelli Tosi Antonietta, lire 5000-Ratti Franco, conte, lire 5000-Reale Automobil Club di Milano, lire 15000-Rinaldi Cesare, lire 5000-Riunione Adriatica Di Sicurtà di Milano, lire 15000-Riva Cusani Luigi, lire 5000-Rizzini Giuseppe, lire 5000-Rossi Natale, lire 5000-Schipa Tito, lire 5000-Sesana Giuseppe, lire 5000-Sezione Provinciale di Milano Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, lire 5000-Società Anonima A. “Bertelli e C.” di Milano, lire 5000-Società Anonima Assicurazioni- “L’Italica”, lire 5000-Società Mutuo Sussidio fra i Commessi dei negozianti di Milano, lire 100000-Tacconi Giuseppe, lire 5000-Turati Emilio, lire 5000

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Totale delle offerte: lire 2.580.000

 “Il Regime Fascista” di martedì 13 giugno 1933


OTTOBRE  1921
la squadra milanese intitolata a Mussolini 

MILANO MARZO 1930
I MILANESI RENDONO OMAGGIO AI FASCISTI 
ARMANDO BERGOZZI E FERRUCCIO POLONI UCCISI 
DA FUORIUSCITI ANTIFASCISTI

MILANO FUNERALI DEI FASCISTI  BERGOZZI E POLONI 
UCCISI A  LIEGI NEL 1930 

Edoardo Crespi di Milano - Nato ad Arzate, prov. di Varese il 27 marzo 1892 - Morto a Milano il 4 agosto 1922. Ex combattente della prima Guerra Mondiale, sottotenente decorato di medaglia di bronzo al valor militare e di croce di guerra al merito, era fratello della medaglia d'oro Pietro Crespi. Iscritto al Fascio di Milano il 1° maggio 1921, appartenne alla squadra «Nazario Sauro». Mentre con altri squadristi, su un autocarro, in sevizio di vigilanza, transitava per il piazzale Procaccini, venne investito improvvisamente da una raffica di colpi d'arma da fuoco. Caduto agonizzante al suolo venne finito a pugnalate da chi aveva teso l'imboscata. Il sacrificio del Crespi venne ricordato da Mussolini in una celebrazione tenuta al Gruppo Sciesa il 4 ottobre 1922 a Milano. Ad Edoardo Crespi venne intitolato l'omonimo Gruppo Rionale che aveva sede in Via Revere 8.

gli squadristi milanesi oggi sepolti nella cripta dei martiri 
della Rivoluzione Fascista al cimitero monumentale di Milano



MILANO
Arengario e Sacrario dei Martiri Fascisti

1937 MILANO 
 Inaugurazione lapide Caduti Fascisti alla Casa del Fascio

1935 MILANO 
IL CARDINALE  SCHUSTER  nella cripta Caduti dellaa Casa del Fascio

MILANO - Cimitero Monumentale -
Tomba del Sindacalista fascista Persindo Giacomelli - 1927 

MILANO 15 APRILE 1919
I Fasci di Combattimento sono stati fondati da ventisette giorni. Uno sciopero generale dei rossi paralizza il milanese. Quel giorno, un corteo minaccioso sfila in città, inneggiando alla rivoluzione bolscevica. Spontaneamente, in Galleria si radunano diversi nazionalisti e patrioti. Pochi, ma assolutamente determinati, i fascisti. I contromanifestanti muovono verso i rossi, si dirigono al Politecnico, quindi al Duomo. Davanti al caffè “Mercanti” un colpo di rivoltella dà l'avvio alla battaglia. I rossi sbandano, i patrioti proseguono fino a Via San Damiano, sede de “L’Avanti!”, presidiata da un cordone del Regio Esercito. Il mitragliere Martino Speroni cade assassinato da un socialista che spara dalla sede del giornale. La risposta è determinata: “L’Avanti!” viene assaltato e dato alle fiamme. È il battesimo del fuoco del fascismo.
 Nella foto il luogo dove cadde Martino Speroni


UGO PEPE, 21 ANNI, CADUTO PER LA RIVOLUZIONE
Alcuni cenni sulla vita di Ugo Pepe, tratti dal libro sotto indicato, edito nel 1936 dalla Scuola di Mistica Fascista. Nato a Gaeta nel 1901, nipote dell’eroe risorgimentale Guglielmo Pepe, figlio dell’Ammiraglio Gabriele, Comandante della piazza di Venezia durante la guerra e dopo, frequenta il Collegio Militare di Roma e poi si iscrive alla Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano. Fascista e squadrista da subito, prima a Venezia e poi a Milano, viene più volte ferito e arrestato, finchè, in un agguato comunista, il 22 aprile del ’22, è colpito a morte e spira il 24. Per dare un’idea della sua popolarità e considerazione, nonostante la giovane età, tra i fascisti milanesi, basti dire che Mussolini in persona si recherà due volte al suo capezzale durante i due giorni di agonia, parteciperà al funerale e terrà l’orazione funebre, che così conclude: “Addio, o compagno ! Questa parola mi strazia profondamente perché ho raccolto, si può dire, il tuo ultimo anelito di vita. Ma tu vivi in noi, ma tu ci precedi, tu ci insegni, tu ci sproni a compiere ora e sempre con nobiltà, con purezza, con sincerità, il
nostro dovere verso la Patria e verso il fascismo”. La cerimonia poi così prosegue: “Al termine, il Capitano Gatti (sarà ucciso nel ’47 dalla Volante Rossa ndr), Comandante le squadre di Milano, venuto a porsi al fianco del Duce, ordina: “Fascisti, in ginocchio !”.  La folla si piega e si genuflette..... Il raccoglimento dura alcuni minuti: il Comandante delle squadre lancia ancora un ordine e la folla fascista riprende la sua rigida posizione di attenti. Il Capitano Gatti grida: “Camerata Ugo Pepe !”  “Presente !” rispondono ventimila voci e ventimila braccia si levano in alto. Poi si leva il canto di vita e di battaglia: “Giovinezza, Giovinezza”.
 (da: Gruppo Universitario Fascista Milanese “Ugo Pepe”, Ugo Pepe, Scuola di Mistica fascista, Milano 1936)

MILANO LAPIDE IN MEMORIA DEI MARTIRI
UGO PEPE E EMILIO TONOLI

Pepe Ugo. Ventenne, studente del secondo anno di Ingegneria a Milano, era nativo di Gaeta. Era figlio del Contrammiraglio Gabriele Pepe e nipote dell' Eroe Risorgimentale Guglielmo Pepe. Fu ferito una prima volta alla testa il 23 Luglio 1921 in uno scontro a Treviso. Nello stesso anno, riconosciuto in treno come Fascista per il distintivo che portava all' occhiello, venne aggredito da un gruppo di socialcomunisti e malmenato. Morì a Milano il 24 Aprile 1922.La sera del 23 quattro Fascisti uscivano dal Circolo Battisti per recapitare dei biglietti d' invito ad una cerimonia che avrebbe dovuto svolgersi l'indomani al Teatro Diana. Improvvisamente furono affrontati da una squadra di una decina di Arditi del Popolo di Porta Vigentina. Uno di questi apostrofò i Fascisti con la domanda: "Siete voi di Porta Vittoria ?" . Alla risposta affermativa, i comunisti estrassero le rivoltelle; i Fascisti, disarmati, furono pronti a gettarsi a terra. Ugo Pepe rimase in piedi e trovandosi più vicino a quello che aveva parlato, con un colpo del bastone da passeggio sulla mano dell'avversario gli fece cadere l'arma. Ma subito venne colpito da 2 proiettili al ventre sparati da un altro bolscevico.
Trasportato all'ospedale ed operato, il giorno successivo moriva tra le braccia della Madre, al cospetto degli amici e di Benito Mussolini in persona. Tenendo tra le mani quelle della Madre, le sue ultime parole furono: " Mammà, ti sia di conforto il sapere che muoio per la Grande Idea e per l' Italia. Sono felice di morire se penso che il mio sacrificio potrà essere utile un giorno per la Pace della Patria !". Il Padre, in missione con la Marina a Costantinopoli, giunse a Milano solo il 25 Aprile, affranto. I funerali videro una folla numerosissima, e così Mussolini lo ricordò nell' orazione funebre: "Noi vorremmo piangere in quest'ora; ma noi non ti consideriamo alla stregua di tutti i morti. Tu eri un soldato. Noi siamo dei soldati della Tua Causa. Possiamo ascoltare e raccogliere il grido di Tua Madre, non VENDETTE, ma GIUSTIZIA ! E la migliore rappresaglia MORALE è la presenza di tutto questo popolo oggi al Tuo Funerale." . Nel Maggio successivo, il Gruppo Universitario Fascista a lui intitolato, nell'inaugurazione del gagliardetto, riceveva dalla Madre di Ugo Pepe la seguente lettera:" Figliuoli ! Io vi ringrazio di aver voluto prendere il Suo nome per ogni atto bello e forte, poichè veramente egli visse e morì in bellezza e fortezza. Che dalla Sua bara si levi la messe che feconderà le vostre belle giovinezze di orgogli e vittorie. Lottate e vincete nel Suo Santo Nome ogni più alta battaglia dell' Ideale. Io vi sarò sempre accanto, con cuore vigile e forte per dirvi l'amore e la fede che fece di Lui un Martire, e se l'ora della prova suonerà, ebbene, nessuno di voi tremerà ed io vi sarò ancora accanto per baciarvi e benedirvi. Andate col suo nome in cuore e spandete luce di bellezza e bontà e forza, e che la vittoria arrida sempre a voi, per fare, come Egli sognò, un' Italia sempre più Grande, Libera e Forte. Vi benedico, figliuoli carissimi, ISMALIA PEPE."

 I CIMELI

CIPPO IN MEMORIA DI UGO PEPE

EMILIO TONOLI

  Tonoli Emilio nella camera ardente

1922 - Lapide commemorativa in via Senato

MILANO STAZIONE CENTRALE LAPIDE IN MEMORIA DEI CADUTI FASCISTI 

MEDA

Manifesto  per la morte del caduto Caronni Pietro

La sede del fascio di combattimento di Novate Milanese
Alla parete, una frase di Mussolini, la "armeria di Reparto" costituita da manganelli, la foto di un caduto locale, un vessillo con falce e martello, sottratto a qualche sede socialista nel corso di un'incursione

CIMITERO DI MONZA : MONUMENTO AI CADUTI FASCISTI

 Commemorazione dello "Squadrista"  Aldo Menozzi
"Caduto per la Rivoluzione" a Monza il 9 Agosto 1922

TERMINILLO (RIETI) - ERMA DEI CADUTI FASCISTI

Si tratta del monumento di travertino posto a margine del piazzale di Campoforogna, che fu inaugurato nel 1935. Fu progettato dall’artista reatino Arduino Angelucci e fu collocato il quel luogo per testimoniare il termine della nuova strada Salaria bis, anch’essa da poco realizzata

GAETA  (LT)- PIAZZA MARTIRI FASCISTI

CAMPOFOROGNA (RI) 
ERMA AI CADUTI DELLA RIVOLUZIONE FASCISTA

FROSINONE
SACRARIO DEI MARTIRI FASCISTI  

 FRASCATI
Monumento ai Martiri Fascisti e a tutti i caduti della Rivoluzione. Un monumento eretto a memoria dei caduti della rivoluzione fascista, con particolare riferimento alle due camice nere frascatane Antonio De Luca e Rolando Piccirilli.

VITERBO
 LA CONSACRAZIONE DEL SACRARIO DEI CADUTI PER 
LA RIVOLUZIONE E PER L’ IMPERO

  




VITORCHIANO (VITERBO) O4/O7/1922
Manifesto  del Fascio di Vitorchiano  per l'uccisione di Ricci Giuseppe

VITERBO-VIA MARTIRI FASCISTI

ROCCASECCA (CIOCIARIA) 
Ci la salma dell'Avanguardista Antonio Di Mauro assassinato a Lione





ROMA
Nel Quartiere Pinciano si trovavano Viale dei Martiri Fascisti, con il limitrofo Piazzale dei Martiri Fascisti. Anche se non nei dintorni di Viale dei Martiri Fascisti, diverse strade di Roma erano dedicate a esponenti fascisti uccisi, come Piazza Franco Baldini, dedicata a un esponente fascista ucciso nel 1921 a Roma, Piazza Duilio Guardabassi, dedicato a un militante fascista ucciso in un'imboscata a Trastevere nel 1923, Via Giovanni Berta, dedicata al fascista ucciso a Firenze nel 1921 e  Largo Armando Casalini, dedicata al deputato fascista ucciso nel 1924 a Roma. Ad altri "martiri Fascisti",  erano inoltre dedicate diverse strade della zona di Acilia: Via Carlo Grella, Via Mario Catena, Largo Manfredi Trombetta, Via Raffaele Lulli e Via Angelo Scambelluri .

Giornale “Il Littorio” del 16-5-1926


A Roma venne costruita Cappella dei caduti per la rivoluzione al Cimitero del Verano fortemente voluta dalla direzione del Partito Nazionale Fascista con dodici salme di romani caduti per la causa fascista tra il 1920 e il 1922, la Cappella venne inaugurata nel 1933, anche a Palazzo del Littorio (sede del PNF) venne costruita una cappella dei Martiri Fascisti con i marmi delle Alpi Giulie e venne inaugurata il 28 ottobre 1932[19][6]. Inoltre venne inaugurata il 28 ottobre 1926 l'Ara dei Martiri fascisti nella piazza del Campidoglio

ROMA
DUILIO GUARDABASSI di 15 anni-ucciso il 10 agosto 1923
Un suo compagno lo invitò ad uscire sotto il pretesto di una passeggiata al Gianicolo. Quel compagno non l’aveva invitato ad una passeggiata, ma gli aveva detto che i sovversivi di Trastevere e specialmente quelli del vicolo Bologna, avevano proibito espressamente ai fascisti di passarci. Alla sera, all'uscita della sottosezione del partito, Duilio con altri amici per recarsi alla propria abitazione passavano per la via vietata: dalle finestre i sovversivi affrontavano i giovani avanguardisti; fu aperto un nutrito fuoco di fucileria, e il povero Duilio cadde colpito alla tempia. I superstiti coraggiosamente lo alzarono e lo adagiarono in vettura, nonostante le fucilate dirette contro il morente ed il gruppo di generosi che per puro miracolo rimasero illesi. Si spense a soli 15 anni in una corsia della Consolazione chiamando la mamma senza il suo bacio, chiamando il Duce. Era caduto ai piedi di quella altura ove sessanta anni prima altri giovanissimi come lui, erano caduti per la stessa fede, per lo stesso ideale, per la grandezza d’Italia. Solenni onoranze tributò il Fascismo romano al giovane martire.”
Nel 1938/39 lo stadio di atletica alle Terme di Caracalla  gli fu dedicato (almeno fino al 1945)
(estratto da “Gioventù Fascista”)

ROMA NOVEMBRE 1921 FUNERALE DI CADUTI FASCISTI

ROMA
monumento eretto al fascista Guardabassi

ROMA
Mussolini inaugura a Roma il Sacrario dei caduti per la rivoluzione 
nella nuova sede Littoria al Foro Mussolini

ROMA
IL DUCE RENDE OMAGGIO AL SACRARIO DEI MARTIRI FASCISTI

ROMA
Nel quartiere Pinciano a Roma c'erano viale dei Martiri Fascisti e Piazzale dei Martiri Fascisti 
Viale dei Martiri Fascisti, rinominato viale Bruno Buozzi

ROMA
MUSSOLINI INAUGURA L' ARA DEI MARTIRI FASCISTI SUL CAMPIDOGLIO




S.E. IL GOVERNATORE DI ROMA ALL'ARA DEI CADUTI FASCISTI 

 Il ministro Hans Frank rende omaggio all'Ara dei Caduti Fascisti 
con l'ambasciatore Von Hassell, Marpicati e altre autorità

Roma - 16 Aprile 1930
 insegnanti lombardi rende omaggio all'Ara dei Caduti Fascisti sul colle capitolino

ROMA
 Il generale ungherese Vitas Ferenc rende omaggio al sacrario dei caduti fascisti

ROMA
IL SOTTOSEGRETARIO RUMENO ALLA STAMPA E PROPAGANDA 
ALEXSANDRU MANCU RENDE OMAGGIO AL SACRARIO DEI CADUTI FASCISTI
  

Autorità croate ustascia e autorità della milizia fascista italiane  in Campidoglio, 
portano una corona di alloro, verso l'ara dei caduti fascisti 

ROMA Staffetta ciclista del Dopolavoro all'Ara dei Caduti Fascisti Campidoglio

ROMA 

Interno di una cappella funeraria dedicata ai caduti fascisti al centro della quale si trova una lapide - cinta da una corona d'alloro - che recita Franco Baldini  Presente!

ROMA
 funzione religiosa in memoria dei caduti fascisti nella chiesa di San Marcello

ROMA CIMITERO DEL VERANO
Il Mausoleo dei Martiri Fascisti, firmato dall’architetto Mascanzoni e decorato dallo scultore Giovanni Prini, venne costruito in occasione della Mostra della Rivoluzione Fascista tenutasi a Roma nel 1932

il Sacrario dei Caduti della Rivoluzione Fascista
inaugurato il 25 marzo del '33
in un primo tempo, ci fu anche Ines Donati, 
unica donna presente in uno di questi Sacrari 
che furono eretti nelle principali città italiane

FILM DEL 1935 "VECCHIA GUARDIA"

DIRETTO DAL  REGISTA ALESSANDRO BLASETTI

Vecchia guardia è un film del 1934, diretto da Alessandro Blasetti. Generalmente viene considerato dalla critica uno fra i migliori lungometraggi di carattere apologetico prodotti in Italia in epoca fascista.

Viterbo, 1922. Nel clima arroventato del primo dopoguerra, Roberto è uno squadrista fascista reduce della Grande Guerra che, ora disoccupato, si distingue nella lotta contro i lavoratori in sciopero. Suo padre, Claudio, è un medico che dirige un manicomio che da tempo sta tentando in vari modi di far cessare lo sciopero degli infermieri. Claudio si rivolge alle istituzioni ma non viene ascoltato, allora chiede aiuto al fascio locale, del quale Roberto è membro. Scoppiano dunque scontri tra fascisti e infermieri, in cui gli scioperanti devasteranno la bottega di Aristide, un barbiere e squadrista membro di spicco del fascio. Da ciò scaturirà una violenta rissa tra infermieri scioperanti e fascisti, i fascisti tuttavia hanno la meglio e dopo lo scontro in piazza irrompono nel bar dove si ritrovano gli scioperanti e dopo un breve scontro costringono molti di loro a bere Dell'Olio di ricino. Lo sciopero dunque fallisce e gli infermieri sono forzati a tornare al lavoro. I fascisti compieranno altre azioni eclatanti, ad esempio riapriranno le scuole elementari da tempo chiuse, obbligando l'assessore a dar loro le chiavi, e nel mentre proseguono la loro lotta antisocialista e antisindacalista organizzandosi per nuovi scontri contro gli antifascisti, il sindaco e il commissario rimango immobili davanti a tutto ciò, un po' per disinteresse, e per timore della reazione degli Squadristi. In questo clima di altissima tensione, Mario, il fratello minore di Roberto, ha solo 12 anni ma è smanioso di entrare in azione al fianco del fratello; la giovane età però non gli consente di armarsi e partecipare direttamente agli scontri con gli odiati avversari. Una notte, tuttavia, senza essere visto, riesce finalmente a salire a bordo
di una camionetta e a partecipare a una spedizione punitiva nella quale perde tragicamente la vita, colpito da un colpo di fucile sparato da un operaio "rosso". Lo sdegno che provoca in città la morte del ragazzo convince anche molti antifascisti ad aderire al PNF e a partecipare successivamente alla marcia su Roma, accompagnati da Roberto e da suo padre Claudio. Alle prime luci dell'alba i fascisti, raggruppatisi ad Orte, si avviano a piedi e con altri mezzi verso la Città eterna. Prendono parte alle riprese alcuni attori già affermati, come Mino Doro nel ruolo di protagonista, Giovanni Grasso (da non confondere con l'omonimo e più celebre cugino, Giovanni Grasso), nella parte del commissario, ed altri che, pur essendo alle prime armi, avrebbero fatto molto parlare di sé in seguito, come Andrea Checchi, nel ruolo di uno squadrista, che nonostante la giovanissima età aveva già lavorato in 1860 di Blasetti, e Memmo Carotenuto, semplice comparsa in Vecchia guardia ma destinato a divenire uno degli interpreti più richiesti della commedia all'italiana, l'aiuto regista è Flavio Calzavara